Volevo innanzitutto notificare al Cavalier Pastarella che lo standard ISO.SILVIO 2000 è superato.
Sabato 3 marzo l’appuntamento con Marco da Teramo, ed i Cavalieri Velluto e Massimo era alle 5.30 (tanto ho insistito con tutti che era opportuno partire presto che ho dimenticato di partire presto anch’io, e mi sono presentato in ritardo all’appuntamento).
Abbiamo deciso di iniziare la salita al Rotella dal Piano delle Cinque Miglia. Appena superata la galleria che da Rocca Pia immette sul Piano delle Cinque Miglia abbiamo parcheggiato sulla stradina asfaltata a sinistra della Statale, a quota 1277. Poi abbiamo puntato in direzione ovest-nord-ovest, attaccando il colle che dopo la prima gobba si scopre a sinistra di un fosso che taglia il pendio. Superato il colle a quota 2000 circa, si raggiunge una valletta sottostante la cresta sommitale. Di lì in breve e piegando verso ovest si coprono i circa 100 metri di dislivello che separano dalla cima (2129).
Neve perfetta per la salita dei due sciatori (il sottoscritto e Marco da Teramo), e invece abbastanza faticosa per i due appiedati, che sfondavano alquanto.
Sabato 3 marzo l’appuntamento con Marco da Teramo, ed i Cavalieri Velluto e Massimo era alle 5.30 (tanto ho insistito con tutti che era opportuno partire presto che ho dimenticato di partire presto anch’io, e mi sono presentato in ritardo all’appuntamento).
Abbiamo deciso di iniziare la salita al Rotella dal Piano delle Cinque Miglia. Appena superata la galleria che da Rocca Pia immette sul Piano delle Cinque Miglia abbiamo parcheggiato sulla stradina asfaltata a sinistra della Statale, a quota 1277. Poi abbiamo puntato in direzione ovest-nord-ovest, attaccando il colle che dopo la prima gobba si scopre a sinistra di un fosso che taglia il pendio. Superato il colle a quota 2000 circa, si raggiunge una valletta sottostante la cresta sommitale. Di lì in breve e piegando verso ovest si coprono i circa 100 metri di dislivello che separano dalla cima (2129).
Neve perfetta per la salita dei due sciatori (il sottoscritto e Marco da Teramo), e invece abbastanza faticosa per i due appiedati, che sfondavano alquanto.
Ed in ogni caso la giornata era splendida, lo scenario bello e siamo arrivati tutti spediti alla cima.In discesa abbiamo trovato un terzo di neve dura, un terzo con 5 centimetri di neve morbida su fondo duro, ed un terzo decisamente più pesante, con neve bagnata, e mica così piacevole da sciare.
Al rientro abbiamo deciso di consumare a Rocca Pia la tradizionale birra dei Cavalieri. Usciti dall’auto siamo stati tutti presi da un ardente desiderio di visitare il borgo antico, e invece che verso il bar abbiamo cominciato a risalire il corso del centro storico. Ad un tratto l’ardente desiderio è cessato…
Una sommaria indagine è stata sufficiente per ricostruire l’accaduto: la signora che stavamo tutti segretamente seguendo aveva svoltato in una stradina!
Siamo quindi tornati alla birra… e tutti abbiamo bevuto felici e contenti.
Ora una piccola appendice sulla già relazionata uscita del Vallone Rosso dello scorso sabato 25 febbraio.
Per la prima volta ho dovuto interrompere la salita perché colpito da inusitato morbo! Nausea e debolezza mi hanno costretto al ritiro appena ad un’ora dalla partenza, e devo dire che l’appoggio di un masso è stato provvidenziale …
Peccato perché la salita si profilava gratificante e bella.
L’equipaggiamento dei partecipanti impeccabile:
Il Cavalier Velluto che ha il vezzo di agganciare ad uno zaino alto 30 cm una picozza alta 60, aveva dispiegato alta tecnologia per non attentare alla vita dei Cavalieri come ha fatto finora:
Il Cavalier Fausto aveva calzato scarponcini tecnici:
Faunisticamente poi non si poteva chiedere di meglio. Infatti appena tornati a valle abbiamo incrociato un Pick-up autoctono, il cui autoctono titolare ci ha chiesto se ci eravamo imbattuti per caso in 17 lupi, 1 orso e molti cervi. “Beh, no…” ci siamo scusati. E ci siamo mangiati le mani per le inaudite meraviglie che avevamo perso e che non abbiamo potuto fare a meno di immaginare:
Il Pick-up era appena partito, ed ecco che un altro “local” ci chiedeva se avevamo visto miriadi di cervi vicino alla pineta…“Beh, no…” ci siamo di nuovo scusati. Ha incalzato: “Ma almeno 3 cervi morti vicino alla fontana?” “Beh, neanche…”
Fortunatamente non abbiamo perso però il finale di questa sagra dei cervi. In un bar del paese ci hanno invitato ad affacciarci dalla terrazza. Ed ecco i cervi…in mezzo al paese.
Al rientro abbiamo deciso di consumare a Rocca Pia la tradizionale birra dei Cavalieri. Usciti dall’auto siamo stati tutti presi da un ardente desiderio di visitare il borgo antico, e invece che verso il bar abbiamo cominciato a risalire il corso del centro storico. Ad un tratto l’ardente desiderio è cessato…
Una sommaria indagine è stata sufficiente per ricostruire l’accaduto: la signora che stavamo tutti segretamente seguendo aveva svoltato in una stradina!
Siamo quindi tornati alla birra… e tutti abbiamo bevuto felici e contenti.
Ora una piccola appendice sulla già relazionata uscita del Vallone Rosso dello scorso sabato 25 febbraio.
Per la prima volta ho dovuto interrompere la salita perché colpito da inusitato morbo! Nausea e debolezza mi hanno costretto al ritiro appena ad un’ora dalla partenza, e devo dire che l’appoggio di un masso è stato provvidenziale …
Peccato perché la salita si profilava gratificante e bella.
L’equipaggiamento dei partecipanti impeccabile:
Il Cavalier Velluto che ha il vezzo di agganciare ad uno zaino alto 30 cm una picozza alta 60, aveva dispiegato alta tecnologia per non attentare alla vita dei Cavalieri come ha fatto finora:
Il Cavalier Fausto aveva calzato scarponcini tecnici:
Faunisticamente poi non si poteva chiedere di meglio. Infatti appena tornati a valle abbiamo incrociato un Pick-up autoctono, il cui autoctono titolare ci ha chiesto se ci eravamo imbattuti per caso in 17 lupi, 1 orso e molti cervi. “Beh, no…” ci siamo scusati. E ci siamo mangiati le mani per le inaudite meraviglie che avevamo perso e che non abbiamo potuto fare a meno di immaginare:
Il Pick-up era appena partito, ed ecco che un altro “local” ci chiedeva se avevamo visto miriadi di cervi vicino alla pineta…“Beh, no…” ci siamo di nuovo scusati. Ha incalzato: “Ma almeno 3 cervi morti vicino alla fontana?” “Beh, neanche…”
Fortunatamente non abbiamo perso però il finale di questa sagra dei cervi. In un bar del paese ci hanno invitato ad affacciarci dalla terrazza. Ed ecco i cervi…in mezzo al paese.