Sabato abbiamo organizzato il secondo tentativo di conquista dell’anticima nord del Petroso.
Giusto per non ripetere per la quarta volta in un mese Valle di Rose abbiamo deciso di “attaccare” da Valle Iannanghera.
Il sentiero si imbocca sull’ultimo tornante della strada da Alfedena a Barrea, a 1 chilometro dalle prime case di Barrea.
La compagnia è composita: alcuni antichissimi Cavalieri (Angelo, Marco Vicentino e sottoscritto), e alcuni cadetti della Scuola Cavalieri: la Cadetta mia sorella, il Cadetto mio cugino, e un Cadetto amico mio e degli anzidetti.
I Cadetti avrebbero superato a pieni voti la prova, se non fosse che li abbiamo bocciati prima della partenza per manifesta indisciplina e inosservanza delle norme sulla divisa.
La Cadetta Sorella indossava pantaloni da sci ( “Sono pesanti!” gli avevano detto gli antichi Cavalieri) che gli hanno procurato durante la salita surriscaldamento e leggere ustioni agli arti inferiori.
Il Cadetto mio cugino esibiva una rilassata ed elegante “mise” casual, con giubbottone in pelle marrone (peso stimato di 3 kg), maglione nero, camicia beige, scarpette metropolitane travestite da trekking. Alla fine della salita questo elegante Cadetto pesava almeno 2 o 3 chili di sudore in più.
Il Cadetto amico degli anzidetti portava una giacca da sci ed ha riportato danni simili alla Cadetta Sorella.
Dal tornante si prosegue in auto su una sterrata in direzione est, per qualche centinaio di metri, fino ad un divieto di accesso. Lì, a quota 1150, ci si incammina. Un paio di chilometri in piano sul sentiero K6, quindi si piega a sinistra, entrando nella Valle Iannanghera.
Il percorso è piacevole, in una bella faggeta, costeggiando a tratti il torrente di fondo valle, e scorgendo di tanto in tanto le pareti verticali del Monte Jamiccio.
Ha solo il difetto di essere lunga, e di serbare buona parte del dislivello nell’ultima parte.
Segnaletica sovrabbondante dove non serve e carente nei punti critici. Nella prima parte del cammino si attraversa un ponte in legno. Non è mai indicato prima, ma quando già lo si intravede ecco un cartello: “PONTE”! Sulla carenza avranno molto da dire i Cadetti, come vedremo fra un po’.
Arriviamo a quota 1952 al Rifugio di Forca Resuni.
I Cadetti felici, ma nelle condizioni anzidette.
I Cavalieri Stagionati decisi a raggiungere Petroso e sua anticima nord.
Lasciamo i Cadetti al Rifugio e raggiungiamo quella che avevo scambiato per anticima alcune settimane fa. In realtà era l’anticima dell’anticima dell’anticima.
L’ultima parte della salita, su neve a tratti ghiacciata, è un pendio ripido che ci sembra fin troppo impegnativo.
Siamo indecisi se continuare dritto per dritto, o aggirare traversando a destra (ma non sappiamo che ci aspetta dietro quello che è un apparente filo di cresta).
Traversiamo un pendio ripido, e fortunatamente dietro il “filo di cresta” rimpiana, e possiamo tranquillamente completare la salita fino all’ Anticima Nord.
A quel punto io torno indietro per
raggiungere i Cadetti. Angelo e Marco proseguono, raggiungendo in breve la cima del Petroso.
Scendo di corsa. I Cadetti non sono al Rifugio, si sono incamminati. Corro per raggiungerli sul sentiero. Correndo correndo arrivo all’auto ma i Cadetti non ci sono (e il mio telefono è scarico)! Ricaricato il telefono arriva una telefonata del Cadetto Elegante…sono scesi ben oltre il sentiero, e sono sotto il paese, vicino il lago.
Li recupero con l’auto, e conveniamo tutti che sono troppo piccoli per andare da soli! Però un po’ di colpa ce l’ha anche la segnaletica del sentiero, che proprio nel punto in cui si incrociano i sentieri K6, I4 e J2, a quota 1300, si fa confusa.
Detto fra noi, e senza che lo andiate a raccontare ai Cadetti…a me era successa esattamente la stessa cosa un paio di anni fa!