mercoledì 25 marzo 2009
UN BLOG TROPPO SERIO!!!!! MA SIAMO SERI!!!
DA UN PO' DI TEMPO, PURTROPPO, DICO PURTROPPO, QUESTO BLOG E' DIVENTATO UN PALCOSCENICO DI PSEUDO POETI, NARRATORI, RELATORI FACENDO SVILIRE IL FINE SOCIALE PER IL QUALE ESSO E' NATO: NON PRENDERSI SUL SERIO.IL CAVALIER SILVIO HA FATTO SCUOLA CREANDO MOLTI ADEPTI.PECCATO!!ORMAI, ANCHE LUI SCRIVE SOLO RACCONTINI E, PIU' IN LA' ANCHE FIABE, RINNEGANDO LA SUA VOCAZIONE DI POETA CLASSICO.CHE FINE HA FATTO L'ECCELSO AUTORE DI POEMI,RIME,CANTI ECC...PENTITI FINCHE' SEI IN TEMPO,RITORNA SULLA BUONA STRADA.RITORNA CON I CAVALIERI ESCURSIONISTI PERCHE' TI DANNO ISPIRAZIONE!!! RECITA UN FAMOSO DETTO POPOLARE:"CHI LASCE LA STRADA VECCHIE PI' NA' NOVE SA CHI LASCE MA NIN SA CHI TROVE".
martedì 24 marzo 2009
cronaca dei primi tre giorni di primavera
Arriva la primavera? No, arriva la polvere!
Ormai eravamo già abituati al firn di primavera, ma Madre Natura ci ha voluto fare un bel regalo coprendo di una spessa coltre bianca quasi tutte le nostre montagne, arrivando anche sui tetti delle case in collina.
Primo giorno, 21 marzo
Già dalla mattina di venerdì, durante una trasferta a Roma per motivi di lavoro, sull'autostrada tra Pratola Peligna e Celano avevo potuto assaporare quello che sarebbe accaduto nei giorni seguenti. Per questa ragione avevo accettato l'invito di Matteo per fare un giro a Tavola Rotonda, anche se le previsioni meteo promettevano solo neve, ma poi un impegno di lavoro mi ha costretto a rinunciare a questa prima ipotesi con "ripiego" nel bosco di Passolanciano: qui, con Antonio e Silvio, per tutta la mattina di sabato non abbiamo fatto altro che riarare tutto il manto nevoso ancora vergine e poi al lavoro nel pomeriggio.
Secondo giorno, domenica 22 marzo
Dopo aver consultato ripetutamente le previsioni meteo, che non erano del tutto pessimistiche, con Marco Luca, Antonio ed il sottoscritto, ci accordiamo per incontrarci sotto al solito ponte con destinazione Pacentro per la salita al versante sud del Monte Mileto, così da essere al riparo dai forti venti settentrionali. Durante il tragitto ci chiedevamo, e speravamo, se avremmo trovato un buon innevamento ad una quota così bassa; man mano che ci avvicinavamo alla velle peligna e poi a Pacentro, abbiamo potuto constatare che l'innevamento era così abbondante da non poter parcheggiare l'auto, a meno di non doverla lasciare a qualche chilometro di distanza dell'attacco della salita. In ogni caso la scarsa visibilità e la forte nevicata in atto, ci ha fatto desistere.
Scatta il piano B. Breve consultazione e parecchia indecisione, ma poi decidiamo di salire a Campo di Giove, così da sfruttare gli impianti per fare qualche fuori pista: qui la sorpresa è stata ancora più grande, tanta era la neve caduta ed il vento forte da nord che imperversava in tutta la zona, al punto che non siamo nenache scesi dall'auto visto che gli impianti erano rimasti fermi.
A questo punto l'umore dei presenti, sopratutto di Marco e Luca, iniziava a farsi preoccupante per cui decidiamo di rimediare la giornata e ci fiondiamo nuovamente a Passolanciano, dove gli impianti avevano iniziato a girare solo in tarda mattinata.
Il piano C, finalmente, ci ha restituito il buon umore e grandi scorribande tra i faggi del luogo sulla neve in alcune aree ancora vergine. Al gruppo già nutrito di scalmanati, si è unito anche l'amico Giorgio Ferretti con il quale abbiamo condiviso un certo numero di capitomboli, mentre Luigi (ottima persona e sciatore di livello) ci ha semplicemente detto "ma che ve set' magnat', voi non siete normali" .
Alla sera ero praticamente cotto.
Terzo giorno, lunedì 23 marzo
Chi può, può ... chi c'è, c'è ... mettetela come vi pare, ma quando a marzo c'è la polvere non si può perdere tempo.
Alle otto ero già a San Nicolao, un po' in ritardo rispetto ad altri ma con il vantaggio di aver trovato parte della traccia già battuta. Le mie gambe non ne volevano sapere di muoversi con la solità agilità, viste le sollecitazioni dei due giorni precedenti, al punto che più volte avevo pensato di rinunciare al Pescofalcone ...ma quando sulla cima del Rapina ho visto che uno ski alp (era Sergio D'Am.) stava già scendendo per il "cucchiaio" lasciando un bel ricamo sulla neve, ho raccolto le energie e con un'altra ora di fatica e 1500 metri di dislivello in totale sono arrivato alla testata della Rava Cupa. Intanto un altro ski alp mi aveva preceduto con molta "educazione", sciando subito accanto all'altra serpentina rientrando alla sella del Rapina, per cui nulla era pregiudicato.
Giusto il tempo di togliere le pelli (avevo il fiato sul collo di altri tre ski alp) e mettere la sciolina sulle solette, che già ero all'imbocco della Rava Cupa per disegnare il terzo ricamo sulla neve fino alla fine del canale per poi attraversare il pendio - molto carico e piuttosto rischioso - e uscita all'intaglio intermedio del bosco sulla cresta del Rapina e ancora polvere fino a quota 1100 m circa, poi neve già appesantita e poco scorrevole fino al parcheggio.
Una magnifica mattinata di sci e sole: vi lascio solo immaginare il resto della giornata che ho trascorso al lavoro; le mie gambe continuavano a mimare il movimento ritmato necessario per riemergere dalla polvere dopo ogni curva. Poi quando tutti mi chiedono dove mi sono abbronzato, rispondo che "in questo periodo mi faccio le lampade".
Anche per il quarto giorno di primavera Antonio ed io avevamo programmato una gita, ma questa mattina abbiamo opportunamente rinunciato a causa del forte vento. Peccato!!
Questa sera, mentre ero a fare acquisti per la casa presso un noto centro commerciale (talvolta bosogna soddisfare anche le esigenze delle nostre sante donne), ho incontrato quello ski alp - Sergio D'Am. - che per primo ha ricamato il "cucchiaio" ieri mattina, con il quale c'è stato subito un reciproco scambio di grandi sorrisi e pacche sulle spalle per aver condiviso la medesima gioia. Nella circostanza le nostre rispettive mogli/fidanzate si sono limitate a scuotere più volte la testa, come a voler dire "non c'è proprio nessun rimedio".
Ormai eravamo già abituati al firn di primavera, ma Madre Natura ci ha voluto fare un bel regalo coprendo di una spessa coltre bianca quasi tutte le nostre montagne, arrivando anche sui tetti delle case in collina.
Primo giorno, 21 marzo
Già dalla mattina di venerdì, durante una trasferta a Roma per motivi di lavoro, sull'autostrada tra Pratola Peligna e Celano avevo potuto assaporare quello che sarebbe accaduto nei giorni seguenti. Per questa ragione avevo accettato l'invito di Matteo per fare un giro a Tavola Rotonda, anche se le previsioni meteo promettevano solo neve, ma poi un impegno di lavoro mi ha costretto a rinunciare a questa prima ipotesi con "ripiego" nel bosco di Passolanciano: qui, con Antonio e Silvio, per tutta la mattina di sabato non abbiamo fatto altro che riarare tutto il manto nevoso ancora vergine e poi al lavoro nel pomeriggio.
Secondo giorno, domenica 22 marzo
Dopo aver consultato ripetutamente le previsioni meteo, che non erano del tutto pessimistiche, con Marco Luca, Antonio ed il sottoscritto, ci accordiamo per incontrarci sotto al solito ponte con destinazione Pacentro per la salita al versante sud del Monte Mileto, così da essere al riparo dai forti venti settentrionali. Durante il tragitto ci chiedevamo, e speravamo, se avremmo trovato un buon innevamento ad una quota così bassa; man mano che ci avvicinavamo alla velle peligna e poi a Pacentro, abbiamo potuto constatare che l'innevamento era così abbondante da non poter parcheggiare l'auto, a meno di non doverla lasciare a qualche chilometro di distanza dell'attacco della salita. In ogni caso la scarsa visibilità e la forte nevicata in atto, ci ha fatto desistere.
Scatta il piano B. Breve consultazione e parecchia indecisione, ma poi decidiamo di salire a Campo di Giove, così da sfruttare gli impianti per fare qualche fuori pista: qui la sorpresa è stata ancora più grande, tanta era la neve caduta ed il vento forte da nord che imperversava in tutta la zona, al punto che non siamo nenache scesi dall'auto visto che gli impianti erano rimasti fermi.
A questo punto l'umore dei presenti, sopratutto di Marco e Luca, iniziava a farsi preoccupante per cui decidiamo di rimediare la giornata e ci fiondiamo nuovamente a Passolanciano, dove gli impianti avevano iniziato a girare solo in tarda mattinata.
Il piano C, finalmente, ci ha restituito il buon umore e grandi scorribande tra i faggi del luogo sulla neve in alcune aree ancora vergine. Al gruppo già nutrito di scalmanati, si è unito anche l'amico Giorgio Ferretti con il quale abbiamo condiviso un certo numero di capitomboli, mentre Luigi (ottima persona e sciatore di livello) ci ha semplicemente detto "ma che ve set' magnat', voi non siete normali"
Alla sera ero praticamente cotto.
Terzo giorno, lunedì 23 marzo
Chi può, può ... chi c'è, c'è ... mettetela come vi pare, ma quando a marzo c'è la polvere non si può perdere tempo.
Alle otto ero già a San Nicolao, un po' in ritardo rispetto ad altri ma con il vantaggio di aver trovato parte della traccia già battuta. Le mie gambe non ne volevano sapere di muoversi con la solità agilità, viste le sollecitazioni dei due giorni precedenti, al punto che più volte avevo pensato di rinunciare al Pescofalcone ...ma quando sulla cima del Rapina ho visto che uno ski alp (era Sergio D'Am.) stava già scendendo per il "cucchiaio" lasciando un bel ricamo sulla neve, ho raccolto le energie e con un'altra ora di fatica e 1500 metri di dislivello in totale sono arrivato alla testata della Rava Cupa. Intanto un altro ski alp mi aveva preceduto con molta "educazione", sciando subito accanto all'altra serpentina rientrando alla sella del Rapina, per cui nulla era pregiudicato.
Giusto il tempo di togliere le pelli (avevo il fiato sul collo di altri tre ski alp) e mettere la sciolina sulle solette, che già ero all'imbocco della Rava Cupa per disegnare il terzo ricamo sulla neve fino alla fine del canale per poi attraversare il pendio - molto carico e piuttosto rischioso - e uscita all'intaglio intermedio del bosco sulla cresta del Rapina e ancora polvere fino a quota 1100 m circa, poi neve già appesantita e poco scorrevole fino al parcheggio.
Una magnifica mattinata di sci e sole: vi lascio solo immaginare il resto della giornata che ho trascorso al lavoro; le mie gambe continuavano a mimare il movimento ritmato necessario per riemergere dalla polvere dopo ogni curva. Poi quando tutti mi chiedono dove mi sono abbronzato, rispondo che "in questo periodo mi faccio le lampade".
Anche per il quarto giorno di primavera Antonio ed io avevamo programmato una gita, ma questa mattina abbiamo opportunamente rinunciato a causa del forte vento. Peccato!!
Questa sera, mentre ero a fare acquisti per la casa presso un noto centro commerciale (talvolta bosogna soddisfare anche le esigenze delle nostre sante donne), ho incontrato quello ski alp - Sergio D'Am. - che per primo ha ricamato il "cucchiaio" ieri mattina, con il quale c'è stato subito un reciproco scambio di grandi sorrisi e pacche sulle spalle per aver condiviso la medesima gioia. Nella circostanza le nostre rispettive mogli/fidanzate si sono limitate a scuotere più volte la testa, come a voler dire "non c'è proprio nessun rimedio".
lunedì 23 marzo 2009
M.ROTELLA...CHI C'E' ....C'E'....
Una cosa è tanto più bella ...quanto più si manifesta per come te l'aspettavi !
Sintesi di una polverosissima ed assolata mattinata in quel di Rocca Pia (vedasi galleria !)
Quando mercoledì scorso ho visto delinearsi una certa situazione metereologica, ho capito subito che oggi avrei potuto "colpire" adeguatamente ed aggiungere altra polvere in carniere....
Ebbene si...., devo dire che a parte la famosa rincorsa ai 2000 , mi sta prendendo moltissimo anche la ricerca del bianco elemento in tali condizioni.
Questo non perchè non frequentassi la montagna scialpinisticamente, ma forse perchè mi ero sempre fatto "dominare" dalla giornata o dalla vetta.
Adesso voglio essere io a decidere quando e dove colpire ed in quali condizioni !!!
L'appartenenza al gruppo di patiti (da cui il nome alla congrega !) non ha fatto altro che accentuare tale nuova forma mentale !
Ore 08:45 partenza dalla piazza di Rocca Pia, arrivo in vetta alle 10:30 , pausa ed alle 11:00 discesa e ritorno alla macchina, raggiunta alle 11:45 !
Chissà se ne vò fà altra di polvere....CHISSA' ??!!!!
PESCOFALCONE
Oggi sabato 14 marzo, a distanza di un anno dalla mia prima escursione sci alpinistica (per cui devo ringraziare Angelo) esco da solo.
Esperienza bellissima, io, la montagna ed i miei pensieri.
A parte la pace che ti circonda ( si fa' per dire, il rapina e' sempre molto frequentato),trovarsi per la prima volta in completa autonomia,tracciare la salita,fermarsi a scattare una foto o semplicemente decidere se calzare i ramponi o prosequire, come ho fatto io, con sci e rampanti.
E stato veramente emozionante.Arrivare in vetta, godere del panorama e (mentre sgranocchi qualcosa da mangiare e recuperi le forze)studiare il percorso di una meritata discesa.
Comunque: cari amici cavalieri, tornando ai miei pensieri, credo che al di la' delle caratteristiche individuali, ex atleti con forte spirito competitivo, organizzatori o semplici amanti della natura e della buona cucina, quello che conta e' condividere con le persone amiche questo bellissimo sport.....
Scambiarsi pareri.....condividere le emozioni e gli scorci mozzafiato che ci offre..... e poi ritrovarsi a bere qualcosa tutti insieme.
Contento di essere entrato a far parte di un bel gruppo ( Cavalieri della polvere)
Pizzo Camino
Grande gita in un posto quasi dolomitico con tanti torrioni di roccia....Meta di ripiego perchè la scelta principale era caduta su di una vetta molto panoramica che fa da spartiacque tra la val Camonica e la Valtellina ma che prevedeva troppi sali e scendi con annessi spella e ripella....quindi abbiamo optato per il piano B...il pizzo Camino che si trova in bassa val Camonica e che si trova in posticino veramente isolato....partiamo da Schilpario dai vecchi impianti di risalita che con nostra sorpresa non sono più tanto vecchi anzi hanno messo su un impianto di nuiva generazione con tanto di pannello per il vento sulla seggiovia.....ammazzate....ste valli che prendono i fondi della regione come li fanno girare....peccato che poi c'è una pista sola di discesa...carina ma che palle...vabbè..risaliamo questo primo pezzo appunto su pista gelata...qualche piccola scivolata ci accompagna al pianoro sommitale dove con altra sorpresa troviamo una gara di tiro al bersaglio con fucili...zona delimitata con fettuccie e tano di cartelli di divieto di accesso....mah!?!?! dove siamo capitati?? in trentino?? che organizzano tutte ste minchiate?? comunque poche persone in giro che almeno non impattano troppo sulla tranquillità generale della gita....risaliamo un altro ripido pendio che da accesso ad un altra depressione da dove vediamo il passo che dovremo scavalcare per poter accedere al vallone che porta in cima al Camino... e da qui si cambia completamente ambiente...isolamento è totale,il tempo spettacolare...la neve sembra dura come cemento data dal riabbassamento della temperatura di questi gg....cosi arrivati al passo ci si apre un panorama veramente bello,quasi dolomitico con tanti torrioni da dove scendono un sacco di canalini di neve....ora con un traverso verso sinistra ci addentriamo nel canalone che ci porta alle pendici della nostra cima...grande canale che piano piano si stringe verso l'alto sotto una parete da dove si biforcano due canalini: uno a destra ed uno a sinistra....la relazione dici di salire quello di sinistra che porta fin in cima con un paio di passaggi a 70° mentre l'altro che si dovrebbe fare in discesa è a 30°/35°...attendo il compagno che mi conferma che le sue gambe non lo portano in cima e quindi nel dubbio di salire il canale di sinistra e ridiscendere dall'altro a piedi e salire quello di destra a piedi e provarlo a scendere con gli sci.....opto per la seconda....cosi mi avvio e risalgo quello di destra fino alla cresta dove deposito gli sci e proseguo fino in cma su ripido pendio...dalla cima spettacolare panorama...una bevuta e ridiscendo il pendio fino agli sci...mi preparo e provo a scendere....uhm...prima curva mica bella....seconda curva sti cazzi....mi parte via uno sci...porca trota....la neve e troppo dura ed i passaggi a piedi l'hanno resa molto disuniforme...e poi io non sono un grande sciatore....quindi sci alla mano ridiscendo fino al collega con cui iniziamo la discesa vera e propia su questo pendio ripidino e costante....seguiamo il percorso fino alla macchina con grande divertimento e soddisfazione per la giornata....
domenica 22 marzo 2009
Monte Velino...e Monte di Sevice,Costognillo,Rozza
Grande uscita mercoledì scorso, nel cuore del Velino, sci-alpinisticamente gratificante, paesaggisticamente stupenda, e di qualche soddisfazione anche per collezionisti di 2000 (4 soddisfazioni per la precisione).
Ci ha accompagnato il sole ed un po’ di vento in quota.
Si esce a Magliano dei Marsi sull’A25,seguendo direzione Magliano fino ad un bivio a sinistra per Rosciolo.Verso l’inizio dell’abitato di Rosciolo si svolta a destra, direzione S.Maria in Valle Porclaneta. Dopo un paio di chilometri, poco prima della chiesa, si posteggia in uno slargo con cartelli del Parco e segnali di sentiero (quota 1000 slm).
Io e Angelo iniziamo il cammino alle 7.00.
Si percorrono circa 500 metri su un’ampia sterrata, quindi si imbocca il sentiero 3 (segnato giallo e rosso), piegando a nord-est, verso il ben visibile Vallone di Sevice. Il sentiero è comodo e risale il Vallone tenendosi sul suo lato destro. Abbiamo trovato neve e inforcati gli sci intorno a quota 1600, cominciando a portarci verso il centro del Vallone.Poco dopo un pendio ghiacciato ci ha costretto ai ramponi.
Nell’ultimo tratto prima del pianoro della Capanna di Sevice (quota 2139) si attenua la pendenza (e abbiamo rimesso gli sci). Svalicando nel pianoro si apre la vista sul bellissimo ambiente in quota del Velino:dapprima una sorta di conca intorno alla Capanna,poi salendo, gli ampi spazi delle cime intorno al Velino,Il Gran Sasso,i Sibillini.
Dalla Capanna si piega a destra (sud-est) per risalire il Monte di Sevice. Il sentiero estivo affronta direttamente per la massima pendenza il pendio che porta alla cima, il percorso sci-alpinistico lo aggira a sinistra. Il Monte di Sevice si raggiunge a quota 2335, e richiede una breve deviazione a destra (sud-ovest) dal percorso che punta al Monte Velino. Circa 500 metri più avanti altra breve deviazione nella stessa direzione ci porta sulla cima del Costognillo,scavalcando il ciglio di una cornice nevosa.
Si torna quindi sul percorso verso il Velino,e con qualche saliscendi si arriva alla sella su cui arriva la Valle dei Briganti (a nord-est). Una breve salita su cresta (Angelo con sci,io con ramponi) ci porta alla cima del Velino (mt 2486).
Ritorno per la via di salita fino alla Capanna di Sevice.Poi scavalcando verso ovest il colletto che la sovrasta abbiamo percorso per circa un chilometro un’ampia cresta che porta alla cima del Monte Rozza (2064).
Da lì siamo scesi,sciando su neve abbastanza trasformata e piacevole,per i pendii che riportano al Vallone di Sevice, che abbiamo percorso fino a circa quota 1500, per poi rientrare sci in spalla sul sentiero, traversando un tratto di boscaglia e rovi. Arrivo alle 13.20,dislivello complessivo di circa 1600 metri.
Osservava Angelo sulla via del ritorno che il Vallone dell’Orso ,che corre parallelo al Vallone di Sevice ,a circa 1.5 km a sud-est,sembra una sci-alpinistica ideale,oltre che una sorta di direttissima alla cima del Velino (peraltro sembra di vedere che una sterrata ,che parte sempre da S.Maria in Valle, arriva alla base del Vallone,ad una quota di almeno 1100 metri)…sarà l’obiettivo di una prossima uscita dei Cavalieri!
Si esce a Magliano dei Marsi sull’A25,seguendo direzione Magliano fino ad un bivio a sinistra per Rosciolo.Verso l’inizio dell’abitato di Rosciolo si svolta a destra, direzione S.Maria in Valle Porclaneta. Dopo un paio di chilometri, poco prima della chiesa, si posteggia in uno slargo con cartelli del Parco e segnali di sentiero (quota 1000 slm).
Io e Angelo iniziamo il cammino alle 7.00.
Si percorrono circa 500 metri su un’ampia sterrata, quindi si imbocca il sentiero 3 (segnato giallo e rosso), piegando a nord-est, verso il ben visibile Vallone di Sevice. Il sentiero è comodo e risale il Vallone tenendosi sul suo lato destro. Abbiamo trovato neve e inforcati gli sci intorno a quota 1600, cominciando a portarci verso il centro del Vallone.Poco dopo un pendio ghiacciato ci ha costretto ai ramponi.
Nell’ultimo tratto prima del pianoro della Capanna di Sevice (quota 2139) si attenua la pendenza (e abbiamo rimesso gli sci). Svalicando nel pianoro si apre la vista sul bellissimo ambiente in quota del Velino:dapprima una sorta di conca intorno alla Capanna,poi salendo, gli ampi spazi delle cime intorno al Velino,Il Gran Sasso,i Sibillini.
Dalla Capanna si piega a destra (sud-est) per risalire il Monte di Sevice. Il sentiero estivo affronta direttamente per la massima pendenza il pendio che porta alla cima, il percorso sci-alpinistico lo aggira a sinistra. Il Monte di Sevice si raggiunge a quota 2335, e richiede una breve deviazione a destra (sud-ovest) dal percorso che punta al Monte Velino. Circa 500 metri più avanti altra breve deviazione nella stessa direzione ci porta sulla cima del Costognillo,scavalcando il ciglio di una cornice nevosa.
Si torna quindi sul percorso verso il Velino,e con qualche saliscendi si arriva alla sella su cui arriva la Valle dei Briganti (a nord-est). Una breve salita su cresta (Angelo con sci,io con ramponi) ci porta alla cima del Velino (mt 2486).
Ritorno per la via di salita fino alla Capanna di Sevice.Poi scavalcando verso ovest il colletto che la sovrasta abbiamo percorso per circa un chilometro un’ampia cresta che porta alla cima del Monte Rozza (2064).
Da lì siamo scesi,sciando su neve abbastanza trasformata e piacevole,per i pendii che riportano al Vallone di Sevice, che abbiamo percorso fino a circa quota 1500, per poi rientrare sci in spalla sul sentiero, traversando un tratto di boscaglia e rovi. Arrivo alle 13.20,dislivello complessivo di circa 1600 metri.
Osservava Angelo sulla via del ritorno che il Vallone dell’Orso ,che corre parallelo al Vallone di Sevice ,a circa 1.5 km a sud-est,sembra una sci-alpinistica ideale,oltre che una sorta di direttissima alla cima del Velino (peraltro sembra di vedere che una sterrata ,che parte sempre da S.Maria in Valle, arriva alla base del Vallone,ad una quota di almeno 1100 metri)…sarà l’obiettivo di una prossima uscita dei Cavalieri!
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