Possiamo certamente affermare che si tratta di una delle cime dell'Appennino che presenta le maggiori difficoltà ambientali, per cui l'ascensione alla vetta risulta piuttosto impegnativa ed occorre conoscere molto bene il terreno per non correre il rischio di trovarsi in guai seri. Per questa ragione ci siamo fatti accompagnare dalla Guida Alpina Andrea Di Donato, che quella parte dell'Appennino la conosce molto bene, il quale ha saputo individuare l'itinerario di salita che presenta le minori difficoltà tecniche, sebbene il terreno si presenta sempre infido e con grande rischio di caduta massi.
Non nascondo che durante la salita avevo una certa apprensione, peraltro condivisa con Silvio, considerato che la linea di salita non era affatto scontata e "sospettavamo" che la vetta sarebbe rimasta ancora una volta irrangiugibile. In effetti avevamo già tentato nello scorso mese di luglio la salita al Dente del Lupo per la c.d. "normale" descritta sulla guida TCI - CAI, ma avevamo rinunciato a causa dell'evidente discrasia tra le difficoltà riportate sulla guida in questione e quelle effettivamente riscontrate sul luogo. E non avevamo affatto torto!!
Questa volta, il sapiente ed esperto Andrea Di Donato ci ha condotto egregiamente per la via da salita c.d. "invernale", mettendo insieme una serie di canali che alla fine ci hanno condotto al forcellino poco sotto la vetta che aabbiamo potuto raggiungere facilmente con un ultimo tiro di corda in arrampicata su una placca con difficoltà di II/III grado.
L'ambiente severo di questo versante della montagna è superlativo! L'alpinista che vi si trova, come è accaduto a noi, sente di trovarsi dentro la montagna a contatto diretto con essa, quasi inghiottito al suo interno; il panorama sulla vicina parete nord del Monte Camicia accresce questa sensazione di isolamento e di straordinaria bellezza.
Ma veniamo alla salita, effettuata sabato 17 settembre 2011 e alla quale hanno preso parte Gabriele (il Pontifex), Marco, Silvio ed il sottoscritto, oltre al citato Andrea.
Si Percorre la strada che unisce Rigopiano a Castelli fino a superare la galleria ed una piccola area attrezzata per il pic-nic, a quota 770 m dove si prende il sentiero che attraverso un costone boscoso risale alla Fonte dei Canali (895 m), per poi proseguire fino ad uscire dal bosco. Poco sopra gli ultimi alberi si segue la traccia di sentiero verso destra fino a giungere poco sopra la caratteristica "Scaglia" a quota 1600 m. Qui si piega decisamente verso sinistra (SO) puntando all'imbocco di una canale proprio sulla perpendicolare della citata Scaglia. Si risale il canale, interrotto da qualche breve saltino roccioso, fino a raggiungere una grande cengia erbosa alla base di una parete triangolare, dove si piega decisamente verso destra fino ad intercettare (poco prima dello spigolo che si affaccia sul Fondo della Salsa) un secondo canale inclinato da destra verso sinistra, alla cui base si trova un piccolo deposito detritico. Si risale anche questo canale, dove le difficoltà aumentano (II e III) e superando alcuni salti di roccia rotta e poco stabile ed aggirata sulla sinistra una piccola grotta sovrastata da un grosso masso arrotondato, si perviene ad una cengia caratterizzata da grossi massi instabili che si risale traversando ancora verso destra, fino a raggiungere una evidente sella dalla quale si gode un panorama incredibile su gran parte del versante nord della catena orientale del Gran Sasso e sul lontano Corno Grande.
Dalla sella, aggirando sulla destra il contrafforte roccioso che caratterizza la cresta, in leggera discesa verso destra e poi piegando a sinistra sul pendio erboso, si perviene alla "forchetta Castelli" dalla quale, oltre ad una vista magnifica sul sottostante Gravone e l'intero versante nord del Monte Tremoggia, si può ammirare finalmente la vetta del Dente del Lupo. Dalla Sella, anziche proseguire sulla cresta, si scende sul pendio erboso alla nostra sinistra (versante Gravone) in leggera diagonale verso destra, fino ad intercettare un evidente canale sulla nostra destra, risalito il quale (II grado) si perviene ad un forcellino che separa la vetta dall'anticima nord del Dente del Lupo. Pochi metri più in alto del forcellino si sosta (attrezzata) alla base della placca attraverso la quale con altri 40 metri ca. si perviene in vetta (sosta con chiodo e spit).
Per la discesa, dalla sosta attrezzata poco sotto l'ometto di vetta, si effettua una prima doppia fino alla sosta poco sopra il forcellino e da questa, attraverso la parete del versante NO (lato opposto al canale di salita), si effettua una seconda doppia di 60 metri fino alla base della parete che si trova nell'intaglio NO del Dente del Lupo. Si scende attraverso il conoide detritico e, alla base della parete, si risalgono i ghiaioni fino alla Forchetta Penne. Da qui si risale il canale roccioso (II grado) alla cui base si trova una scritta rossa "Cai Penne, Lucki ..." fino ad un forcellino attraverso il quale si scende (a sx) sui ripidi prati ed in breve si risale alla cresta delle "balconate" del Monte Camicia a quota 2470 m. Da questo punto in poi per sentiero si scende fino a Fonte Vetica, dove occorre aver lasciato una seconda auto.
La placca che conduce in vetta
Finalmente in vetta
Inizia la discesa lungo la parete NO
la "benidizione" del Pontifex (il grande ispiratore) sulle balcona del Camicia, quasi a suggellare la buona riuscita dell'ascensione ... e anche della discesa, per nulla banale a causa della continua caduta dei sassi che hanno martoriato le nostre gambe!
Per guardare tutte le foto dell'ascensione clicca
qui o sul titolo del post.
Per le informazioni ulteriori e/o richieste di accompagnamento rivolgersi ad Andrea Di Donato: www.wildworld.it dove nella sezione dedicata - www.wildworld.it/index.php?option=com_content&view=article&id=140:dente-del-lupo&catid=55:2011&Itemid=61 - vi sono altre prezione informazioni ed un personale reportage fotografico; contatto e-mail: didoguida@gmail.com