Marco Fabrizio e Gianluca....un trio che non si stanca mai di scoprire l'appennino.
Regna l'incertezza: neve vecchia, notizie di ghiaccio ed orrida crosta sui versanti nord, mentre a sud pare non ci sia più neve.
Così, dopo aver ipotizzato 2 o 3 mete diverse, sabato mattina 14 dicembre, ci dirigiamo da tutt'altra parte: al Cusna. La sera prima Fabrizio aveva letto una relazione di Beppe Stauder, scopritore di tanti intinerari e profondo conoscitore dell'appennino emiliano: salita alla Piella (una cima della dorsale che culmina nel Cusna) dal versante sud.
Raggiungiamo Ligonchio (RE) e sbagliamo strada: chiediamo e un gentile signore ci indica dove prendere la strada per la Presa Alta, sbarramento con relativo lago artificiale dove parte la nostra gita.
Nella stretta valle dell'Ozola regna l'ombra ed il gelo conserva la neve in quantità inaspettata. Ci inoltriamo nella valle solitaria e selvaggia, seguendo la strada che conduce al Rifugio Battisti ed il passo di Lama Lite.
Salendo la valle si apre e il sole la inonda di luce: la faggeta è meravigliosa fatta di grandi alberi radi. La neve è indurita dal gelo ma non pare aver fatto crosta, anzi pare che il sole la stia lavorando a dovere e inizio a pregustare la discesa.
Compaiono tracce di passaggio degli animali: poi incontriamo una zona tra gli alberi dove pare sia venuta giù una slavina, ma si tratta solo del'opera di un branco di cinghiali.
Usciti dal bosco ammiriamo l'imponente versante sud est del Cusna: studiamo la montagna, cerchiamo di capire dove passa la via di salita e quale potrebbe essere la discesa più bella: 2 scialpinisti che ci precedono si stanno dirigendo laggiù.Ma quella sarà la meta di una prossima gita: oggi proseguiamo verso est, salendo per gli ampi ed assolati pendii.
La giornata è calda, dalla Toscana le nuvole tentano di entrare in Emilia, difesa dall'alta pressione; l'ambiente è imponente: non sono più abituato a sentirmi così "piccolo" in montagna.
Raggiunta la cresta pricipale ci affacciamo velocemente a Nord, guardando la pianura sterminata, con la sua cappa di smog, e l'arco alpino in lontanza: velocemente ci prepariamo a scendere per timore che le nuvole prendano il sopravvento togliendoci la visibilità. Ma questa alta pressione è invincibile e blocca le nubi sul crinale toscano: la discesa è spettacolare.
Prima per gli ampi dolci pendii e valloncelli ho la sensazione di essere tornato alla scorsa primavera: la neve è un velluto, dolcissima, che si lascia sciare donando sensazioni incredibili e, almeno per me, difficili da descrivere.
Poi nella faggeta è godimento puro! Il firn più bello che si può desiderare: in dicembre, sul nostro appennino!
Incredibile, inaspettata, meravigliosa gita, con gli amici e compagni di tante avventure ed emozioni: ho nuovamente compreso perchè ci si alza presto, si suda si fatica ....
La vetta del Cusna con il versante Ovest, altra discesa da scoprire....
E a degna conclusione della giornata la Pietra di Bismantova ci offre lo spettacolo delle sue pareti colorate dal tramonto