La cronaca del fine settimana:
Sabato mattina, con gli amici Antonio T. e Fabio, ci siamo diretti per l'ennesima volta verso Sant'Eufemia, questa volta per salire il Ravone della Vespa che in questa stagione non avevamo ancora percorso in attesa di trovarla nelle migliri condizioni possibili. Le nostre aspettative non sono rimaste deluse: nonostante il ventaccio che ci ha investito dal momento in cui siamo scesi dall'auto presso lo Stazzo, una volta entrati nella Rava si è acquietato e la neve che abbiamo trovato era fantastica, lavorata e compatta, tant'è vero che iniziando la parte più ripida abbiamo dovuto calzare i ramponi; la discesa magnifica!
L'unica nota negativa della giornata l'ha fatta registrare il nostro amico Fabio il quale, pur possedendo almeno tre paia di ottimi ramponi, ha continuato a portare al seguito un paio rotti con le inevitabili conseguenze. Per questo l'ho poi costretto a pagare la birra, come facevamo ai vecchi tempi.
Questa mattina, alle 6,30 circa così come ci eravamo accordati la sera prima (al fine di verificare l'intensità del vento ed eventualmente cambiare il programma della giornata), ho telefonato a Marco per sollecitarlo ad anticipare l'orario del nostro appuntamento così che saremmo andati verso i Sibillini. Ma il buon Marco, prima che potessi comunicargli qualcosa, mi ha informato a sua volta che "dava forfait": che abbia preso lezioni dal messer Mascherone?
Disorientato, ho trascorso i successivi 15 minuti a riflettere sul da fare, visto che nessun altro Cavaliere aveva aderito alla gita odierna, fino a quando ho ricevuto un SMS di Luca con il quale mi si chiedeva "dove andiamo oggi?".
Subito dopo ci siamo messi in viaggio in direzione Monti Sibillini, visto che a Luca faceva piacere vedere anche quelle Montagne. Le nostre certezze però si sono molto affievolite, man mano che avvicinavamo al Monte Vettore (il canale dei "Mezzi Litri" era praticamente pulito!!). Frecati, oggi non sciamo!! Questa è stata l'esclamazione che ci siamo ripetuti reciprocamente, più volte. Così iniziamo a vagare per la Piana di Castelluccio cercando di capire quale sarebbe stata la opzione migliore per non tornare a casa a bocca asciutta.
Un po' scoraggiati, alla fine decidiamo di incamminarci per la Valle Santa all'interno della quale, almeno fino alla sella, c'era ancora neve sciabile.
Alzandoci fino a quota 1600 m circa, vediamo alla nostra sinistra un evidente canale ancora innevato che apparentemente ci avrebbe condotto fino alla cima del Redentore, almeno così ci era sembrato. Senza esitare iniziamo a salire il ripido canale, che più in alto diveniva più ampio e più ripido (nelle condizioni odierne il canale si biforcava in tre distinti rami, noi abbiamo percorso quello più a sinistra in salita) fino a raggiungere un pianoro. Continuando a salire il pendio, abbiamo puntato decisamente alla bastionata rocciosa chiamata "Lo Scoglio dell'Aquila", alla base della quale abbiamo calzato i ramponi ed abbiamo iniziato a salire il ripido canale (almeno 40/45 gradi, molto bello) che lo costeggia alla sua destra fino a raggiungere la cresta attraverso la quale poter raggiungere la cima de Redentore. Neanche a dirlo: siamo stati investiti da fortissime raffiche di vento - ho avuto la netta sensazione di venire strappato via da un momento all'altro - al punto da essere costretti a rifugiarci sotto una pancia rocciosa per poi iniziare la discesa per l'intinerario di salita, dovendo così rinunciare alla vetta a pochi metri dalla nostra posizione, dopo aver percorso circa 1000 metri di dislivello. Per fortuna abbiamo salvato la giornata. La sola salita e discesa del canale ci ha ripagato del viaggio. Naturalmente sono in grado di documentare la salita con la traccia del mio GPS che ha fatto segnare quota 2309 m nel punto in cui ci siamo fermati. Buona ripetizione a tutti, magari l'anno prossimo.
2 commenti:
Caro Angelo:non conosco le abitudini del mascherone.Personalmente sto' valutando seriamente la tua proposta di una fuga martedi'mattina.Sono grave !!devo forse farmi una dose di polvere!!!!
Caro Marcowawe, anche se non ho ancora il piacere di conoscerti, per ora siamo stati malamente accomunati dall'epiteto di "bidonari" che Angelo ha voluto, ingiustamente, appiopparci ma che, sono certo scavando nella sua memoria, rivedrà necessariamente.
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