lunedì 6 luglio 2009

Dolomiti patrimonio dell'unesco.....






Inizio settimana non dei migliori visto che da giorni I temporali pomeridiani continuano a rompere non poco….Il progetto e’scalare la cassin alla torre Trieste….mitica via aperta dall’intramontabile lecchese. Il week si avvicina ed il meteo continua a dare delle notizie poco rassicuranti…quindi scegliamo di cambiare itinerario visto la lunghezza della via e la discesa poco semplice. Il lore,esperto della zona,valuta al meglio le possibili soluzioni con discesa serena in caso di pioggia e zona che potrebbe essere interessata al minimo dalle perturbazioni. Cosi dal cilindro del mago viene fuori la Costantini-Apollonio alla seconda torre della Tofana di Rodes. Via che mi frullava in testa gia’da un po’di tempo… La scelta cade a pennello perche’ prevede un avvicinamento breve ( 40m ),un rientro a piedi tranquillo e con una previsione del meteo sulla zona migliore rispetto alle altre. Ok consolidiamo la scelta e’ venerdi sera alle 24 siamo al parcheggio del rifugio Dibona armati di tenda e sacchi per dormire. Sveglia presto per poter evitare le pertubazioni che comunque erano previste per il pomeriggio e cosi alle 5e30 dopo la colazione e sistemate le cose,siamo in cammino verso la parete. Attacchiamo alle 6:30 per uscire in vetta 6h15m dopo con la felicita’ di aver percorso una via di tutto rispetto in una ambiente spettacolare e a non aver preso neanche una goccia di acqua. Tutto merito del metereologo Lorenzo.La via attacca al centro della parete presso un diedro per poi traversare a destra e seguire una serie di fessure che solcano i vari strapiombi per poi trasportarti alla base del tiro chiave sulla seconda cengia: la schiena del mulo. Con un paio di tiri in diedro ed una placca facile su roccia verdoniana si arriva sotto gli immensi strapiombi della parte terminale della torre da cui con un lungo traverso verso sinistra si perviene ad una zona ghiaiosa che conduce in vetta. Beh questa e’una descrizione volante della via ma essendo cosi logica e’quasi impossibile sbagliare itinerario. Discesa abbastanza ovvia che ci deposita al cospetto della Tofana di Mezzo, altro spettacolo della natura, e con un largo sentiero iniziamo a scendere alla macchina. Piano piano che scendiamo avvertiamo sempre di piu’ la calura che aumenta e guardandoci in giro i nuvolosi che per tutta la salita che erano a debita distanza iniziano ad avvicinarsi a noi. Ci rinfreschiamo con una birra bevuta serenamente al rifugio Dibona per ammirare le bellezze della valle ampezzana per poi ributtarci giu’in valle verso casa.

6 commenti:

Walter ha detto...

Complimenti al Pier!!
Sei ormai l'unico a tenere alto il valore alpinistico di questa congrega di Cavalieri erranti per gobbe, gobbette, ciclotour e stazzi.
Sarebbe ora che qualche titolato ricominciasse con qualche arrampicatina!

Unknown ha detto...

...amico mio, ora cominci a farmi invidia sul serio. Complimenti!!

Walter ha detto...

Ho trovato una autorevole descrizione della via percorsa dal Pier che rende meglio idea della via percorsa dal nostro chietino.
- Indubbiamente una delle vie più belle delle Alpi, cui non manca davvero nulla. La roccia è sempre splendida, con una fantastica alternanza di situazioni: dalle fessure iniziali, molto divertenti ed estetiche, ai due tetti separati da un bellissima lunghezza tecnica, su piccole tacche. Dalla famosa "schiena di mulo", un tiraccio faticoso che si supera incastrandosi in una repellente fessura- camino, fino ai diedri terminali.
Lunghezza: 500 m.
Difficolta' massima: 6/A1

gabriele ha detto...

COMPLIMENTISSIMI!!!!!!CARO IL PIER PURTROPPO CI SIAMO CONOSCIUTI, PER QUANTO MI RIGUARDA, TROPPO TARDI!!!

gabriele ha detto...

I TETTI SUPERATI RIGOROSAMENTE IN LIBERA? CI SONO GLI SPIT NEI TETTI?UNA DIECINA DI ANNI FA LI MISE GIGI MARIO.MI SEMBRA CHE DOPO LI HANNO TOLTI.ERA TRA LE MIE VIE PREFERITE DA FARE.PER ASSAGGIO FECI IL PRIMO SPIGOLO 4° E 5°, ALTRETTANTO BELLA. LA PROSSIMA?

Il Pier ha detto...

Grazie ragazzi.....
spit li avranno tolti perchè non ne ho visto neanche uno....comunque la via merita di essere percorsa per la sua logica di salita e bellezza di roccia

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