Tra gli uomini armati di sci e piccozza si narra di un valoroso Cavaliere Medievale, conosciuto in tutta la catena degli Appennini per le sue gesta eroiche, oltre che per aver contribuito alla costituzione del famoso Ordine dei “Cavalieri della Polvere”.
Un giorno di un rigido inverno, mentre imperversava la tormenta di neve, il Cavaliere smarrì il sentiero e si trovò a vagare per i boschi senza riuscire a trovare alcun riparo, al punto che stremato dalla fatica e dalla fame cadde in terra e venne ricoperto dalla coltre di neve. Solo dopo molte ore il prode Cavaliere si destò dal suo sonno mortale e si accorse che sul dito indice della mano destra era infilato un strano anello; vedendolo, il Cavaliere ebbe appena la forza di mordere lo strano anello, che si rese subito conto delle proprietà magiche dell’anello che aveva infilato al dito.
Il prode Cavaliere riprese subito a camminare e, guidato da uno spirito scaturito dall’anello che aveva mangiato, giunse in una grotta abitata da un misterioso mago che si prese cura di lui e lo rifocillò con molti altri anelli dalle proprietà miracolose, che il mago chiamava “Tarallucci”.
Finita la tormenta di neve, prima di riprendere il suo viaggio, il Cavaliere volle imparare a preparare i prodigiosi Tarallucci, così da poterli distribuire a tutti gli uomini che in seguito si unirono nell’ordine dei “Cavalieri della Polvere”. Fu così che da quel tempo, fino ai nostri giorni, i Cavalieri elessero il Taralluccio prodigioso ad unico pasto da recare in viaggio e nessuno di loro perse mai più la strada e mai più cadde in terra per la fatica e la fame.
Ecco come preparare i prodigiosi Tarallucci, secondo la ricetta tramandata a noi dal Cavaliere Medievale.
Ingredienti e preparazione: 1/2 litro di buon vino bianco, 300gr olio extravergine d'oliva, gr 350 o 400 di zucchero in base alla dolcezza desiderata, Kg 1,2 circa a seconda della consistenza raggiunta dall'impasto che dovrà risultare morbido, 2 bustine di levito dell'angelo “purissima”, anice a piacere. sciogliere lo zucchero, con olio e vino bianco, poi aggiungere la farina ed il lievito ed impastare con forza fino ad ottenere una pasta morbida ed omogenea, infine aggiungere i semi di anice in quantità desiderata; dopo aver fatto riposare l’impasto, tagliare in piccole parti e lavorare con le mani ricavando dei bastoncini che andranno uniti alle estremità a formare un piccolo anello, quindi infornare fino alla doratura. Buon viaggio...di gusto.
Tutto ciò per gentile e generosa concessione del Cavaliere “Medievale” Polo
4 commenti:
Faccio presente che il "prodigio" dei tarallucci si è manifestato nuovamente e ripetutamente negli ultimi due giorni, al punto che tre cavalieri della polvere nella mattinata di ieri hanno potuto affrontare la tormenta di neve e ritrovare la strada di casa, solo dopo aver mangiato abbondantemente i famosi tarallucci. Per pura devozione, la mangiata si è ripetura pure nella mattinata odierna.
Ormai lo spessore del Blog sta raggiungendo livelli che ai tempi del suo nascere nessuno, credo (ma me per primo) avrebbe mai potuto immaginare. QUI SI FA CULTURA, esimi Cavalieri ed occasionali avventori..SI FA CULTURA, CULI-NARIA, ma pur sempre CULTURA! E rendiamo omaggio al Cavalier Angelo il quale, sfidando gli anatemi del Pontifex (ultimamente un pò dormiente), ha messo sul blog addirittura la ricetta di un dolce tipicamente Abruzzese da noi tutti amato ed osannato per le sue note e riconosciute virtù terapeutiche, in particolar modo sperimentate con successo dai 2.000 mt in sù. Io stesso mi dilettavo in passato a cucinarli ma con una variante.
Penso sarebbe opportuno organizzare una Sagra del Taralluccio. Che ne pensate?
Dobbiamo però riconoscere che oltre alle prodigiose e miracolose proprietà, e forse proprio per questo... i tarallucci generano una grave e piacevole dipendenza. Confesso che uno dei motivi dominanti per andare in montagna è per me quello di trovare tarallucci sulla cima!
Che avessimo "...problemi alacocce" è un dato di fatto.
Non vorrei iniziare ad avere problemi pure allo stomaco per un eventuale mix di tarallucci e tisane sconosciute (vedasi preparato di Claudio - il condadino-).
Nell'attesa del TaralloDay, mi mangio l'ultimo tarallo che Angelo mi ha lasciato in macchina ieri.
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