domenica 24 agosto 2008

... il giro dello smazzo!

Dopo quello degli Stazzi, non potevamo (io e Luca che ha pedalato con il cambio semi rotto) che provare il più temerario giro dello "smazzo", così chiamato per la fatica cui si sottopone il biker che decide di affrontarlo. Vi garantisco, però, che sarete ampiamente ripagati di tutti gli sforzi dall'ambiente che vi circonda, discese tecniche in single track e panorami veramente mozzafiato. Mai avrei visto questi luoghi, se non a bordo di una MTB, visto le distanze che le separano dalle strade di accesso.
Al solo scopo di invogliare i più volenterosi escursionisti, riporto la descrizione dell'itinerario, sperando di essere stato abbastanza esaustivo e di non aver commesso errori nella descrizione dei luoghi.

Raggiungere Villalago attraverso la SS 479 della Valle del Sagittario, che da sulmona (oppure uscita A25 di Cocullo) conduce a Scanno. Dalla statale si gira a destra e si attraversa Villalago in direzione ovest, fino ad uscirne. Si parcheggia l'auto presso una selletta dove esiste una pinetina ed una cabina del metano al margine della strada a quota 960 m slm.

Descrizione: Si inizia con una brevissima discesa verso ovest e quindi subito a sinistra (a destra si scende verso valle dove c'è una grossa stalla) si segue la stradina oltre una sbarra metallica. Si attraversa un valloncello (da qui in alto alla vostra sinistra potete vedere la cresta sommitale dell'Argatone) e la carrozzabile comincia risalire comoda la costa a destra della Valle Preziosa. Arrivati sul crinale la traccia piega a sinistra (sud ovest) seguendo quasi in piano le paline metalliche di un invisibile metanodotto, arrivando così presso un grande fontanile in cemento a quota 1227 metri. Proseguire sempre sulla carrozzabile principale, ignorando un primo incrocio a destra (indicazioni per Macchia di Rose) e poco più in alto, dopo uno scollinamento, un altro incrocio a destra per iniziare a salire un tratto ripido e sconnesso che costringe a qualche breve tratto da percorrere a piedi. Poco più avanti prendere il ramo di destra della carrareccia e successivamente ancora a destra nell’incrocio sotto la faggeta, fino a raggiungere una evidente sella (quota 1700 m ca.) a nord della cima di Rosa Pinnola (1800 m). Nel momento in cui la carrareccia traversa in piano pochi metri sotto la sella, girare decisamente a destra su una traccia di sentiero segnalato con vernice rossa, traversando in diagonale in direzione sud-ovest leggermente in salita fino a raggiungere un pianoro circolare. Da qui continuare a scendere sulla traccia di sentiero in direzione sud effettuando un single track piuttosto difficile, entrando dopo poco sotto la faggeta. Giunti all’interno di un valloncello, occorre risalire brevemente facendo attenzione a non perdere la traccia che più avanti diventa più visibile e più agevole continuando a perdere quota sui Prati del Lupo e sotto la faggeta fino ad incrociare una evidente carrareccia dove giriamo verso destra in piano per poi continuare a perdere quota rapidamente fino a raggiungere la piana di Fonte D’Appia dove c’è l’omonimo fontanile a quota 1300 m ca. (qui occorre necessariamente fare rifornimento di acqua), entrando così nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo. Dal fontanile proseguiamo sulla carrozzabile in direzione sud-est inoltrandoci, dopo 500 metri circa, in un lungo tratto completamente sottobosco in salita non molto ripida. Dopo aver percorso un tratto piuttosto sconnesso, sempre in salita, giungiamo ad un bivio a quota 1600 m dove proseguiamo sulla destra per un paio di chilometri di pianura e leggere salite su un fondo sterrato molto comodo.

Da questo momento in poi la natura antica ed incontaminata del PNA inizia a mostrarsi ai vostri occhi, lasciando meravigliati anche i più esperti escursionisti.

Continuando sulla stessa carrozzabile incontriamo un ricovero per animali e dopo un altro breve tratto in salita raggiungiamo la Pietra del Principe a quota 1800 m, iniziando poi un lungo tratto in discesa fra i boschi ed ancora una lunghissima e verdeggiante valle, quella meravigliosa di Terraegna; 3 chilometri di pianura sicuramente indimendicabili. Al termine della valle, un altro breve tratto in salita e poi di nuovo in discesa verso la Valle di Prato Rosso fino a raggiungere il Rifugio “Principessa di Piemonte” (o Prato Rosso) a quota 1530 m. Davanti al rifugio girare decisamente a sinistra in leggera salita per una carrozzabile che si inoltra nel sottobosco fino a raggiungere il Coppo del Morto a quota 1714 m. Quest’ultimo tratto di discesa/salita può essere evitato, poiché scendendo dalla testata della Valle di Terraegna a quota 1680 m incrociamo una carrozzabile alla nostra sinistra che, traversando in piano, ci conduce direttamente poco sotto al Coppo del Morto, facendoci risparmiare parecchia fatica.

Dal Coppo del Morto ci si inoltra nella Valle dei Codacchi, attraversando i prati pianeggianti fin dove è possibile pedalare. A questo punto occorre scendere dalla bici e risalire a piedi la traccia di sentiero sui pratoni sottostanti la Serra del Campitello fino ad incrociare il sentiero A7 che percorriamo in discesa (verso sinistra rispetto al senso di marcia) facendo molta attenzione, senza esitare a scendere dal mezzo nei tratti più difficoltosi. Raggiungiamo così il Valico di Campitello a quota 1898 m lasciando alla nostra destra la cima della Serra del Campitello (2026 m). Da qui, in direzione est, inizia un single track in discesa molto difficile, dove occorre prestare molta attenzione, fino a raggiungere lo stazzo di Campo Rotondo a quota 1700 m.

Dallo stazzo si pedala in piano, brevi collinette e discese molto sconnesse sull’unica carrozzabile esistente davanti a voi, percorrendo la quale in direzione sud-est si raggiunge la sorgente del fiume Tasso a quota 1500 m ca, dopo aver incrociato la carrozzabile che proviene dalla Serra di Ziomass.

Dalla Sorgente, dove finalmente ci si può dissetare, continuare a scendere lungo la Valle del Tasso fino a località “Le Prata” (agriturismo) dove riprendiamo la strada provinciale e rapidamente raggiungiamo il centro abitato di Scanno, l’omonimo lago e Villalago, dopo aver percorso 51 chilometri e 1800 metri di dislivello.

In alternativa, se si hanno ancora le forze per pedalare e volendo evitare un tratto di circa 13 km di strada asfaltata, dalle sorgenti del Tasso proseguire in salita verso destra fino alla Serra di Ziomass, dove giriamo a sinistra in discesa transitando davanti all’omonimo stazzo. Continuando sulla carrozzabile attraverso la Valle dei Campanili, prima in leggera salita e poi in discesa, si raggiunge Passo Godi in località Pietrature. Qui riprendiamo la strada provinciale in direzione Scanno fino alla Casa Cantoniera di Mimola dove giriamo a destra sulla carrozzabile, attraverso la quale raggiungiamo località San Lorenzo (agriturismo, strutture rurali ed una chiesa alla nostra sinistra). Da qui in leggera salita in direzione nord, raggiungiamo la Masseria del Collafrino e poi in in discesa attraversiamo la valle delle Masserie ed il Fosso di Jovana fino a raggiungere il ponte delle Scalelle in prossimità del centro storico di Scanno, dove continuiamo a scendere verso destra fino a raggiungere le sponde del Lago di Scanno.

Buon divertimento a tutti.

7 commenti:

pastarella? ha detto...

... relazione (ben fatta) che stanca solo a leggerla, figuriamoci a pedalarla.....

Walter ha detto...

Complimenti per la smazzata!
Ma per scrivere una relazione cosi' dettagliata, che ti porti un tomo dove ad ogni curva segni "chi sti fa?"
Un'altra cosa e scusa l'ignoranza, ma che cazzi e' su single track?
Un caro saluto al ragazzo di Chieti che mi ha fermato a Roccamorice chiedendomi chi erano gli avventurosi Cavalieri della Polvere! Mi ha riferito di leggerci sempre e che ci ha inserito tra i suoi siti Preferiti.

pastarella? ha detto...

chissà quanti ne hai percorsi senza saperlo.
...quando la strada si ristringe al punto tale da permettere il passaggio di una bici alla volta trattasi di ST ovvero si "single track", ovvero lu sentiere...
solitamente i st sono convenzionati con il reparto ortopedia della ASL del posto...
PS: Si narra che usi la tua nuova e fiammante MTB come un cancelletto scorrevole per le galline, puoi smentire?

Unknown ha detto...

Caro Walter, ti garantisco che non prendo alcun appunto. Non è molto difficile redigere una relazione ripercorrendo mentalmente l'itinerario sulla carta, basta ricordare (qualcosa l'ho dimenticata di sicuro) dove si è transitati. Purtroppo non mi riesce di fare lo stesso quando giriamo per le campagne ... dovrei iniziare ad interrogare i contadini e chiedere loro notizie sul nome dei luoghi, ma onestamente possiamo farne a meno.

Chi è il giovane lettore del blog, lo conosco?

Il Mascherone - Vince Odoardi ha detto...

Walter,
dimentichi che Angelo è mente "fredda e razionale".
LUI PUO'...

Walter ha detto...

Angelo credo che non lo conosca nessuno poiche' mi ha chiesto informazioni su tutti i componenti dell'Ordine.
Soprattutto era incuriosito da chi fosse l'esaurito chiamato Pontifex Maximus! Non preoccuparti Gabriele, ho speso parole davvero di elogio sul tuo passato, non certo sul tuo presente da conquistatore di 2000!!

Walter ha detto...

Dimenticavo per Pastarella!
Sull'uso della mia MTB hai proprio indovinato , l'ho ricoverata nel pollaio di Silvio.

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