venerdì 18 febbraio 2011

Piz Dora 2951 m e Piz Turettas 2958 m

Dopo che la sera precedente avevamo valuatato le diverse possibilità, materia nella quale il nostro "Annibale" si conferma un vero "condottiero", considerate anche le buone previsioni meteo, solo durante la colazione decidiamo di fare il breve viaggio nella vicina Val Monastero in Svizzera per la salita al Piz Dora, una delle più belle classiche scialpinistiche della zona. 
Per descrivere la giornata si potrebbero utilizzare una lunga serie di aggettivi, tra i quali "fantasmagorico", oppure "magnifico" e ancora "spaziale", ecc., ecc... La verità è che oggi abbiamo semplicemente goduto di luogi bellissimi, finalmente ci siamo immersi nella nostra amata polvere dall'inizio alla fine, insomma "M.C.S."  al cubo (visto che eravamo in tre). Proprio per questa ragione, avendo trovato sulla vetta una ventina di giovani  svizzeri armati di grosse tavole da polvere, mi sono affrettato a spellare  ed iniziare la discesa prima che i citati svizzeri potessero "fregarmi" il pendio che presentava solo due tracce di discesa del giorno prima. Tutto questo sotto lo sguardo perplesso di Mauro che, invece, ha sostenuto che c'era ancora molto spazio da sfruttare nonostante il passaggio dei numerosi freerider. Evidentemente Mauro non mi conosce ancora, vero Pastarella?
Viste le ottime condizioni della neve,  non ci siamo lasciati sfuggire la possibilità di effettuare una seconda salita, con conseguente discesa in powder, concatenando la gita al vicino Piz Turettas.
Per avere la conferma di quanto scrivo, basta cliccare qui o sul titolo e guardare le foto scattate durante la gita.  


Relazione:
Da Malles in Valle Venosta (dove eravamo alloggiati) ci si dirige a Tubre, si attraversa il confine con la Svizzera, si raggiunge Monastero e si risale l'omonima Valle fino a raggiungere il piccolo paesino di Tshierv. Si parcheggia l'auto nel piccolo piazzale adiacente la chiesetta a quota 1660 m, di fronte alla quale diparte un sentiero attraverso la maestosa foresta di pini cembri seguendo l'indicazione (cartello giallo) per Funtauna Grossa. In direzione sud e seguendo la segnaletica (bianco rosso) sugli alberi, si perviene all'ampia radura dove è situato il baito di Funtauna Grossa a quota 1866 m. 
Occorre evidenziare che non bisogna lasciare la traccia segnalata, anche in discesa, per evitare di danneggiare la punta degli alberelli in crescita. 
Dalla radura, in direzione sud ovest si risale ancora il bosco, ora più ripido e rado, fino a raggiungere un valloncello nel quale è ubicato un altro piccolo baito a quota 2200 m, Era de la Bescha. Ora piegando leggermente verso sinistra, pur mantenendo la direzione sud ovest, si raggiunge una marcata costola (Cap Nair a 2434 m) che si aggira a sinistra in modo da immetersi in un valloncello esposto ad est attraverso il quale si raggiunge il pendio finale, facendo attenzione ad alcuni tratti più ripidi .
Effettuata la discesa per il medesimo vallone di salita fino a quota 2400 m circa, in corrispondenza della sella dove inizia il citato valloncello, una volta ripellato si traversa l'ampio crinale in direzione sud est, fino a raggiungere un ampio ripiano dove c'è il Lago di Chazforà. Da qui in direzione sud si risalgono i pendii soprastanti attraverso i quali si perviene ad un altra spianata, caraterizzata da dossi e vallette, che si attraversa sempre in direzione sud puntando direttamente all'evidente Piz Turettas. 
Per la salita alla vetta è opportuno puntare alla dorsale est attraverso la quale si risale in cresta, mentre nel nostro caso abbiamo seguito la traccia già esistente che taglia, da ovest ad est, tutta la parte bassa della ripida parte del Turettas; scelta quest'ultima poco saggia, a mio parere...
Per la discesa si segue l'itenerario di salita.



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