Prima di mercoledì 16 febbraio, ancora qualche dubbio sulle condizioni meteo sull'arco alpino e alcuni inconvenienti tecnici, ma alla fine la saggia decisione: si parte!!
E' così che mercoledì sera, Mauro ed il sottoscritto, raggiungiamo Annibale (già sul posto da alcuni giorni) a Bressanone, dove ci limitiamo a trascorrere la notte e consumare la colazione al mattino seguente, per poi metterci di nuovo in viaggio fino a raggiungere l'alta Val Venosta e la Vallelunga, sempre sotto la pioggia battente e scarsa visibilità. Ciò nonostante, dopo aver individuato la località di partenza a Kapron, calziamo gli sci ed iniziamo la lunga gita fino alla vetta del Mittereck a quota 2908 m nelle alpi Venostane.
Relazione:
Da Kapron a quota 1700 m, in direzione sud, attraverso una strada forestale (perfettamente battuta) si risale la stretta Valle dei Buoi fino a raggiungere la Malga del Monte dei Buoi (Ochsenberger Alm) a quota 2162 m, ubicata in un'ampia conca dove, tra l'altro si trova una chiesetta dedicata a "St. Wendelin". Sempre in direzione sud si prosegue per il fondo della valle, puntanto ad una evidente strettoia superata la quale si perviene ad un ampio anfiteatro a quota 2461 m, dove c'è un crocefisso dedicato a "San Martino". Da questo punto, per via intuitiva, attraverso una dorsale e pendii si raggiunge la vetta del Mittereck sulla quale si trova una grossa croce in metallo ed un ometto di pietre. La discesa si effettua per l'itinerario di salita, con possibili varianti.
Normalmente dalla vetta si gode di una bella vista sul Lago di Resia, ma nel nostro caso a malapena abbiamo potuto individuare il percorso di discesa rimanendo sempre sulla traccia di salita. Peccato!
Curiosità:
Una volta tornati in prossimità della Malga del Monte dei Buoi, alcuni nostri interrogativi hanno avuto puntuale risposta: a) perchè la strada forestale era battuta; b) che voleva dire uno strano cartello con scritto "stop"; c) a cosa servivano delle grosse slitte in legno che abbiamo visto trasportate fino alla malga trainate da un quad cingolato.
Proprio davanti al cartello di "stop" erano ferme, una dietro l'altra, le quattro grosse slitte di legno tutte cariche di bambini ed un adulto al posto del "conducente". Alla mia domanda di come si riuscisse a frenare il mezzo, immaginando la discesa sulla strada battuta, uno dei "conducendi" con italiano molto stentato risponde: "niente frenare, chi frena arriva ultimo!!". E' così che sotto i nostri sguardi perplessi vediamo le quattro slitte partire verso valle in una corsa sfrenata....
Ora capiamo la ragione per la quale i campioni di slittino si chiamano "Armin Zoeggeler".
Il resto del pomeriggio lo trascorriamo, con qualche difficoltà, a trovare un alloggio in Valle Venosta per i successivi tre giorni. Solo dopo parecchie telefonate e la visita presso due centri di informazione, troviamo sistemazione presso l'hotel Grief di Malles dove, durante la cena, inizia una fitta consultazione sulle possibili gite da effettuare l'indomani.
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