Nessuna traccia dei due francesi dispersi da sette giorni a 4.000 metri sulle Grandes Jorasses al Monte Bianco, senza cibo, con il cellulare scarico e temperature che, con il vento, raggiungono 35 gradi sotto zero. Per la prima volta dall'inizio della ricerche l'elicottero del soccorso alpino valdostano e' riuscito a raggiungere la cima Walker (4.208 metri) grazie a una 'finestra' di condizioni meteo favorevoli di una ventina di minuti, chiusa pero' dai venti a 40 Km/h. Ma cio' che l'Agusta 139 ha sorvolato e' un deserto bianco dalle pendenze di 50 gradi. Con la sola piccola oasi delle sacche con viveri e tende lasciate ieri dai gendarmi francesi. Tra domani e giovedi' potrebbero essere decisive le schiarite da Ovest. Anche gli amici di Olivier Sourzac intendono provarci: in 12, divisi in piu' rifugi, attendono che il meteo migliori per partire a piedi. Poco prima delle 14 dall'aeroporto Corrado Gex e' decollato l'elicottero del Soccorso alpino valdostano. A bordo il pilota Giancarlo Farinetti, il tecnico Alberto Boglietti e le due guide alpine Dario Brocherel e Marco Gaspard.
E' gia un segno del miglioramento delle condizioni meteo: il modello che domenica si e' alzato per due volte sfiorando i 3.500 metri, il B412, viaggiava molto piu' leggero; a bordo oltre al pilota soltanto una guida. Si dirige verso la Val Ferret, scruta la situazione e inizia un vorticoso 'slalom verticale' tra quattro differenti strati di nubi. Giunge a sorvolare la Walker: ''La cima spuntava dalle nubi'' spiega il pilota Farinetti. Sorvola e osserva la zona a est della cima, scruta la parte piu' alta del seracco delle Grande Jorasses e in parte anche il Colle des Hirondelles. Tutto e' coperto da almeno 50 centimetri di neve fresca. Il vento ne ha soffiata parecchia ma le tracce dei gendarmi calati ieri dal Peloton de gendarmerie d'haute montagne di Chamonix sono ancora visibili. Poco sotto le sacche di viveri e di materiale tecnico che hanno lasciato, nella speranza che i loro connazionali possano trovarle.
Nessuna traccia che indichi invece l'eventuale bivacco di Olivier Sourzac, 47enne guida di alta montagna di Passy, e della sua cliente Charlotte De Metz, scalatrice 44enne di Fontainebleau iscritta al Club Alpin Francais. Il forte vento discendente a 25 nodi costringe presto l'elicottero a fare ritorno all'eliporto di Courmayeur: troppo pericoloso continuare a sorvolare in quelle condizioni. Verso le 15 il cielo sembra aprirsi nuovamente ma quello sprazzo di azzurro sopra la Val Ferret verra' presto inghiottito dalla coltre di nubi incombente.
Alle 16.40 l'equipaggio torna a bordo dell'Agusta per dirigersi al Corrado Gex, mentre dall'altra parte del massiccio del Monte Bianco i francesi, aiutati da una discreta visibilita' compiono il loro secondo e ultimo tentativo della giornata. Ma oltralpe il vento e'ancora piu' forte che sul versante sud delle cime. Tutto e' rimandato. ''Secondo quanto ci e' stato riferito dall'ufficio meteorologico regionale da domani ci saranno schiarite da Ovest, presumibilmente tra domani e giovedi' dovremmo risolvere la questione'' osserva fiducioso Alessandro Cortinovis, direttore del Soccorso alpino valdostano. Intanto, motivati dalle prossime schiarite, questa mattina dodici amici di Olivier Sourzac, coordinati dal fratello Bruno, hanno raggiunto alcuni rifugi da cui sarebbe possibile raggiungere la Walker, tra cui il Boccalatte e il Gervasutti. Con il miglioramento delle condizioni meteorologiche, l'idea per loro sarebbe di raggiungere a piedi la zona rocciosa a est dell'itinerario
E' gia un segno del miglioramento delle condizioni meteo: il modello che domenica si e' alzato per due volte sfiorando i 3.500 metri, il B412, viaggiava molto piu' leggero; a bordo oltre al pilota soltanto una guida. Si dirige verso la Val Ferret, scruta la situazione e inizia un vorticoso 'slalom verticale' tra quattro differenti strati di nubi. Giunge a sorvolare la Walker: ''La cima spuntava dalle nubi'' spiega il pilota Farinetti. Sorvola e osserva la zona a est della cima, scruta la parte piu' alta del seracco delle Grande Jorasses e in parte anche il Colle des Hirondelles. Tutto e' coperto da almeno 50 centimetri di neve fresca. Il vento ne ha soffiata parecchia ma le tracce dei gendarmi calati ieri dal Peloton de gendarmerie d'haute montagne di Chamonix sono ancora visibili. Poco sotto le sacche di viveri e di materiale tecnico che hanno lasciato, nella speranza che i loro connazionali possano trovarle.
Nessuna traccia che indichi invece l'eventuale bivacco di Olivier Sourzac, 47enne guida di alta montagna di Passy, e della sua cliente Charlotte De Metz, scalatrice 44enne di Fontainebleau iscritta al Club Alpin Francais. Il forte vento discendente a 25 nodi costringe presto l'elicottero a fare ritorno all'eliporto di Courmayeur: troppo pericoloso continuare a sorvolare in quelle condizioni. Verso le 15 il cielo sembra aprirsi nuovamente ma quello sprazzo di azzurro sopra la Val Ferret verra' presto inghiottito dalla coltre di nubi incombente.
Alle 16.40 l'equipaggio torna a bordo dell'Agusta per dirigersi al Corrado Gex, mentre dall'altra parte del massiccio del Monte Bianco i francesi, aiutati da una discreta visibilita' compiono il loro secondo e ultimo tentativo della giornata. Ma oltralpe il vento e'ancora piu' forte che sul versante sud delle cime. Tutto e' rimandato. ''Secondo quanto ci e' stato riferito dall'ufficio meteorologico regionale da domani ci saranno schiarite da Ovest, presumibilmente tra domani e giovedi' dovremmo risolvere la questione'' osserva fiducioso Alessandro Cortinovis, direttore del Soccorso alpino valdostano. Intanto, motivati dalle prossime schiarite, questa mattina dodici amici di Olivier Sourzac, coordinati dal fratello Bruno, hanno raggiunto alcuni rifugi da cui sarebbe possibile raggiungere la Walker, tra cui il Boccalatte e il Gervasutti. Con il miglioramento delle condizioni meteorologiche, l'idea per loro sarebbe di raggiungere a piedi la zona rocciosa a est dell'itinerario
Ecco la cronaca in diretta dell'ennesima giornata di angoscia risalente a lunedì 7 novembre
Ore 11. Un elicottero del "Peloton della Gendarmerie di Alta Montagna di Chamonixha raggiunto la vetta delle Grandes Jorasses "verricellando" due guide- gendarmi per cercare i due dispersi: le due guide sono cioè state legate con una fune al verricello dell'elicottero e depositate appena oltre la vetta della Walker per cercare i due alpinisti francesi di cui non si hanno più notizie da giovedì. Sono la guida Olivier Sourzac e la cliente Charlotte De Metz, ormai da 5 giorni bloccati a 4.000 metri sotto le Grandes Jorasses (massiccio del Monte Bianco).
Ore 11,15. Contatto radio delle due guide gendarmi dalle Jorasses a Chamonix: «Non riusciamo a trovarli».Ore 11,30. Un altro elicottero francese parte da Chamonix, per trasportare sulla vetta delle Jorasses altre due guide.
Ore 11,40. I primi due soccorritori gettano la spugna. Via radio chiedono di essere recuperati. Per loro è impossibile proseguire. Sono scesi per circa 200 metri sul versante italiano ancora avvolto dalle nubi, e hanno trovato una condizione di estremo pericolo per l'abbondante nevicata: «C'è oltre un metro di neve fresca, venite a prenderci».
Ore 11,50. Ancora nessuna traccia dei dispersi. Sul versante italiano è pronta una nuova squadra del soccorso alpino composta da tre guide più tre finanzieri di Entreves. Si attende una schiarita per far arrivare l'elicottero dall'aeroporto di Aosta.
Ore 12,05. La prima squadra di soccorritori francesi, composta da una guida gendarme e da un medico rianimatore, è atterrata a Chamonix. Il secondo elicottero non è riuscito a raggiungere la vetta. E' stato fermato in volo da una chiamata radio e fatto rientrare. La guida gendarme via radio ha detto: «C'est n'est pas la peine de continuer». Non si si sa che cosa intendesse: o «è troppo pericoloso continuare la ricerca», oppure «Li abbiamo trovati, sono morti».Ore 12,17. Via radio i francesi non hanno più comunicato nulla ai colleghi italiani. Ancora non c'è certezza, ma probabilmente quindi la frase detta dai primi soccorritori, quel «ce n'est pas la peine de continuer» può far presumere che abbiano interrotto le ricerche per il pericolo di valanghe e non perché i due alpinisti sono stati trovati morti
Ore 12,20. Sul versante italiano le condizioni meteo non migliorano. Non c'è possibilità di volo. Sul versante francese le nubi hanno di nuovo in parte coperto le Jorasses. In questo momento l'operazione di soccorso è interrotta
Ore 12,31. Ricomincia a piovere a Courmayeur. Le Grandes Jorasses sono di nuovo avvolte da una coltre di nubi e anche sul versante francese le ricerche non sono riprese. Le speranze di trovar vivi i due alpinisti si assottigliano. Si spera almeno per Olivier, che venerdì aveva detto di stare bene. La sua cliente Charlotte invece era stremata.
Ore 11,15. Contatto radio delle due guide gendarmi dalle Jorasses a Chamonix: «Non riusciamo a trovarli».Ore 11,30. Un altro elicottero francese parte da Chamonix, per trasportare sulla vetta delle Jorasses altre due guide.
Ore 11,40. I primi due soccorritori gettano la spugna. Via radio chiedono di essere recuperati. Per loro è impossibile proseguire. Sono scesi per circa 200 metri sul versante italiano ancora avvolto dalle nubi, e hanno trovato una condizione di estremo pericolo per l'abbondante nevicata: «C'è oltre un metro di neve fresca, venite a prenderci».
Ore 11,50. Ancora nessuna traccia dei dispersi. Sul versante italiano è pronta una nuova squadra del soccorso alpino composta da tre guide più tre finanzieri di Entreves. Si attende una schiarita per far arrivare l'elicottero dall'aeroporto di Aosta.
Ore 12,05. La prima squadra di soccorritori francesi, composta da una guida gendarme e da un medico rianimatore, è atterrata a Chamonix. Il secondo elicottero non è riuscito a raggiungere la vetta. E' stato fermato in volo da una chiamata radio e fatto rientrare. La guida gendarme via radio ha detto: «C'est n'est pas la peine de continuer». Non si si sa che cosa intendesse: o «è troppo pericoloso continuare la ricerca», oppure «Li abbiamo trovati, sono morti».Ore 12,17. Via radio i francesi non hanno più comunicato nulla ai colleghi italiani. Ancora non c'è certezza, ma probabilmente quindi la frase detta dai primi soccorritori, quel «ce n'est pas la peine de continuer» può far presumere che abbiano interrotto le ricerche per il pericolo di valanghe e non perché i due alpinisti sono stati trovati morti
Ore 12,20. Sul versante italiano le condizioni meteo non migliorano. Non c'è possibilità di volo. Sul versante francese le nubi hanno di nuovo in parte coperto le Jorasses. In questo momento l'operazione di soccorso è interrotta
Ore 12,31. Ricomincia a piovere a Courmayeur. Le Grandes Jorasses sono di nuovo avvolte da una coltre di nubi e anche sul versante francese le ricerche non sono riprese. Le speranze di trovar vivi i due alpinisti si assottigliano. Si spera almeno per Olivier, che venerdì aveva detto di stare bene. La sua cliente Charlotte invece era stremata.
Ore 14. Per il dottor Enrico Visetti, primario deil reparto di rianimazione dell'ospedale di Aosta e medico di montagna, «Non è possibile dire con certezza se i due dispersi siano vivi o morti, perché la casistica medica rispetto alla sopravvivenza in almiente di alta quota e a basse temperature non consente di fare previsioni. Ci sono stati casi in cui sono state trovate vive persone anche dopo una settimana». Diverso il caso di sopravvivenza sotto le valanghe, che è molto ridotta. «Ma per il freddo in alta quota, non è detto che cinque giorni siano troppi per sopravvivere. Anche l'ipotesi che siano senza viveri non può far ipotizzare la morte con sicurezza, perché anche in questo caso si può sopravvivere a lungo, mangiando un po' di neve. Tutti gli sforzi che i soccorritori stanno compiendo partono dalla speranza che i dispersi siano ancora vivi».
Ore 15 E' in corso un nuovo sorvolo da parte dei francesi, il terzo. Il primo sorvolo che aveva depositato due guide e un medico sul versante italiano delle Jaurasses non aveva prodotto esiti perché non s'è trovata nessuna traccia dei dispersi. Il comandante del Peloton de la Gendarmerie, Jean Baptiste Estachy, ha spiegato: «E' stata sorvolata la parete da 3900 a 4200 metri di quota, arrivando fino alla vetta, ma non sono state viste tracce dei due alpinisti». Estachy ha specificato che c'è un continuo pericolo di valanghe, molte delle quali si sono già staccate spontaneamente: «Tutta la parete è segnata da caduta di valanghe».
Ore 16.40 Le ricerche sono state interrotte con l'arrivo del buio. L'ultimo volo in elicottero fatto dai francesi non ha dato risultati
Ore 17.30 Domani sul versante italiano è ancora previsto maltempo. I meteorologi prevedono qualche schiarita sul lato francese, ma per gli elicotteri sarà difficile alzarsi in volo. Il giorno decisivo, a questo punto, sarà mercoledì 09.
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