Ormai eravamo già abituati al firn di primavera, ma Madre Natura ci ha voluto fare un bel regalo coprendo di una spessa coltre bianca quasi tutte le nostre montagne, arrivando anche sui tetti delle case in collina.
Primo giorno, 21 marzo
Già dalla mattina di venerdì, durante una trasferta a Roma per motivi di lavoro, sull'autostrada tra Pratola Peligna e Celano avevo potuto assaporare quello che sarebbe accaduto nei giorni seguenti. Per questa ragione avevo accettato l'invito di Matteo per fare un giro a Tavola Rotonda, anche se le previsioni meteo promettevano solo neve, ma poi un impegno di lavoro mi ha costretto a rinunciare a questa prima ipotesi con "ripiego" nel bosco di Passolanciano: qui, con Antonio e Silvio, per tutta la mattina di sabato non abbiamo fatto altro che riarare tutto il manto nevoso ancora vergine e poi al lavoro nel pomeriggio.
Secondo giorno, domenica 22 marzo
Dopo aver consultato ripetutamente le previsioni meteo, che non erano del tutto pessimistiche, con Marco Luca, Antonio ed il sottoscritto, ci accordiamo per incontrarci sotto al solito ponte con destinazione Pacentro per la salita al versante sud del Monte Mileto, così da essere al riparo dai forti venti settentrionali. Durante il tragitto ci chiedevamo, e speravamo, se avremmo trovato un buon innevamento ad una quota così bassa; man mano che ci avvicinavamo alla velle peligna e poi a Pacentro, abbiamo potuto constatare che l'innevamento era così abbondante da non poter parcheggiare l'auto, a meno di non doverla lasciare a qualche chilometro di distanza dell'attacco della salita. In ogni caso la scarsa visibilità e la forte nevicata in atto, ci ha fatto desistere.
Scatta il piano B. Breve consultazione e parecchia indecisione, ma poi decidiamo di salire a Campo di Giove, così da sfruttare gli impianti per fare qualche fuori pista: qui la sorpresa è stata ancora più grande, tanta era la neve caduta ed il vento forte da nord che imperversava in tutta la zona, al punto che non siamo nenache scesi dall'auto visto che gli impianti erano rimasti fermi.
A questo punto l'umore dei presenti, sopratutto di Marco e Luca, iniziava a farsi preoccupante per cui decidiamo di rimediare la giornata e ci fiondiamo nuovamente a Passolanciano, dove gli impianti avevano iniziato a girare solo in tarda mattinata.
Il piano C, finalmente, ci ha restituito il buon umore e grandi scorribande tra i faggi del luogo sulla neve in alcune aree ancora vergine. Al gruppo già nutrito di scalmanati, si è unito anche l'amico Giorgio Ferretti con il quale abbiamo condiviso un certo numero di capitomboli, mentre Luigi (ottima persona e sciatore di livello) ci ha semplicemente detto "ma che ve set' magnat', voi non siete normali"
Alla sera ero praticamente cotto.
Terzo giorno, lunedì 23 marzo
Chi può, può ... chi c'è, c'è ... mettetela come vi pare, ma quando a marzo c'è la polvere non si può perdere tempo.
Alle otto ero già a San Nicolao, un po' in ritardo rispetto ad altri ma con il vantaggio di aver trovato parte della traccia già battuta. Le mie gambe non ne volevano sapere di muoversi con la solità agilità, viste le sollecitazioni dei due giorni precedenti, al punto che più volte avevo pensato di rinunciare al Pescofalcone ...ma quando sulla cima del Rapina ho visto che uno ski alp (era Sergio D'Am.) stava già scendendo per il "cucchiaio" lasciando un bel ricamo sulla neve, ho raccolto le energie e con un'altra ora di fatica e 1500 metri di dislivello in totale sono arrivato alla testata della Rava Cupa. Intanto un altro ski alp mi aveva preceduto con molta "educazione", sciando subito accanto all'altra serpentina rientrando alla sella del Rapina, per cui nulla era pregiudicato.
Giusto il tempo di togliere le pelli (avevo il fiato sul collo di altri tre ski alp) e mettere la sciolina sulle solette, che già ero all'imbocco della Rava Cupa per disegnare il terzo ricamo sulla neve fino alla fine del canale per poi attraversare il pendio - molto carico e piuttosto rischioso - e uscita all'intaglio intermedio del bosco sulla cresta del Rapina e ancora polvere fino a quota 1100 m circa, poi neve già appesantita e poco scorrevole fino al parcheggio.
Una magnifica mattinata di sci e sole: vi lascio solo immaginare il resto della giornata che ho trascorso al lavoro; le mie gambe continuavano a mimare il movimento ritmato necessario per riemergere dalla polvere dopo ogni curva. Poi quando tutti mi chiedono dove mi sono abbronzato, rispondo che "in questo periodo mi faccio le lampade".
Anche per il quarto giorno di primavera Antonio ed io avevamo programmato una gita, ma questa mattina abbiamo opportunamente rinunciato a causa del forte vento. Peccato!!
Questa sera, mentre ero a fare acquisti per la casa presso un noto centro commerciale (talvolta bosogna soddisfare anche le esigenze delle nostre sante donne), ho incontrato quello ski alp - Sergio D'Am. - che per primo ha ricamato il "cucchiaio" ieri mattina, con il quale c'è stato subito un reciproco scambio di grandi sorrisi e pacche sulle spalle per aver condiviso la medesima gioia. Nella circostanza le nostre rispettive mogli/fidanzate si sono limitate a scuotere più volte la testa, come a voler dire "non c'è proprio nessun rimedio".
2 commenti:
CARO CAVALIER ANGELO GLI ALTRI GIORNI DELLA SETTIMANA CHE COSA HAI FATTO!!NOSTRO SIGNORE LAVORO'PER SEI GIORNI ED IL SETTIMO SI RIPOSO'!!!
Il mio target è 4 giorni su 7 andare in montagna, ma non mi riesce tutte le settimane, purtroppo!!
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