mercoledì 18 maggio 2011

Pio XI in due puntate

Non è un telefilm sul Pontefice che pontificò negli anni ‘20 e ’30 del secolo scorso. Anche perché se così fosse il nostro Pontifex pretenderebbe uno sceneggiato di almeno 4 puntate. Anzi c’è da dire che la recente beatificazione di altro pontefice suo competitor non lo ha messo di buon umore…

No, si tratta del raggiungimento della cima del Picco Pio XI che ha richiesto ben due tentativi.
Il primo tentativo nel giorno settimo del mese di Maria (7/5/2011).
Nella formazione d’attacco il Mascherone, Esmeralda, Massimo, ed il sottoscritto.

Arrivati al piazzale di Prati di Tivo un alpinista già perfettamente allestito si stacca dalla sua autovettura e comincia a fissarci il lunotto posteriore. E subito ci affronta: “Ma siete i Cavalieri della Polvere?” . Non sappiamo se negare o prepararci al peggio ( che avremo combinato?). Ma l’adesivo sul lunotto oramai non possiamo negarlo. Ma tutto va per il meglio. Vuole dirci che ci conosce via web, è del CAI di Frascati e sembra lieto dell’incontro. E lieti pure noi ( e sempre stupiti dei tanti che ci riconoscono) lo salutiamo e imbocchiamo il sentiero per la Val Maone.

La nostra guida per quest’uscita è “Gran Sasso d’Italia” , CAI/TCI, edizione 1992. Ci dice che a quota 1600 del sentiero si trova la Grotta dell’Oro. Ed in effetti a 3 km circa dai Prati, ed a quella quota, troviamo la grotta.


Ci dice che a destra della grotta c’è un canale (via classificata F) che ci porta ai margini della Conca del Sambuco, sulla cresta che può portarci al Picco. Con la santa pazienza risaliamo la morena ripida che immette nel canale (qualche passo avanti e vari passi indietro) e saliamo seguendo tracce di sentiero molto aleatorie e intermittenti, ma che presto spariscono del tutto.
La via è facile. Se il terreno fosse stabile sarebbe facilissima. Ma è tutta pietraie, roccia marcia, terra e prati ripidi. Ad ogni passo stacchiamo pietre.
Ad un certo punto attentiamo anche alla vita del Mascherone provocando il distacco di parecchi grossi massi che cominciano a rimbalzare all’impazzata. Dall’alto lo avvertiamo, ma non sappiamo dirgli altro. Invece Esmeralda dà al Mascherone il suggerimento giusto : di spostarsi a destra. Il Mascherone in effetti lo fa prontamente ed evita conseguenze.
Però se ne torna a casa ( se ne va proprio ! E torna a casa trovando un passaggio in auto. Ha un impegno e non può aspettare i Cavalieri impigliati nei meandri di Pio XI).



Si continua a salire superando qualche salto di roccia friabile e terra, qualche prato ripido, e qualche chiazza di neve sul pendio terminale. Si arriva quindi in cresta, e lì la vista si apre su un selvaggio Intermesoli e sulla solitaria Conca del Sambuco. Alle spalle erba gialla, pietre e roccia, davanti un mare di neve. Decidiamo che raggiungere la cima per la cresta non è proprio banale, e considerando che non vogliamo rifare in discesa la via di salita, e dobbiamo quindi raggiungere Pietracamela, tagliamo a mezza costa la Conca del Sambuco piegando verso nord, per risalire la cresta dalla sua estremità nord verso la cima. Tutto bene, senonchè invece di imboccare il facilissimo pendio che dall’estremità nord della Conca del Sambuco porta alla cima, imbocchiamo un vicino pendio, poi tramutatosi in canalino. Molto divertente, ma rinunciamo dopo 15 minuti!
Poi è una lunga camminata per arrivare a Pietracamela. A 50 metri dal paese ci prende un colpo: una spaventosa frana ha spazzato via la sterrata che stiamo percorrendo. Per fortuna è facile aggirarla. Ma poi di nuovo un colpo: il paese è proprio chiuso. Ma a ben guardare la chiusura è scavalcabile. Infine un passaggio in autostop ci riporta ai Prati.

Il secondo tentativo, 7 giorni dopo, è illuminato dalla presenza del Pontifex. Ma fra i bagliori ho riconosciuto anche i cavalieri Massimo, Nicola, Polveronzola e Marco. E mi sono riconosciuto anch'io.
Il Pontifex che aveva ascoltato i resoconti della precedente uscita ci assicura conoscere ben altra e più agevole via, su cui ci condurrà infallibilmente alla meta. Ci porta quindi fino alla Grotta dell’Oro e ci fa imboccare esattamente lo stesso canale del 7 maggio!
Vabbè, si sale per pietre, ghiaie, terre ed erbe. Il Cavalier Marco, che ci stupisce sempre con effetti speciali, repentini smarrimenti, scomparse e ricomparse, ci allieta con una deviazione dalla via maestra, anzi dalla via del Maestro, e si infila in una situazione , diciamo, incresciosa. Si ritrova su una inconsistente cengietta, fatta di terra e roccette sfatte, con 20 metri di vuoto sotto. Indietro non vuol tornare e affronta la cengietta.
Non si può dire che un Pontifex bestemmi…e non lo dico. Ma non è stato contento.
Si continua quindi come al primo tentativo. Guadagnamo la cresta, ci caliamo sulla Conca del Sambuco, tagliamo a mezza costa verso nord. Questa volta imbocchiamo il pendio giusto (che si trova proprio all’estremità nord della Conca) e risaliamo di 200 metri , direzione sud, fino alla cima.Quindi ci avviamo verso Pietracamela in direzione nord. Dopo una mezzora però, all’altezza di Prato Tondo(quota circa 1750), pieghiamo ad ovest scendendo verso il fondo della Val Maone. Seguiamo vaghi segnali rossi e nastri sbiaditi attaccati ai rami. Ma il Pontifex di nuovo conferma la Sua Infinita Previdenza e Preveggenza:
Arrivati al fondovalle alcuni, fra cui l’Esimio, hanno svoltano a nord verso Pietracamela (in discesa). Ed altri a sud risalendo circa 300 metri per raggiungere Prati di Tivo.

6 commenti:

pastarella? ha detto...

interessante uscita. Quello che non capisco e che, dopo innumerevoli dimostrazioni su più fronti (estate, inverno, acqua, ghiaccio, neve, secco, ecc. ecc.) mettete in discussione la infinita competeneza del pontifex!!!
Ritengo che se io, Silvio, Guido, Claudio (grande assente) e altri (!!!) facessimo una uscita soli non riusciremmo a ritrovare la macchina nemmeno al parcheggio dell'Iper........ senza offesa per nessuno!

il Grande Assente ha detto...

Caspita, si intravede una nuova donzella.....!!! Per quanto riguarda il senso di "disorientamento" a me attribuito da Pastarella, credo si tratta di un errore. L'unica qualità che mi riconosco in montagna è proprio quella di sapere sempre dove sono e dove vado e di ritrovare agevolemnte la via di casa....Per il resto, meglio tacere!!!

pastarella? ha detto...

Mah! se lo dici tu! in alcune occasioni mi è sembrato l'opposto (!), comumque ...

Unknown ha detto...

No, devo smentire fermamente quato detto da pastarella. Il "cavaliere Silente" è mostro di "orientamento" e ferrea memoria di ogni passaggio dei luoghi che ha visitato.

Complimenti al "gruppo Picco Pio XI", anche se la cima mi sembra un po' banale, l'ambiente è veramente grandioso.

Annibale ha detto...

Il Pontifex, che ha tutte le arcinote qualità più volte ricordate,dovrebbe tener presente che è obbligato dal cerimoniale e dal suo ruolo a mantenere un assoluto decoro nell'abbigliamento.E' quindi disdicevole che si lasci fotografare con spezzoni di nastro segnaletico legati alla fronte,a mò del protagonista del film "Il Cacciatore"!

Walter ha detto...

Bravo Annibale!
Infatti era parecchio tempo che non riuscivo a capire a chi veramente somigliasse il Pontifex e finalmente ho visto la luce: Robert De Niro!!! Ecco perche' piace così tanto alle donne!
(Silvio ti prego di intervenire con la tua mano sapiente ..... ma senza esagerare).

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