Finalmente una giornata di sole! Dopo un mese esatto, ci voleva il ritorno di "fortunello Marco" per avere un'altra giornata da ricordare tra le migliori della stagione.
Beh, oggi finalmente abbiamo potuto scorazzare per monti senza dove affrontare le intemperie, senza fretta di ritornare a casa per i soliti impegni ed in totale tranquillità, come non accadeva da tempo.
Il focal point, come al solito, alle ore 6,30 sotto al ponte che ormai potrà essere rinominato come "ponte dei Cavalieri" con destinazione già prefissata nella mia mente da alcuni giorni: Monte Meta e monte Tartaro, così da implementare la mia "collezione" dei 2000 dell'Appennino, anche se il caro Pastarella non era esattamente d'accordo con tale idea.
La salita al monte Meta per il canale nord-est non è stato privo di rischi, al punto che abbiamo preferito salire con i ramponi subito dopo aver superato i primi pilastri rocciosi che caratterizzano il citato canale, con l'uscita in cresta su ghiaccio vivo durissimo. Al contrario la discesa è stata entusiasmante, con alcuni tratti su neve ormai trasformata ed altri, nelle parti più in ombra, ancora polverosi fino giù al catino alla base del canale Da qui, traversando i Biscurri in direzione nord-ovest, abbiamo risalito la dorsale che conduce alla cresta nord-est del monte Tartaro a quota 2132 m ca. Anche se le condizioni della neve e l'attrezzattura al seguito sconsigliavano di proseguire, in perfetto stile "collezionista di 2000", ho tentato di raggiungere la vetta con piccozza e ramponi percorrendo la citata cresta in direzione sud-ovest, ma mi sono dovuto arrendere negli ultimi metri sotto un enorme fungo di ghiaccio posto a guardia della cima, per superare la quale avrei dovuto piantare viti da ghiaccio ed avere un bel paio di piccozze tra le mani. Non nascondo che per tornare indietro ho dovuto fare una bella sudata, con Pastarella che se la rideva per aver avuto la saggezza di rinunciare alla prima evidente difficoltà del terreno.
Relazione: Da Alfeda si raggiunge il rifugio Campitelli a quota 1445 m dove, in direzione nord-ovest si imbocca una larga pista che si inoltra nel bosco fino a raggiungere, dopo una breve discesa, una selletta dalla quale si seguono i segnali del sentiero estivo fino ad uscire in campo aoperto nella larga valle glaciale. Risalendo il lato sinistro della valle si incontrano, su di un dosso, i ruderi di un vecchio fortino, punto dal quale si gode di un ottima vista sull'intera valle, sui Biscurri e sulla Meta e sul Tartaro.
Continuano a risalire la valle sul lato sinistro in breve si raggiunge la base del canale nord-est del monte Meta che si risale direttamente fino ad uscire a destra sulla cresta, dalla quale in direzione sud-est si raggiunge la vetta (due crici e punto trinometrico) a quota 2242 m. Per la discesa si utilizza il percorso della salita o, in alternativa, uno stretto e ripido canale parallelo al precedente il cui imbocco è posto poco più a nord.
Per il Monte Tartato, come già descritto.
Partecipanti alla gita: Marco, Antonio (Pastarella) e Angelo.
Per vedere le foto clicca sul titolo del post.
Beh, oggi finalmente abbiamo potuto scorazzare per monti senza dove affrontare le intemperie, senza fretta di ritornare a casa per i soliti impegni ed in totale tranquillità, come non accadeva da tempo.
Il focal point, come al solito, alle ore 6,30 sotto al ponte che ormai potrà essere rinominato come "ponte dei Cavalieri" con destinazione già prefissata nella mia mente da alcuni giorni: Monte Meta e monte Tartaro, così da implementare la mia "collezione" dei 2000 dell'Appennino, anche se il caro Pastarella non era esattamente d'accordo con tale idea.
La salita al monte Meta per il canale nord-est non è stato privo di rischi, al punto che abbiamo preferito salire con i ramponi subito dopo aver superato i primi pilastri rocciosi che caratterizzano il citato canale, con l'uscita in cresta su ghiaccio vivo durissimo. Al contrario la discesa è stata entusiasmante, con alcuni tratti su neve ormai trasformata ed altri, nelle parti più in ombra, ancora polverosi fino giù al catino alla base del canale Da qui, traversando i Biscurri in direzione nord-ovest, abbiamo risalito la dorsale che conduce alla cresta nord-est del monte Tartaro a quota 2132 m ca. Anche se le condizioni della neve e l'attrezzattura al seguito sconsigliavano di proseguire, in perfetto stile "collezionista di 2000", ho tentato di raggiungere la vetta con piccozza e ramponi percorrendo la citata cresta in direzione sud-ovest, ma mi sono dovuto arrendere negli ultimi metri sotto un enorme fungo di ghiaccio posto a guardia della cima, per superare la quale avrei dovuto piantare viti da ghiaccio ed avere un bel paio di piccozze tra le mani. Non nascondo che per tornare indietro ho dovuto fare una bella sudata, con Pastarella che se la rideva per aver avuto la saggezza di rinunciare alla prima evidente difficoltà del terreno.
Relazione: Da Alfeda si raggiunge il rifugio Campitelli a quota 1445 m dove, in direzione nord-ovest si imbocca una larga pista che si inoltra nel bosco fino a raggiungere, dopo una breve discesa, una selletta dalla quale si seguono i segnali del sentiero estivo fino ad uscire in campo aoperto nella larga valle glaciale. Risalendo il lato sinistro della valle si incontrano, su di un dosso, i ruderi di un vecchio fortino, punto dal quale si gode di un ottima vista sull'intera valle, sui Biscurri e sulla Meta e sul Tartaro.
Continuano a risalire la valle sul lato sinistro in breve si raggiunge la base del canale nord-est del monte Meta che si risale direttamente fino ad uscire a destra sulla cresta, dalla quale in direzione sud-est si raggiunge la vetta (due crici e punto trinometrico) a quota 2242 m. Per la discesa si utilizza il percorso della salita o, in alternativa, uno stretto e ripido canale parallelo al precedente il cui imbocco è posto poco più a nord.
Per il Monte Tartato, come già descritto.
Partecipanti alla gita: Marco, Antonio (Pastarella) e Angelo.
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4 commenti:
Che meraviglia!
ho visto del foto del tuo album...
Il "20" deve essere un giorno a noi fortunato, oppure Marco è "Fortunello!".
Nei fatti: il 20 dicembre 2009 grandissima sciata (vedasi post), il 20 gennaio c.a. gran bella giornata ed altrettando bella "crociata".
Fatori denominatori comuni: Polvere - sole - Marco.
Non si può negare che elle ultime uscite si è esagerato e spesso ci si è avviati in montagna con belle giornate di piogga/vento.
Fattori denominatori comuni: tempo brutto - no polvere - no Marco. Fate voi le dovute conclusioni.
COMPLIMENTI PER L'ONESTA' INTELLETTUALE!!!UN ALTRO NOTO CAVALIERE SI SAREBBE ASSEGNATO LA CIMA!!NON APRIAMO UNA POLEMICA COME IL CERRO TORRE!!PURTROPPO CON POCA NEVE C'E' QUESTA POSSIBILITA'.CONOSCO IL POSTO.A PIEDI, CON PICCOZZA E RAMPONI, E' BELLA LA CRESTA CHE UNISCE META E TARTARO.A PRIMAVERA, CON GLI SCI, DEVI FARE IL "CANALINO"; IL PRIMO, A DESTRA, DEL CANALONE CENTRALE, GUARDANDO DAI BISCURRI.QUASI SCI RIPIDO CON ASSENZA DI PERICOLI.PENDENZA MEDIA UNA QUARANTINA DI GRADI.
Era proprio a quel canalino che facevo riferimento nella relazione come possibile alternativa di discesa. E' spettacolare!
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