Purtroppo le previsioni meteo, questa volta, si sono confermate in pieno e la giornata non si è conclusa come speravamo.
Come programmato la sveglia squilla alle 7,30 e poco dopo le 8,30 eravamo pronti a partire per la nostra gita al Monte Pore, classica e frequentata scialpinistica invernale della zona che, in condizioni di buona visbilità, offre un panorama di vetta eccezionale. Ripercorriamo nuovamente la SS48 che da Caprile porta verso il passo Falzarego fino a giungere a quota 1495 m in prossimità del crocevia con la SS 203 dove, in corrispondenza di un tornante, scorre il Rio di Grèola in località Cernado. Lasciata la nostra auto presso un piazzale distante qualche centinaio di metri, sotto la pioggia ci incamminiamo per una stradina piuttosto ripida che, in direzione nord-est, risale il fianco del pendio sovrastante seguendo il corso del citato Rio di Grèola fino a quando il sentiero spiana.
A questo punto, mentre la pioggia lascia spazio ad una nevicata molto suggestiva, si lascia la traccia adiacente il corso del Rio e si percorre una biforcazione verso destra che, ancora ripido, ci conduce fuori dal bosco in corripsondenza di una cascina d'alpeggio a quota 1900 m. circa. Nel frattempo incrociamo uno ski alper che, con il suo marcato accento toscano, ci informa di essere tornato indietro a causa della scarsa visibilità e dopo aver perso la traccia di salita, precisando testualmente "fuori dal bosco una sciata grandiosa". Tuttavia il citato ski alper, che pure ci aveva informati di aver rilevato un certo pericolo sotto il versante nord del Pore (precisamente ha affermato: ci andrei (c)autino), ha dimenticato di dirci che avremmo dovuto fare i conti con uno "zoccolo" da guinnes dei primati, al punto che ognuno di noi camminava ad almento 10 centimetri da terra.
A questo punto, mentre la pioggia lascia spazio ad una nevicata molto suggestiva, si lascia la traccia adiacente il corso del Rio e si percorre una biforcazione verso destra che, ancora ripido, ci conduce fuori dal bosco in corripsondenza di una cascina d'alpeggio a quota 1900 m. circa. Nel frattempo incrociamo uno ski alper che, con il suo marcato accento toscano, ci informa di essere tornato indietro a causa della scarsa visibilità e dopo aver perso la traccia di salita, precisando testualmente "fuori dal bosco una sciata grandiosa". Tuttavia il citato ski alper, che pure ci aveva informati di aver rilevato un certo pericolo sotto il versante nord del Pore (precisamente ha affermato: ci andrei (c)autino), ha dimenticato di dirci che avremmo dovuto fare i conti con uno "zoccolo" da guinnes dei primati, al punto che ognuno di noi camminava ad almento 10 centimetri da terra.
In ogni caso proseguiamo in direzione sud-est sulla traccia ancora ben visibile, transitando presso due costruzioni in legno; luogo dal quale possiamo individuare la dorsale attraverso la quale saremmo pervenuti sulla cresta nord-est del Monte Pore. Continuando sulla traccia di salita raggiungiamo il punto in cui il nostro amico toscano aveva fatto dietro front, quando la visibilità ormai era ridotta a pochi metri. Ciò nonostante Ufetto ed io proseguiamo sulla dorsale fino ad un colletto a quota 2209 m (GPS), dove ci fermiamo per almeno mezz'ora in attesa di una schiarita che ci permettesse di vedere dove proseguire. Tuttavia le nebbia sempre più fitta ci ha convinti che sarebbe stato meglio tornare indietro.
In discesa, anche se con qualche giramento di testa, abbiamo potuto godere di un manto nevoso soffice e perfettamente sciabile così come aveva garantito lo ski alper toscano. Ben altro esercizio è stato sciare sul sentiero (ripido e stretto) nel bosco, dove ci siamo "divertiti" nella pratica della derapata.
Anche oggi una bella e divertente gita, nonostante il mancato raggiungimento della vetta.
Durante il viaggio di rientro a Rocca Pietore vengo raggiunto telefonicamente da Annibale, che intanto si era recato a Bolzano, con il quale prendiamo accordi per il giorno seguente: appuntamento ore 9,30 a Molina di Fiemme per una gita nel Gruppo del Lagorai.
Durante il viaggio di rientro a Rocca Pietore vengo raggiunto telefonicamente da Annibale, che intanto si era recato a Bolzano, con il quale prendiamo accordi per il giorno seguente: appuntamento ore 9,30 a Molina di Fiemme per una gita nel Gruppo del Lagorai.
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