La pattuglia ski alp di oggi: Marco D'Er., Fabio ed Angelo.
Certo, fino a quando non scorgi il vallone dal Colle di Malanotte, si rimane nel dubbio di dove e come si possa riuscire a passare sui quei prati ripidissimi, di tanto in tanto interrotti da placche rocciose, alte pareti di roccia friabile e forre impressionanti. Ma quando davanti alla nostra vista si apre la panoramica del Vallone, i nostri occhi si riempiono di gioia e grande sorpresa.
Con lo sguardo sempre verso le pareti di roccia che ci circondano ed il sole che fa sentire tutto il suo "calore", iniziamo a risalire il vallone fino a giungere a quota 2130 circa in prossimità delle pareti che sbarrano la testata della valle. Ora bisogna effettuare un lungo e delicato traverso verso sinistra per poter accedere alla comba glaciale adagiata sotto il Monte Prena ed Infornace, ma accade l'imprevedibile; ricevo una telefonata da parte dell'amico Guido (Fabio mi aveva pregato di non rispondere) il quale, una volta appreso che mi trovavo in Montagna, lancia una gufata micidiale: se puzz' squaia sa neve!
Immediatamente dopo cala un nebbione che rende complicata la progressione, già delicata per l'esposizione su imponenti salti di roccia e facendoci brancolare nel buio una volta entrati nella comba glaciale. Grazie alla nebbia fatta apparire da "chi l'ha visto?", ci siamo letteralmente persi. Solo dopo una telefonata "disinteressata" di Antonio C. (alias pastarella) si è aperto un ampio squarcio nel cielo, grazie al quale abbiamo potuto identificare il luogo dove eravamo finiti (un pinnacolo roccioso sopra ai Piani d'Abruna a quota 2500 circa) ed abbiamo potuto scorgere la croce posta sulla cima del Prena e la rampa attraverso la quale si accede alla sella tra il Monte Prena e Infornace. Senza perdere tempo calziamo gli sci e facciamo un altro traverso in discesa fino a raggiungere la base della rampa, che abbiamo risalito velocemente per poi percorrere il tratto di cresta fino alla cima dell'Infornace.
Temendo il ritorno della nebbia, ci affrettiamo a scendere direttamente nella comba sottostante attraverso il ripido canalino a nord della cima del Monte Infornace per poi ripercorrere l'intinerario di salita con una buona visibilità.
In conclusione una gita grandiosa, anche se ci siamo persi ed abbiamo percorso un dislivello maggiore di quello previsto.
Certo, fino a quando non scorgi il vallone dal Colle di Malanotte, si rimane nel dubbio di dove e come si possa riuscire a passare sui quei prati ripidissimi, di tanto in tanto interrotti da placche rocciose, alte pareti di roccia friabile e forre impressionanti. Ma quando davanti alla nostra vista si apre la panoramica del Vallone, i nostri occhi si riempiono di gioia e grande sorpresa.
Con lo sguardo sempre verso le pareti di roccia che ci circondano ed il sole che fa sentire tutto il suo "calore", iniziamo a risalire il vallone fino a giungere a quota 2130 circa in prossimità delle pareti che sbarrano la testata della valle. Ora bisogna effettuare un lungo e delicato traverso verso sinistra per poter accedere alla comba glaciale adagiata sotto il Monte Prena ed Infornace, ma accade l'imprevedibile; ricevo una telefonata da parte dell'amico Guido (Fabio mi aveva pregato di non rispondere) il quale, una volta appreso che mi trovavo in Montagna, lancia una gufata micidiale: se puzz' squaia sa neve!
Immediatamente dopo cala un nebbione che rende complicata la progressione, già delicata per l'esposizione su imponenti salti di roccia e facendoci brancolare nel buio una volta entrati nella comba glaciale. Grazie alla nebbia fatta apparire da "chi l'ha visto?", ci siamo letteralmente persi. Solo dopo una telefonata "disinteressata" di Antonio C. (alias pastarella) si è aperto un ampio squarcio nel cielo, grazie al quale abbiamo potuto identificare il luogo dove eravamo finiti (un pinnacolo roccioso sopra ai Piani d'Abruna a quota 2500 circa) ed abbiamo potuto scorgere la croce posta sulla cima del Prena e la rampa attraverso la quale si accede alla sella tra il Monte Prena e Infornace. Senza perdere tempo calziamo gli sci e facciamo un altro traverso in discesa fino a raggiungere la base della rampa, che abbiamo risalito velocemente per poi percorrere il tratto di cresta fino alla cima dell'Infornace.
Temendo il ritorno della nebbia, ci affrettiamo a scendere direttamente nella comba sottostante attraverso il ripido canalino a nord della cima del Monte Infornace per poi ripercorrere l'intinerario di salita con una buona visibilità.
In conclusione una gita grandiosa, anche se ci siamo persi ed abbiamo percorso un dislivello maggiore di quello previsto.
Relazione
Monte Infornace (2469 m) per il vallone di Fossaceca
Località di partenza strada del lago di Pagliara a quota 809 m; dislivello 1660 m; tempo di salita 4/5 ore; difficoltà BSA; esposizione nord.
Il Vallone di Fossaceca è uno dei luoghi più belli ed impressionati del Gran Sasso. L'intinerario attraversa boschi antichi, taglia ripidissimi pendii sospesi nel vuoto di forre che incidono profondamente la montagna; risale il vallone aggirando i temibili salti di roccia che ne sbarrano la testata. In sintesi una gita magnifica, in ambiente straordinariamente bello.
Accesso: dal casello autostradale di "San Gabriele - Colledara" si raggiunge Isola del Gran Sasso e di qui Pretara. Da quest'ultimo pase seguire la strada asfaltata del lago di Pagliara (indicazioni turistiche per l'omonimo castello). Poco prima di raggiungere il lago in secca, prendere a destra una strada asfaltata a quota 809 m (all'inizio della strada c'è una sbarra metallica appoggiata tra erba ed arbusti, che si percorre per circa 500 metri, lasciando l'auto in corrispondenza di una carrareccia che sale verso la nostra sinistra (segnale CAI bianco rosso all'imbocco, poi segnali rettangolari giallo/rossi).
Salita: Si imbocca la carrareccia e la si percorre interamente fino a giungere a Fonte del Peschio a quota 1378 m, facendo attenzione a non imboccare il sentiero dei "quattro vadi", per un tratto in comune con la carrareccia. Un primo incrocio con il citato sentiero lo troviamo alla nostra destra, in corrispondenza di un ampio slargo, segnalato CAI con bolli tondi giallo/rossi (noi proseguiamo a sinistra), mentre il secondo incrocio con il "quattro vadi" lo troviamo alla nostra sinistra, in corrispondenza di un tornante verso destra, sempre segnalato con bolli tondi giallo rossi (noi proseguiamo a destra).
Una volta raggiunta la Fonte del Peschio (due vasche in cemento e la scultura di un aquila), proseguiamo alle spalle della stessa fontana (non prendere i sentieri a sinistra che risalgono il pendio) per una mulattiera fino a giungere al colle di Malanotte a quota 1415 m. Questo tratto di sentiero, in parte in discesa, può essere piuttosto pericoloso a causa delle numerose risorgenza di acqua che potrebbero gelare, rendendo molto complicata la progressione. Dal Colle di Malanotte si apre una vista magnifica sul vallone di Fossaceca e le pareti rocciose del Monte Infornace e Prena, oltre che il Cimone di Santa Colomba e le Torri di Casanova. Proseguire sul sentiero leggermente in discesa fino a giungere in corripondenza di un grande faggio isolato dal bosco, nei pressi del quale ci si immette nel vallone di Fossaceca (tenere presente questo punto anche in discesa, dove bisogna necessariamente uscire dal vallone) che si risale per via intuitiva fino a giungere fin quasi sotto le pareti rocciose che ora ci sbarrano la strada. A quota 2130 m circa, iniziare una lunga e delicata diagonale verso sinistra (est) fino ad immettersi nella grande comba graciale distesa sotto le vette del Monte Infornace e Prena, iniziando a risalire verso destra (sud) in corrispondenza di uno zoccolo roccioso che si protende verso il centro della comba. Ora con ultimo sforzo raggiungere la sella tra il Monte Prena e Infornace, alla quale si perviene attraverso una rampa obligua da sinistra verso destra. Dalla sella, percorrendo la cresta verso destra, in breve si perviene alla vetta del Monte Infornace a 2469 m.
Discesa: per l'intinerario di salita. Oppure dalla cima del Monte Infornace scendere verso nord direttamente nella comba per un canalino ripido, ma non difficile.
Fare attenzione a seguire l'intineraio di salita quando, alla fine della comba glaciale, bisogna nuovamente traversare verso sinistra per evitare un formidabile salto roccioso, non dimenticando il grande faggio nei pressi del quale bisona uscire verso destra dal vallone di Fossaceca.
4 commenti:
Bello!
UNA GITA DI ALTO LIVELLO!!!!LA FANNO IN POCHISSIMI.PURTROPPO NON SONO RIUSCITA A FARLA CON GLI SCI MA LA FARO' A PIEDI SE DIO VUOLE!!!PER COMPLETARE LA COLLEZIONE DEL VERSANTE TI CONSIGLIO IL BRANCASTELLO E LA DISCESA DEL CORNO GRANDE FINO A CASALE SAN NICOLA, SE NON LE HAI GIA' FATTE!!!
Complimenti, avete traccia GPS?
Complimenti, avete traccia GPS?
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