sabato 19 aprile 2008

TRAVERSATA IL COSTONE MT.2271 - COSTONE DELLA CERASA MT.2182

Itinerario molto suggestivo che parte ed arriva a capo pezza mt.1528 punto in cui si arriva con la macchina. Lasciata l'auto dopo aver attraversato i piani di pezza si prende l'evidente sentiero che sale a zig-zag nel bosco (sentiero italia) fino ad arrivare ad una radura dove c'e' un bivio. Si ignora il sentiero di sinistra che conduce al Colle dell'Orso e si procede su quello di destra che imbocca un vallone dopo aver salito un gradino boscoso e conduce al rifugio Sebastiani mt. 2102 risalendo il pendio dietro al rifugio si raggiunge la cima del Costone mt. 2271 dove c'e' una bella croce in ferro riempita di pietre. Dalla vetta inizia la cavalcata in cresta che si snoda come di seguito: si segue la cresta sud est fino a Colle dell'Orso mt. 2141 da dove si continua fino a Punta Trento mt. 2239. Si segue la cresta in discesa fino al valico e si risale la Punta Trieste mt. 2230. Da quest'ultima si prosegue fino a Capo di Pezza mt. 2201 e si scende al valico di Castellaneta mt. 2068. Proseguendo lunga la cresta si arriva sulla cima dell'ultima asperita' Costone della Cerasa mt. 2182. Per la discesa imboccare la linea di mezzeria della costa della tavola che senza esitazione riporta sui piani di pezza e quindi al punto di partenza. Nella discesa fare attenzione ad un salto nel bosco che conviene aggirare sulla destra orografica anziche' sulla sinistra dove bisogna trovare un passaggio obbligato. La cresta e' lunga sui cinque km.

giovedì 17 aprile 2008

M.DI CANALE 17 Aprile 2008 (le prove !)


Illustri cavalieri, nell'essere onorato nell'entrare in codesta ristretta cerchia di uomini affamati di vette, creste e cime, e ancor più di "gesti eroici" da documentare in maniera inequivocabile, pena l'esser posti alla berlina ....










Vado a conferir prove inconfutabili della mia uscita in quel del Sirente ed in particolare su uno dei famosi 2000 a me ancora mancante, e cioè M.di Canale (mt. 2.151)















si legge appena la scitta con un pennarello, ma la prova ulteriore è data da qualcuno che è stato in vetta di recente e che quindi la conosce bene !!! non si fanno nomi , ma.....












credo che con un bel aperitivo, si possa cancellare l'onta di aver messo in dubbio l'onorata parola di un aspirante cavaliere ....dei 2000 !



La giornata metereologicamente parlando non è stata delle migliori, ma avevo bene in mente la zona (avevo già effettuato negli anni passati 2 ricognizioni) e quindi dopo Piano di Canale, seguendo tracce di sentiero per la Neviera, fino ad una biforcazione per M.di Canale (nel bosco) ho poi tirato su dritto fino ad imboccare un canale che costeggiava lo "sperone di quota 2151" a sinistra del canalone di M.Canale, uscendo sulla cresta nord (mt. 2.095) e sull'anticima da cui a pochi metri a destra la vetta ! salita in bellissimo ambiente, con neve ottima per la progressione (nel bosco attorno ai 1600 mt.). cornice non pericolosa all'uscita... ma dove sono passato io ! il resto non lo so per via della nebbia, ma altrove potrebbero esser più pericolose !

Partito alle ore 07:15 dall'area picnic, posta sulla strada tra Secinaro e lo "Chalet Bruciato" in curva poco sopra i 1.000 mt.; ritorno alle ore 13:15


aspetto di conoscere il luogo dove brindare insieme, alle prossime cime...ed a una ritrovata fiducia nel prossimo...CAVALIERE !

Ad Meliora !
Fausto

mercoledì 16 aprile 2008

Monte S.Angelo

Io e Demonik avevamo un conto da regolare…con la Maiella.E l’abbiamo regolato.Oggi Grand Tour della Maiella:Rava del Ferro,Monte S.Angelo,Cima Pomilio,Monte Rotondo.E’ una lunga cavalcata nel cuore della Maiella,nelle sue contrade più selvagge e meno battute.Il tutto in una giornata ideale: sole;aria limpida,pulita dalle precipitazioni di ieri;neve dura ,ma mai vetrato.C’era un velo di neve fresca (fino a 15 centimetri,o poco più,nelle zone più alte).D’altra parte le condizioni dovevano essere simili a quelle descritte oggi dai “Cavalieri della Tavola Rotonda”.Noi però a 2500/2600 metri (e il Tour si snodava per qualche ora a quelle quote) abbiamo trovato un vento teso da Nord,comunque sopportabile.Solo un piccolo inconveniente: i ramponi di Demonik facevano zoccoli giganteschi…il Dimonio si trovava di tanto in tanto a camminare su trampoli di neve (ora,Cavalieri,lui dice di no…ma anche questo,insieme a quelli recenti e ben noti,è un indizio della perdita dei suoi super-poteri).


Vengo alla relazione.
Partiti a 1275 metri, poco al di sotto del Rifugio,percorsa la strada di Lama Bianca ancora abbondantemente innevata,abbiamo quindi “attaccato” la Rava del Ferro a quota 1500 circa.Sulla Rava progressione comoda,sempre con ramponi.Superata la sella fra Pescofalcone e Monte Amaro a quota 2400 abbiamo proseguito verso est imboccando una valletta che poi si apre su un ampio anfiteatro delimitato a quota 2600 dalla cresta Pescofalcone-Monte Amaro.Arrivati al ciglio dell’anfiteatro ho visto apparire ,e per la prima volta ho visto da vicino,una bell’aquila.Si devia quindi verso sud-est seguendo il filo di cresta fino ad incrociare la cresta di Tre Portoni.
Tre Portoni è una bella cresta con panorama su tutta la Maiella: Monte Amaro,Bivacco Pelino,Rifugio Manzini a sud-ovest ,Monte Rotondo,Focalone,Monte Cavallo a nord,nord-est e a ovest Cima Pomilio e Monte S.Angelo.Il filo di cresta è interrotto da gendarmi in molti punti : necessari vari aggiramenti ed un lungo traverso.
Alla fine di Tre Portoni (si perde un centinaio di metri di quota)ci si trova a sinistra Monte Rotondo(2656),e di fronte ,alle due estremità di un ampio piano inclinato,Cima Pomilio(2656)e Monte S.Angelo(2669).
Abbiamo raggiunto prima quest’ultimo,montagna tranquilla che ha per cima un isolato torrione roccioso (che richiede qualche passaggio facile di misto).Poi ,seguendo la cresta che li unisce, Cima Pomilio.
Infine ,scesi a 2560,sono risalito sui 2656 di Monte Rotondo (che per la verità sulla carta ha due cime…una 2 metri più alta di quella da me raggiunta e distante in linea d’aria una cinquantina di metri…a me parevano alte uguali.Insomma mi appello alla clemenza di Gabriel Dimonio e della corte).
Dislivello complessivo,con Monte Rotondo ,1700 metri.

Tavola rotonda da Macchia di Sècina

Oggi gli ski alp sono solo 2: io e Angelo. Arrivati a Campo di Giove vediamo alcune nuvole che sovrastano la cima, subito guardandoci pensiamo ad una iettatura dei compagni rimasti a casa, poi un dubbio atroce ci assale pensando alle molte ascensioni fatte dall'amico Silvio, mai concluse. Ma, lasciata la macchina e arrivati all’ imbocco del canale ci siamo subito ricreduti. La neve perfetta una brezza da nord che porta via le nuvole appoggiate in vetta ed un sole che ci apre la via danno la carica per la salita. Breve tratto con gli sci, poi ramponi fino al termine del canale. Scollinando davanti a noi si apre una pista naturale fatta di neve compatta mista a 3-4 cm di polvere caduta il giorno prima. Agganciamo gli sci per l'ultimo tratto in salita, arrivati in vetta facciamo subito le foto per l' amico Silvio che con questo aiuto sapra’ sicuramente trovare la via. Per la discesa siamo daccordo... la pista e’ li’ che ci aspetta per essere pennellata dai nostri sci (vedi foto). Arrivati in fondo ed immortalato il momento decidiamo di prendere il canale alla sx di quello della salita, anche qui' le foto testimoniano la bellezza della discesa. Nell'ultimo tratto un salto (come lo chiama Angelo) ci obbliga ad una breve discesa da rocciatori: tutto sommato divertente. Conclusione caro Angelo anche oggi hai azzeccato tutto. Ovviamente portando con te l'amuleto vivente (io).

Relazione

Tavola Rotonda m 2403 (da Macchia di Secina)

Località di partenza: bivio con la strada forestale per Macchia di Sécina, che inizia meno di un chilometro prima della stazione di sci di Campo di Giove in direzione della stazione di Palena (wp)

Esposizione Ovest; difficoltà BS; Il dislivello varia a seconda dell'innevamento, da 900 fino a circa 1300 m.

Salita. Prendere la strada forestale per Macchia di Sécina e proseguire in auto fin dove l'innevamento lo consente. Continuare sci ai piedi lungo la strada, per deviare a destra, circa 400 metri prima che essa finisca in un pianoro che ospita un rifugetto, imboccando un evidente canale che punta verso un'antenna radio che si scorge chiaramente in alto sulla cresta. Risalire interamente il canale, che in alto si biforca formando una Y (solitamente il ramo di sinistra è meglio innevato), fino ad uscire su un ampio pianoro ai piedi del pendio sotto la cresta. Si prosegue quindi in direzione dell'antenna (alle cui spalle si trovano gli impianti di risalita dismessi di Guado di Coccia), uscendo pochi metri alla sua sinistra. Seguendo la cresta in direzione NE, si guadagna in breve l'evidente rilievo arrotondato di Monte Tavola Rotonda (ometto di pietre sulla cima)

La discesa si effettua per l'intineraio di salita. In Alternativa si può scendere per l'evidente canalone (alla nostra sinistra salendo) che si imbocca appena sotto la cima di Tavola Rotonda. Fare attenzione perché in fondo a questo canale, molto bello e più ripido del pendio, c'è un salto roccioso scoperto con poca neve, che si può aggirare uscendo sulla sinistra su un crinale (delicato) che permette l'accesso ad una canale adiacente dove poter continuare la discesa fino ad incrociare la traccia di sentiero che si percorre verso sinistra fino a raggiungere nuovamente l'inizio della strada forestale.

P.S. di Angelo: Il nostro Silvio ha dovuto far ben quattro tentativi prima di raggiungere l'ometto di pietre sulla cima (Demonik lo ha messo in dubbio), mentre un immigrato vicentino si presenta e con un solo colpo conquista la Tavola Rotonda nelle migliori condizioni possibili. Ci vuole C..... anche in montagna!

domenica 13 aprile 2008

Pericolo secessione

In una sola nottata è cambiato tutto!! Le condizioni della neve che Silvio ci ha puntualmente segnalato, questa mattina erano totalmente mutate: sulla Rava della Vespa neve molto dura, con tratti di verglass una volta superati i 2200 m. C'è mancato poco che tornassimo a valle con i ramponi, dopo che la salita l'abbiamo fatta interamente senza calzare gli sci.
Ma quello che maggiormente mi preme far rilevare a tutta la "compagnia" è che questo fine settimana verrà ricordato come quello dello "scissionismo" (tanto per rimanere in argomento); già qualche tempo fà vi erano state manifestazioni separatiste, ma poi grazie ad una lauta cena riconciliatrice le varie anime dei Cavalieri della Polvere erano rimaste compatte in un solo granitico sodalizio.
Beh, negli ultimi due giorni è accaduto che Silvio si dedica alle solitarie per non aver trovato un solo compagno, gli ski - alp si separano in tre distinti gruppi, majellisti (Luca ed il sottoscritto) e gransassisti (Fabio, Angelo M. ed Emilio su Intermesoli, mentre Marco D'Er. da solo sul Camicia), qualcuno rimane a casa infortunato ed altri (Gabriele & co.) si dedicano ad escursioni misteriose ....
Appare evidente che tutto questo non dovrà più accadere, pur riconoscendo l'esistenza delle due anime del nostro sodalizio, quello degli escursionisti "cacciatori dei 2000", che ha eletto il sabato come giorno ideale per le proprie ascensioni, e quello degli ski - alp sempre a caccia di neve buona per una bella sciata.
Per porre rimedio al rischio scissione, occorre scegliere una meta comune ad entrambi i citati due gruppi e concludere la giornata davanti ad un buon bicchiere di birra (o vino se preferite). Attendo vostre notizie!

Relazione
Salita della Rava della Vespa, attraverso la quale si perviene alla vetta del Monte Amaro. Questo intinerario è impegnativo (OSA, esposizione in discesa ovest), ma di grande soddisfazione; soggetto a valanghe, quindi prestare attenzione allo stato delle neve e alle condizioni meteo nei giorni precedenti alla salita.

Salita: 100 metri prima di raggiungere il piazzaletto dove finisce la strada di Lama Bianca (wp n. 2), prendere a destra un sentiero che si inoltra nel bosco (segnavia giallo-rossi). Dopo poco (10/15 minuti circa) il sentiero si biforca: a sx si va nel canalone della Rava del Ferro, a destra verso la direttissima di Monte Amaro. Prendere a destra e seguire il comodo sentiero fino ad incrociare, dopo una breve discesa, un largo canale in una radura, per sbucare dopo poco sulpianoro alla base del Ravone della Vespa. Questa prima parte della salita è ripida, ma assai larga. La pendenza quindi diminuisce per ritornare sostenuta ma costante quando il Ravone si restringe. Nella parte sommitale il Ravone si biforca formando una Y con al cenjtro una paretina rocciosa. Poco sotto la base della paretina piegare a destra per raggiungere la crestra NNO di Monte Amaro a quota 2626 m e di qui la vetta.

Variante di avvicinamento: quando l'innevamento non permette di raggiungere il piazzale alla base della Rava de Ferro attraverso la strada della riserva "Lama Bianca", si lascia l'auto e si prosegue lungo la strada fino a raggiungere, alla nostra destra, la segnaletica di "Fonte della Chiesa". Risalire la traccia di una carrozzabile e raggiungere un piccolo rifugio seminterrato adiacente alla fonte e proseguire verso sud - est lungo un valloncello attraverso il quale si perviene alla base della Rava della Vespa. In alternativa si può seguire il crinale alla sinistra della valletta , seguendo la segnaletica del sentiero estivo transitando nella radura che ospita il Rifugio della Vespa, per poi proseguire lungo il pendio fino a raggiungere il canale della Rava.

Discesa per l'intinerario di salita.

Cavalieri delle Intemperie

Ieri una delle mie rare solitarie.Fra impegni e saggi rinvii alla domenica non c’erano “Cavalieri delle Intemperie” disponibili.
Meta: Rava del Ferro.Partenza a circa quota 1250,un po’ più in basso del Rifugio di Lama Bianca.La strada da lì è quasi tutta innevata,fino all’attacco della Rava,a 1500 metri.All’andata la Rava è in buone condizioni nella parte centrale (si sfonda 5 centimetri o poco più;qualche tratto di neve dura);un po’ meno buone sul primo strappo,quello ripido;molto meno buone fra 2200 e 2400 metri dove si sfonda 15 centimetri e più.Al ritorno si sfonda su tutta la Rava.
Meteo proibitivo,come previsto: pioggia fino a 1800-1900 metri,poi nevischio e dai 2000 metri una grande nevicata “natalizia” con molta nebbia.
L’idea era di arrivare a Monte S. Angelo,ma sulla sella fra Pescofalcone e Monte Amaro,a 2400 metri, la visibilità era nulla.Ho provato ad aspettare un po’,memore delle previsioni di miglioramento.Ma lassù,tutto zuppo,con neve e vento,più di qualche minuto non puoi stare fermo…Ed infatti sono ripartito dopo dieci minuti.
Inaspettatamente dalla sella vedo comparire uno sci-alpinista,il che in quello scenario mi ha confortato non poco ( “allora ci sono altri “Cavalieri Fuori di Testa”…).
La spiegazione delle avversità mi è giunta nel pomeriggio: in una telefonata Demonik mi chiedeva ragguagli sulla mia uscita,si accertava sulla tenuta della neve e sulla presenza di traccia adeguata…infine annunciava per oggi una sua uscita alla volta di Monte S.Angelo! HOMO HOMINI LUPUS,SED EQUES PULVERIS EQUITI PULVERIS LETALIS EST...

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