giovedì 8 maggio 2008

Nuove Rave

Nuova puntata della scoperta di Rave inedite.
Settimana scorsa la bellissima Rava del Pisciarello,al Pescofalcone.
Oggi Canalino Intermedio al Monte Amaro.Con Angelo,Marco/Polo e Marco abbiamo trovato più che un canalino,uno splendido canale,peraltro mai troppo stretto.Come per la Rava del Pisciarello,anche questa mi pare da annoverare fra le migliori classiche ski-alp.
Per la verità ho fatto la salita sul Canalino (ramponi e sci in spalla,come tutti),ma sono sceso sugli sci con Marco/polo per la Rava del Ferro…e non avendo già pronti –come direbbe Gabriele-gli sci gonfiabili…ho detto la verità...
La neve era eccezionale… un velo di neve fresca sopra, compatta e lavorata sotto.
Bellissima anche la discesa sulla Rava del Ferro.Tempo ottimo,anche se qualche nuvola gravitava a quota 2300/2400 (superfluo ricordare chi ne era il mandante…).Per la discesa le nuvole si sono prontamente scansate,e ci ha accompagnato un’ottima visibilità.
Unico grave inconveniente dell’uscita: dopo aver sentito parlare del suo strudel per mesi,e averlo pregustato la notte scorsa,e non aver mangiato troppo per prepararmi …Marco oggi non l’ha portato !
Inconvenienti lievi:
1.Il mio bastoncino ha perso una vite di bloccaggio,prima di partire.L’assistenza dell’alpinista medievale è stata preziosa: dopo altri tentativi più tecnici di alpinisti contemporanei ,lui ha ficcato fra i due pezzi telescopici un pezzo di busta di plastica,e… è andato alla grande!D’altra parte lui va in giro così (col pezzo di plastica sul bastoncino telescopico)da Natale.Nulla fa paura all’Alpinista del Medio Evo.
2.Mai stato così male in macchina!Credo sia stato decisivo lo shock da privazione di strudel.E comunque per precauzione non accetterò più passaggi in macchina da Cavalieri…

P.S. di Angelo: la discesa di oggi è stata veramente fantastica, forse la migliore della stagione. La pendenza non è mai banale, ma permette di dare "sfogo" alla tecnica anche dello ski-alp più esigente. Lo consiglio a tutti i Cavalieri!


Relazione

Monte Amaro per il "canalino intermedio"

Localita' di partenza Lama Bianca, Sant'Eufemia a Majella; dislivello 1295 fino alle vetta di Monte Amaro (1100 ca. fino alla cresta); esposizione Ovest; difficolta' OSA.

Intinerario impegnativo, di grande soddisfazione e ottima alternativa alle vicine rave del Ferro e della Vespa.

Salita: dal piazzaletto alle fine della strada di Lama Bianca a quota 1498 m, entrare nella gola che si ha di fronte (rava del Ferro), salendo in direzione della strettoia, in alto sulla sinistra apparentemente impraticabile. Superata la strettoia, a quota 1930 il canalone si allarga e si biforca: a sinistra prosegue la Rava del Ferro, mentre a destra attacca il "canalino intermedio". Prendere a destra e salire superando un primo tratto ripido e stretto fra due roccioni, dopo il quale il canale si allarga e la pendenza diminuisce. Ad una prima biforcazione poco evidente, continuare verso il ramo di sinistra del canale, mentre alla seconda biforcazione (roccette che precedono uno sperone) si può proseguire indistintamente su entrambi i rami (quello di sinistra e meno ampio e più ripido) per poi uscire sull'ampia cresta nord di Monte Amaro, che si raggiunge senza difficolta' proseguendo verso destra.
La discesa per lo stesso itinerario di salita


CESSATO ALLARME.

IL CAVALIER SILVIO HA PUBBLICATO LE FOTO DELLE ULTIME GITE NEL RELATIVO ALBUM E, PERTANTO, MI SENTO RINCUORATO A SEGUITO DELLE PREOCCUPAZIONI CHE HO MANIFESTATO NELL'ULTIMO POST. COMUNQUE HA ANCORA DEI PICCOLI "INCUBETTI" CHE CREDO TARDERANNO A SCOMPARIRE DEL TUTTO PERCHE' IL CAVALIER POLO GLI SCARICA ADDOSSO TUTTA L'AGGRESSIVITA' CHE HA NEI MIEI CONFRONTI E LUI POVERETTO SI TROVA COME SI SUOL DIRE "TRA L'INCUDINE E IL MARTELLO".

martedì 6 maggio 2008

CONFESSIONE A CUORE APERTO.

SONO PREOCCUPATO PER IL SILENZIO DEL CAVALIER SILVIO CHE CONTRARIAMENTE ALLE SUE ABITUDINI TARDA A RELAZIONARE L'USCITA DI DOMENICA E A PUBBLICARE LE RELATIVE FOTO.SPERO SIA SOLO UN RITARDO CAUSATO DA IMPEGNI FAMILIARI O LAVORATIVI. STENTO A CREDERE CHE A SEGUITO DEI RIPETUTI INCUBI CONFESSATI SIA STATO COLPITO DA INSONNIA E DI CONSEGUENZA ABBIA SCAMBIATO IL GIORNO CON LA NOTTE!!!!

domenica 4 maggio 2008

... quando tutto va per il verso giusto...

meta: vetta Occidentale del Corno Grande per il Calderone
cavalieri: io (pastarella, sarebbe meglio dire miracolato, sir Angelo da Bucchianico, sir Fabio da Loreto, sir Luca da Bucchianico e sir Marco da Montesilvano
fotografo ufficiale: sir Angelo da Bucchianico
meteo: bellissima giornata assolata e calda
peculiarità dell'escursione: culo, tanto culo...

Per prima cosa, a nome di tutti i Cavalieri, faccio tanti auguri a Lorenzo (primogenito di sir Fabio) che oggi festeggia il suo primo anno di vita. A U G U R I !

Veniamo all'escursione.
La salita è una classica, non per questo priva di "proprio orgoglio" e non banale.
Già alla partenza il gruppo si divide. Io e sir Marco optiamo per salire con la comoda seggiovia, mentre gli altri della compagnia, i duri e puri, si avviano, sci in spalla, per le lingue di neve dei prati di tivo. Ovviamente si arriva quasi contemporaneamente a causa del ritardo nello start della seggiovia.
Superato il passo delle scalette la neve si presenta marcia e scivolosa. Dopo il rifugio Franchetti le condizioni della neve cambiano e si calzano i ramponi. Su dritti. Qualcuno preferisce salire con gli sci ai piedi ed altri con i più comodi ramponi. Finalmente in vetta, non so se a sir Angelo abbia funzionato la macchina fotografica per la testimonianza anche se sir Gabrile sicuramente obietterà sull'uso della seggiovia, ma ... io non ero mai arrivato in vetta d'inverno e mi sono agevolato...
La discesa fila liscia (o quasi), si decide di scendere a destra (orografica) del vallone delle cornacchie, la neve è ottima, numerosissime S S S S S. Poi si arriva al piccolo tratto attrezzato che
risale lo sperone (ma noi lo dovevamo scendere) che divide il vallone. Il passaggio è si innevato, ma delicato. Metto i ramponi o vado come gli altri? Vado. Cado, o meglio volo. Mi faccio tutta la paretina e difficilmente riesco a mettere in atto la manovra di emergenza con la becca del condor. Dopo il volo dalle roccette vado giù per diversi metri (forse 50). Finalmente mi fermo e mi tocco per vedere se è tutto a posto, pare di si. Che gran culo. Li per li non mi rendevo conto dell'acrobazia e delle possibili tragiche conseguenze, ma quando mi hanno raggiunto tutti gli altri e ho visto le loro facce ho realizzato il pericolo scampato. Io non ho avvertito nulla tranne la neve negli occhi e la forza di gravità sul corpo. Gli altri cavalieri potranno, se lo vorranno, dare una descrizione dell'incidente che, per fortuna, ha prodotto solo uno strappo nei pantaloni.
Poi il resto dell'escursione è andata bene e si è conclusa con i soliti dolci della moglie di Marco (non è che andiamo a finire come il famoso thè?).


P.S. di Angelo
: Questa volta dobbiamo proprio parlare di "gran culo", vista la dinamica della caduta del nostro pastarella, la cui responsabilità è quella di averci seguito nella discesa sci ai
piedi del sentiero attrezzato sullo sperone evidenziato sulla foto. Questo incidente, fortunatamente senza conseguenze, è figlio della nostra arroganza e poteva essere certamente evitato semplicemente scendendo più a valle per poi risalire brevemente verso il passo delle scalette.
E dire che le avvisaglie c'erano pure state: pochi minuti prima il sottoscritto si era letteralmente ribaldato, dopo che il proprio bastoncino si era "ancorato" al cavo metallico che protegge il sentiero. Ci serva da lezione!!
Non ho potuto scattare molte foto (nessuna in vetta) perchè avevo le pile scariche e solo di tanto in tanto sono riuscito a fare una foto al volo, prima dello spegnimento della macchina.
Ma eccoci al passo delle scalette poco dopo lo scampato pericolo, dove non ho potuto fare a meno di guardare le nostre tracce di discesa:

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