sabato 14 giugno 2008

Palombo e Prodigi

Terza o quarta uscita sotto il Sacro Ombrello di Gabriele delle Rupi: si fa l’uscita col sole e appena si rientra in macchina comincia a piovere!
Ma il miracolo più grande il Santo l'ha compiuto a Pescina.La nostra assuefazione ai prodigi ormai mi impedisce di stupirmi ,ma…sentite un po’.
Sosta caffè nel bar della piazzetta con il tornante e il distributore di benzina.
Si ordinano 3 caffè,e il “Delle Rupi” sottopone l’”oste” ad uno dei suoi spiazzanti interrogatori : "A che ora comincia a piovere?” …e così via.
Ad un certo punto il barista,così…senza preavviso alcuno, chiede a Gabriele: “Gabriele delle Rupi?”
Il tempo si è fermato.Come in certe scene di film,Gabriele,il barista,il bar…tutto è rimasto fermo e sospeso nel tempo,eccetto me e Marco,ormai avvezzi ai miracoli.Il Santo è rimasto folgorato dallo stupore.
I suoi occhi lasciavano chiaramente vedere cosa passava nella soprastante testa aureolata : nubi che si squarciavano,affacciandosi centinaia di cherubini che intonavano celestiali “Alleluia,Alleluia!”
Solo dopo un po’ si è riusciti a rimettere in moto la scena,e si è anche capito l’arcano (che però,non lo negherete,rimane piuttosto miracoloso…anche se si tratta sempre del miracolo di un santo molto furbo…).
Il barista ci stava chiedendo se fossimo diretti al ristorante “Le Rupi” (in effetti la tabella segnaletica è proprio fuori dal bar),il cui titolare è un certo Gabriele…
Archiviato il miracolo e,una volta sulla cima,S.Gabriele delle Rupi ci ha dispensato alcune preziose e davvero illuminanti gocce di saggezza.E questa volta -udite udite! -riuscendo a eludere le resistenze di questo santo tradizionalmente schivo,che rifugge da foto e video (rarissime,come si sa,le sue foto),ho documentato l’evento:

Dicevo …santo furbo.Gli Annali della Chiesa riferiscono che questo santo aderisse alla corrente teologica dell’“Aiutati che Dio ti aiuta”.
A questo proposito,cari Cavalieri volevo chiedervi un consiglio,diciamo,etico.
Il santuomo mi ha chiesto di fargli un lavoretto,da me diligentemente eseguito,che vi illustro nella foto sotto.Che ne dite?Che uso vorrà farne?Non starò rendendomi complice di qualche Sacro Tiro Mancino?

venerdì 13 giugno 2008

AVVISO IMPORTANTE!!!!!!!

UDITE!!!UDITE!!!IL CAVALIER "IL MASCHERONE" E' USCITO DAL CONSUETO LETARGO INVERNALE PROPONENDOSI PER UNA GITA IN MONTAGNA. IL PREDETTO E' FORMALMENTE INVITATO A PARTECIPARE ALLA GITA DI SABATO 14.06.2008 CHE SI SVOLGERA' SUL MONTE PALOMBO MT.2013 NEL P.N.A.NON SONO AMMESSE SCUSE E/O SOLE VARIE.

giovedì 12 giugno 2008

il "nepalese" di Bucchianico

Guardando i dati di connessione al nostro blog, rilevati da Google Analytics, ho notato che nell'ultimo mese c'erano stati ben cinque contatti dal Nepal, precisamente da Kathmandu. inizialmente la cosa mi ha sorpreso, ma poi ho subito realizzato che da quella citta' solo una persona poteva aver fatto visita al blog: il nostro amico "ufetto" (alias Luca), il quale, evidentemente ogni tanto riprende i contatti con i soliti amici di cordata.
Non mi resta che mandargli un abbraccio vituale, sperando che si sia trovato bene a Kathmandu e colgo l'occasione per invitarlo a farci avere sue notizie. Ciao Luca.

mercoledì 11 giugno 2008

Compleanno in quota...io c'ero



10 Giugno, partenza da Fara San Martino (430 mt.) destinazione M.Amaro, ore 06:15, tempo buono, percorso con andatura costante per l'itinerario ormai per me molto familiare, passando nello spettacolare vallone di Santo Spirito, toccando le 2 fontane poste in essere da un certo Di Falco (qualche legame con il nostro illustrissimo ?!) , proseguendo poi per la bocca dei Valloni, dove c'è l'incrocio con il sentiero che conduce in Val Serviera.


Si continua poi fino all'ultima fonte (con notevole portata d'acqua) nei pressi di uno stazzo e (poco più sotto) della grotta dei porci e del sentiero per Cima Pomilio (h.2:30 dalla partenza). Si prosegue nella bellissima faggeta della Valle di Macchialunga, con irta , ma ombrosa, salita, passando per lo iaccio di Piano La Casa (indicazioni per la grotta del Diavolo ). La vegetazione termina attorno ai 1900 mt. per poi iniziare a lasciare il posto al paesaggio quasi lunare di Valle Cannella, che si raggiunge dopo un ulteriore cambio di pendenza (h.4:00 dalla partenza).


Il tempo regge ancora, tranne un pò di nuvolaglia innocua (bosco molto bagnato) causata proprio dall'innalzamento dell'umidità dal terreno. C'è da dire infatti che ho beccato una rara finestra per compiere questa uscita, in un periodo in cui, come detto anche dal pastore che ogni anno incontro con un mulo, nel suo fare la spola tra lo stazzo a 1800 mt ed il paese, "vo lassà a piove ?!"...


Ed anche oggi ed i prossimi giorni si prennuncia quanto meno instabile.


Proseguo iniziando a pestare i nevai (quest'anno proprio in funzione della pioggia, meno neve) e buttandomi poi verso sinistra, richiamato ogni tanto dai rari paletti che indicano il percorso "F1", arrivo passando a sinistra di una collinetta più elevata, contraddistinta da una grotta, in prossimità del rifugio Manzini.


Questa volta decido di non passare di lì e punto decisamente alla mia destra, risalendo prima una traccia (?!) e poi una lingua di neve e poi ancora un brecciaione scosceso fino a riguadagnare sopra, sul costone sommitale, la parte finale del sentiero che arriva da Femmina Morta (50 mt. prima della vetta).


Infine alle ore 12:15 ...il bivacco...la Croce ! Anche questa è fatta; si c'è la discesa, ma il tempo regge ancora, le gambe stanno a postissimo, lo spirito è altissimo, anche perchè sono contento di essermi riproposto in questa ormai annuale "sfida agni anni che passano" !


2 foto di vetta, un filmato in cui dedico questi momenti a chi mi vuol bene ed un brindisi con il prosecco per i miei 47 (Vi ricordate ?!.... vi avevo invitato, ma l'ho bevuto da solo !)


Alla Octavia sono arrivato alle 16:15 e devo dire che l'ultima ora ...è durata...una vita !!!




Auguri Fausto e un saluto a tutti.




A proposito ...poi sono passato alla COOP.... sapete dopo la "sgambatina" mi era venuta fame !!!

Grazie al cielo non ho incontrato nessuno.... spero abbiate ripreso le buone, sane abitudini... quali ?!

...quelle di andare per monti ! Quali, come, quando e con chi ...ma andare...




domenica 8 giugno 2008

... passeggiando in bicicletta

Le insistenti piogge dell'ultima settimana hanno spazzato via ogni residua possibilità di prolungare la stagione scialpinistica fino alla metà del mese, come invece era accaduto nelle stagioni precedenti. Quindi, che fare?
Beh, sistemati scarponi e sci in apposita custodia in attesa del prossimo inverno, non dobbiamo fare altro che cambiare attrezzatura: mtb, imbrago e scarpette e pronti per la stagione estiva.
Così, mentre alcuni nostri amici preferiscono frequentare la coop, questa mattina io, Guido (sì proprio lui) e Marco, ci siamo ritrovati nuovamente sotto al solito ponte ma questa volta attrezzati con le mtb. In breve siamo in viaggio sull'autostrada e raggiungiamo Bussi sul Tirino dove iniziamo la nostra gita.
Non vi racconto cosa è accaduto durante il tragitto, ma voglio solo riportare una tipica espressione dell'uomo "chi l'ha visto" mentre eravamo impegnati nel tratto più ripido e meno ciclabile di tutto il percorso: "mo m'ha rotto lu cazz' sta strada", dopo di che l'energumento si è alzato sui pedali ed è partito come un razzo.




Relazione
Da Bussi sul Tirino a Pescosansonesco, Forca di Penne, Capo d'Acqua e rientro a Bussi lungo le sponde del Tirino.
Intinerario difficoltoso, su fondo sterrato con brevi tratti di strada asfaltata.
Dislivello 1100 m, sviluppo 42 km e 4 ore circa di percorrenza.

Da bussi sul Tirino si raggiunge il cimitero dove si imbocca la sterrata che inizia alla sinistra del muro di cinta proseguendo fino ad incontrare un bivio (km 2,7 a quota 490 m) dove proseguiamo dritti; oltrepassare la sbarra metallica iniziando ad inoltrarci nella foresta demaniale (devastata dagli incendi dell'estate 2007, ma ancora molta bella) continuando a salire sulla carrozzabile molto panoramica fino a svalicare sotto le rocce della montagna di Roccatagliata. Durante questa prima parte dell'intinerario al km 8 dalla partenza (850 m) incontriamo un casolare in cemento ed un fontanile dovepotersi eventualmente rifornire di acqua.
Continuare in discesa fino a incrociare una mulattiera che prosegue verso destra, con un breve tratto in leggera salita, poi nuovamente in discesa a tratti impegnativ, fino ad un casolare (km 10,5 dalla partenza e 650 m di quota) dove inizia un tratto di strada asfaltato che ci porta a Pescosansonesco transitando davanti alla casa dei nostri amici Mascherone e Walter .
Dal paese vecchio (km 13 e 550 m) seguire le indicazioni per Fonte Freda: il primo tratto asfaltato è in forte pendenza e poco dopo all'asfalto si sostituisce un fondo roccioso molto sconnesso; in comenso il paesaggio che ci offre il Pizzo della Croce è molto suggestivo, tra rocce aspre immediatamente soprastanti le vecchie case della parte antica di Pescosansnesco (luoghi cari al Mascherone).
Comunque il tratto ssconneso in salita è abbastanza breve e subito dopo la stradina ridiscende fino ad incontrare una sterrata più larga (km 15,6 e 750 m), che seguiremo svoltando a destra proseguendo fino a raggiungere lo scollinamento di Colle Rotondo (km 18,1 e 910 m). Questo è certamente il tratto più impegnativo della gita, con salite abbatanza ripide intervallate da breve tratti semi pianeggianti,evitando di prendere il ramo di sinistra della strada sterrata che pure conduce a Colle Rotondo, ma con un fondo molto accidentato e poco ciclabile.
Appena raggiunti lo scollinamento si raggiunge un fontanile in pietra, da dove si prosegue in discesa per circa un chilometro su fond asfaltato, fino ad incontrare sulla sinistra (in prossimità di un cartello stradale "10t" ed una casolare bianco) una strada sterrata che si segue per altri 500 metri circa fino ad un tornate sulla destra quando inizia il tratto in discesa. Qui prendiamo la carrozzabile a sinistra in leggera salita attraverso il boc, che in breve permette di raggiungere Forca di Penne (km 22 e 900 m) immediatamente sotto l'antica torre.
Ora seguire la strada asfaltata per Ofena per circa 3 km fino a contrada Delfino dove, sulla sinistra, iniziano due sterrate in prossimità di un fabbricato recintato di colore rosa. Prendere la prima stradina che incontriamo alla nostra sinistra, all'inizio con qualche breve tratto in salita, per poi iniziare una discesa molto tecnica su fondo di pietre molto sconnesso fino a raggiungere il lago artificiale di Capo D'Acqua (km 30 e 340 m). Si raggiunge ora il bivio per Capestrano ed imbocchiamo la strada statale in direzione BUssi (ci sono diverse alternative sterrate, dove però è facile perdersi) e dopo 500 metri imbocchiamo la sterrata sulla destra lungo le bellissime sponde del fiume Tirino e raggiungiamo Bussi dopo circa 42 km dalla partenza. Buon divertimento.

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