sabato 28 febbraio 2009

Traversata della Maiella

da Fonte Romana per...
Fondo di Maiella per...
il Monte Macellaro per...
l'Altare dello Stincone (fortemente voluta da Silvio) e....
...discesa per la valle di Taranta

La traversata era nell'aria dall'ultima nevicata....
alle ore 08.00 inizano i primi passi nel bosco di Fonte Romana; in realtà si sarebbe dovuto partire da Fonte di Nunzio ma chi aveva provveduto a pulire la strada non aveva previsto che noi avremmo voluto parcheggiato l'auto nei pressi e quindi non ha ricavato, negli accumuli di neve a bordo strada, degli slarghi ove parcheggiare l'auto, poco importa, l'alternativa era quella di scavare noi una rientranza, quindi.....
Una volta raggiunto l'ampio anfiteatro la salita diventa più tecnica al punto che solo Angelo è riuscito a guadagnare Forchetta Maiella calzando gli sci, gli altri, chi saggiamante prima, chi dopo essere scivolati, hanno calzato i ramponi. La neve non era delle migliori, fondo ghiacciato con sopra uno strato di neve "molle e non portante".
Una volta sulla forchetta, percorrendo il vallone di Femmina Morta, si è guadagnata la cima del monte Macellaro anche se il programma originario prevedeva di toccare il Monte Amaro. Ma un po per il ritardo accumulato (di cui mi assumo la piena responsabilità), un po per la stanchezza avvertita nessuno ha contestato per il cambio di programma.
Silvio, non pago della cima raggiunta, rappresenta che vorrebbe raggiungere l'Altare dello Stincone. Questo ci porta a vincere l'istinto di buttaresi nei bei pendii che guardano la valle di Taranta e fare una deviazione, pattinando un po, per raggiungere l'ometto sull'Altare dello Stincone dove siamo rimasti tutti senza fiato per il panorama e ci siamo accorti che qualora fossimo scesi dal Macellaro (senza assecondare la richiesta di Silvio) saremmo rimasti imbrigliati in alcuni sali scendi e molto probabilmente avrenno dovuto ripellare (cosa notoriamente antipatica agli ski-alp). Bisogna mantenersi fortemente a destra per non correre questo rischio.
Dopo la deviazione ci siamo immersi nella stupenda valle di Taranta che tra panorami eccezzionali chi ha portati, non senza alcuni problemi legati alla qualità della neve, fino agli impianti per la grotta del Cavallone. Poi un piccolo tratto a piedi con sci in spalla. Fatta.
Al termine della gita, per fortuna, un grande sostenitore dei "Cavalieri", il simpatico Leonardo, ci aspettava con la sua macchina all'inizio della strada che conduce agli impianti di risalita per la grotta del Cavallone (Taranta Peligna) e da li ci ha riportato, non prima di fermarci per una biretta, a recuperare le auto.
PS: penso che siamo debitori verso Leonardo di un accurato lavaggio interno della sua auto e di una fornitura per un anno di "arbre Magique"

dislivello in salita: 1448 mt
dislivello in discesa: 1915 mt
tempo totale: circa 7 ore (con molte pause "panorama")
cielo sereno, assenza di vento.


Relazione

Vallone di Taranta: traversata da Fonte Romana (1250 m) a Pian di Valle (730 m) stazione inferiore funivia Grotta del Cavallone

Salita: sfruttando una classica scialpinistica sul versante occidentale del massiccio della Majella, Fondo di Maiella, si parte dalla strada chiusa con catena nei pressi del rifugio di Fonte Romana, che si raggiunge dopo pochi minuti. Da qui si segue la segnaletica del sentiero estivo, lungo il valloncello dove scorre un piccolo ruscello, fino a raggiungere il colle nei pressi della Fonte dell'Orso.

Solitamente si parte dal ponticello nei pressi di Fonte di Nunzio, percorrendo una sterrata normalmente chiusa da una catena, che dirama verso monte che si segue nel bosco per poi lasciarla e piegare verso destra (segnavia del sentiero estivo nella faggeta), raggiungendo Fonte dell'Orso a m 1706 (1 ora circa), ma in occasione della nostra gita in tale luogo non era possibile lasciare in sosta l'autovettura, come ha già spiegato pastarella.

Una volta sul colle, proseguire traversando a mezza costa verso nord est per entrare nel canalone nel quale termina l'ampia valle glaciale di Fondo Maiella. Una volta nella valle, risalirla fino a raggiungere alcune roccette, quindi salire a destra (ripido) per uscire in una selletta, sull'importante valico di Forchetta Majella a m 2390. Nel nostro caso, dovendo proseguire per il Vallone di Femmina Morta, abbiamo preferito risalire il canale più a sinistra della Forchetta Maiella, raggiungendo il margine a nord ovest del Fondo di Femmina Morta. Da qui, senza perdere quota, si prosegue in direzione Nord entrando nella Valle di Femmina Morta, ben visibile fra il Monte Macellaro a destra ed il largo crestone che precipita nel versante occidentale della Maiella. Si risale la valle per circa 20-30 minuti, quindi si piega decisamente a destra per raggiungere la cresta del Monte Macellaro (m 2646) appena a Nord della vetta.

Discesa: Dalla cresta del M. Macellaro si scende in direzione Est verso l'imbocco del Valle di Taranta che si vede 200 metri più in basso. Entrati nella valle, dal ramo sinistro della "Y" formata dalla sua testata, si attraversa un ripido pendio fino a raggiungere la biforcazione alla base dell'Altare dello Stincone, per poi proseguire sul fondo del vallone fino alla stazione inferiore della funivia Grotta del Cavallone in località Pian di Valle a quota 732 m nel comune di Taranta Peligna.

Nel nostro caso, per soddisfare l'esigenza di "collezione" di cime appeniniche di un membro del gruppo, dal Monte Macellaro abbiamo aggirato tutta la testata del Vallone di Taranta senza perdere quota fino a raggiungere il costone al cui termine si trova proprio l'Altare dello Stincone. Da qui, prima in direzione nord e poi verso ovest, siamo scesi direttamente nel ramo sinistro della "Y" alla testata della Valle di Taranta.

Una grande traversata, panorami splendidi ed un ambiente selvaggio ed isolato del vallone.

domenica 22 febbraio 2009

ancora powder...... Monte Rotella 2129 m


Beh, ora inizio a vergognarmi! Anzi, no ...non mi vergogno affatto, al contrario condivido con Antonio la gioia di aver trascorso tre giorni consecutivi sulla coltre di neve fresca che ha coperto gran parte della nostra splendida Regione.
La stanchezza si sente nelle mie gambe, ma non intendo rinunciare. Alcune telefonate la sera prima, una delle quali ad Antonio che pure non ha inteso rinunciare, ed ecco formato il gruppo di oggi con Marco (il serfista) e Luca comparso con un nuovo attrezzo "infernale", un paio di palettoni da telemark.
Dopo una breve consultazione sotto al solito ponte, partiamo in direzione Rocca Pia raggiunta la quale, dalla piazza antistante il Municipio, ci mettiamo subito in movimento in direzione SE sui terrazzamenti alle spalle della cabina Enel. Superata "l'Esa del Gatto" si attraversa l'ampia radura fino a raggiungere il rifugio a quota 1688 m, tenendoci sempre alla destra (salendo) del Vallone di Rotella. Dal rifugio sempre in direzione SE, senza traccia obbligata si guadagna quota fino a raggiungere la depressione alla testata del Vallone di Rotella, per poi risalire l'ultimo pendio che ci separa dalla cresta del Monte Rotella sulla cui vetta è posizionata una croce metallica e, a poca distanza, un monumento agli alpini.
Durante tutta la salita, disturbata persino da una decina di ragazzotti scaricati sulla vetta da un elicottero (...), non ho fatto altro che osservare il terreno per capire dove dovevamo scendere per evitare le tracce lasciate dagli skialp del giorno prima e le croste che si erano ormai formate in alcuni tratti esposti a SO nella parte bassa della montagna. Che dire ... ad eccezione del tratto iniziale della discesa che presentava neve ventata, polvere fino alle spalle delle nuove palazzine in costruzione a ridosso della strada provinciale che conduce al Paese di Rocca Pia dove eravamo nuovamente alle 11,30, in tempo per pranzare a casa con le rispettive famiglie.

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