giovedì 10 febbraio 2011

MORRONE e COLLE della CROCE




















Regione: Abruzzo Data: 10/02/2011
Nome: Fabrizio,Mauro,Renato. E-mail: [SPAM]Fadoraf@yahoo.it
Nome gita: Morrone e Colle della Croce Partenza da: Colle delle Vacche
Quota partenza: 1066 Dislivello: 1300
Esposiz. salita: Ovest Esposiz. discesa: Sud
Difficoltà: Sciatore buono Manto nevoso: Stupendo
Tipo di neve: Trasformata Valutazione gita: Stupendo
Bibliografia: Valle partenza:
Commento gita: Dal colle delle Vacche abbiamo seguito tutta la forestale (perfettamente innevata) fino allo Iaccio Rosso (1552 m). Poi su per gli amplissimi pendii ad Ovest del Morrone.In vetta aggirando sul lato nord (neve polverosa) le rocce sottostanti la cima (2061 m).Discesa (su firn un pò duro, fantastico) per il versante Ovest fino a q.1600 circa.Ripellamento e salita in direzione Nord al Colle della Croce (1902 m). Ripida discesa finale a Sud nel Coppo Rosso su neve un pò ammollata,ma ben sciabile.Nella parte finale bassa occorre sfruttare canali ancora innevati,perchè la neve comincia un pò a scarseggiare.Attraverso una breve fascia di bosco,rientro sulla forestale a pochissima distanza dal Colle delle Vacche.
Manto nevoso: Fantastico firn duro sotto il Morrone. Firn ammollato (forse per la diversa esposizione e/o per l'orario) sotto il Colle della Croce. Sole e tempo stupendo. Poco vento,ma temperatura frizzante.

lunedì 7 febbraio 2011

5 febbraio 2011 Punta di Prato Pulito, Cima del Lago, Cima del Redentore

Obiettivo Pizzo del Diavolo. Si parte anche prima del solito. Capeggia il Pontifex, lo scortiamo in quattro: con noi Velluto, Marco medievale, una Cavaliera Cadetta ( nome d’arte in via di definizione).
L’avvicinamento è noto, ormai siamo quasi dei pendolari dei Sibillini: A14 uscita Ascoli/ sosta ad Acquasanta Terme/ irruzione nel “Bar del Corso” del Pontifex che chiede alla titolare notizie sull’innevamento, ma che lo fa con più entusiasmo se c’è la figlia/ visita nella macelleria a fianco per acquisto olive ascolane (un raro caso di macelleria notturna: è aperta a qualsiasi ora passiamo)/abbinamento olfattivo caffè-croissant-carne cruda-acque termali sulfuree/si prosegue per Arquata e lì si inizia a salire : Piedilama, Pretare, bivio per Forca di Presta.
Questa volta ci fermiamo a poco più di un chilometro da Forca di Presta, per salire dal Canale dei Mezzi Litri.
L’imbocco del sentiero è segnato sulla strada da frecce in legno con segnale bianco/rosso (l’imbocco è a circa 1 km a sud-ovest rispetto all’asse del canale).
Il canale è a vista, ed a vista è il Rifugio Zilioli. Si parte a circa 1400 metri. Si traversa a nord-est per raggiungere il canale vero e proprio. Poi il canale è una divertente direttissima per il Zilioli, con una pendenza massima di 45°. A 2000 metri si incrocia Fonte delle Ciaule, e un piccolo fabbricato (credo una captazione d’acqua). A 2230 metri si è al Rifugio Zilioli.

Io e Marco arriviamo per primi. Il drappello con il Pontifex in testa appare, scompare… Il Pontifex impartisce ai Cadetti almeno 15 o 20 lezioni di vita e una decina di montagna.
Insomma la nostra attesa è stata ben ripagata dall’elevazione spirituale dei cadetti.

Dal Zilioli iniziamo a salire per la cresta che porta in breve su Punta di Prato Pulito (quota 2373).



I Cadetti sono alle prese con la prima cresta della loro carriera, e sono molto circospetti. Ma se la cavano bene. E siamo in breve sulla cima. Poi si scende e risale un po’, sempre in cresta , e si guadagna in 10 minuti Cima del Lago (2422).
Per proseguire verso Cima del Redentore c’è un saltino di roccia. I cadetti decidono di fermarsi lì.

Ed è stato a questo punto che il Pontifex ha pronunciato il memorabile “Discorso di Cima di Lago”, che più o meno ha suonato così:
“ RAGAZZI,ASPETTATECI QUI E NON MUOVETEVI”.
Direte: “Embè…perché è memorabile?”
Beh…intanto perché l’ha proferito il Pontifex in persona. E poi...poi anche alla cena di qualche giorno or sono il Pontifex si è levato come per proferire un discorso memorabile e solenne…poi non ha detto nulla.
Insomma i discorsi memorabili del Pontifex sono così…

Proseguiamo quindi in tre fino alla Cima del Redentore (2448), ma ormai s’è fatto tardi… i Cadetti li abbiamo lasciati su una cima con obbligo di immobilità…insomma è meglio tornare indietro, e rinunciare al Pizzo del Diavolo.

Tornati su Cima del Lago, con nostra somma sorpresa, non troviamo traccia alcuna di cadetti.
I cadetti se ne sono tranquillamente infischiati del comando espresso in forma solenne dal Pontifex, e si sono incamminati da soli in discesa.
Più tardi ci invieranno un sms:

Bisogna sapere che il Valico di Pretare non esiste. Esiste Pretare ma è parecchio lontano. Insomma però…niente paura. In realtà i cadetti conoscono un solo posto da quelle parti: Forca di Presta. E poi io conosco uno dei superpoteri del nuovo Cavaliere, Velluto: se non ricorda una cosa o un nome non perde un attimo: inventa su due piedi un sostituto.

Arriviamo al Zilioli. Il Pontifex è molto impegnato nella sua consueta attività di pubbliche relazioni:
Ferma ogni viandante, a ognuno dispensa istruzioni, raccomandazioni, ordini e divieti:

“VOLETE SALIRE PER IL CANALE XY? NON E' PER DIRE...MA E' TROPPO TARDI. NIENTE CANALE: FATE LA CRESTA”

“ E VOI DA DOVE VENITE? DA ROMA? NOI DA PESCARA, ED IO SONO IL PONTIFEX!"


“ DA DOVE VENITE? DA RIETI? E VABBE' CHE CI POSSIAMO FARE...? IO VENGO DA PESCARA E SONO IL PONTIFEX"

“ LEI PERCHE' VA VESTITO COSI'? MA LO SA CHE QUI FA FREDDO?"


"SIGNORA, SUO MARITO DOV'E'? LEI COSA FA QUI? DOVE ABITA? AH...A TRISUNGO! IO A TRISUNGO CONOSCO MARIO, NINO, FILIPPO, ECC."

Visti gli impegni della nostra illustre guida, io e Marco decidiamo di anticiparci un po’, e in una mezzora scendiamo per il Canale dei Mezzi Litri, anche per preparare adeguatamente il rientro trionfale del Pontifex a Forca di Presta, dal sentiero normale.
Ci si ritrova infine tutti al Valico di Pretare…Forca di Presta!

Ora il Pontifex si esibisce in una delle cerimonie di vestizione/rivestizione più straordinarie che ci sia mai capitata. Il terreno è un po’ infangato e innevato, quindi LUI decide di allungarsi sull’asfalto asciutto, praticamente in mezzo alla strada. Si allunga, e si contorce, si cambia, stando un po’ seduto, un po’ allungato, un po’ divincolandosi, e poi d’improvviso fermo. Biancheria varia, micropile, calzette roteano e s’ammatassano tutt’intorno.


Arriva una prima macchina. Si ferma a 20 metri dal Pontifex e non osa proseguire. Probabilmente riflettono se sia il caso di avvertire le Autorità sulla presenza a Forca di Presta di un “tarantolato”.
Poi però il Pontifex d’un tratto si erge, tutto riassettato e solenne come non mai. E il traffico riprende a scorrere, ma il ricordo degli attoniti spettatori, quello no, non trascorrerà mai.

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