giovedì 19 maggio 2011

... la MTB e l'inquisizione ....

... lo so che dopo i post(s) dal contenuto di pura vita di montagna parlare di MTB vi sembrerà inopportuno ma ...
... durante un giretto sulle colline verdeggianti di Città sant'Angelo (bellissime in questo periodo) nel visitare un borgo non tanto distante ho avvertito una inquietante presenza......


dopo le prime perplessità un anziano del posto mi ha confidato che si trattava di una Biker che disturbava ....


indovinate dove mi trovavo?

Corno Piccolo (Canale Alessio alla Danesi+via del Canalone)

verso l'anticima della vetta W del Corno Grande

verso la Sella Due Corni


discesa nella V. dei Ginepri

discesa nel canale Alessio alla Danesi

discesa nel canale

il canale



via normale da Sud al Corno Piccolo


arrampicatella

verso la vetta

discesa per la Via del Canalone






le Gemelle Kessler del Corno Piccolo:i due sciatori-ballerini Cristyano e Rinaldinho


Regione: Abruzzo Data: 14/05/2011
Nome: Fabrizio,Fausto,Cristyano,Rinaldinho E-mail: [SPAM]Fadoraf@yahoo.it
Nome gita: Corno Piccolo (Canale Alessio alla Danesi+via del Canalone) Partenza da: Madonnina (arrivo ovovia)
Quota partenza: 2000 Dislivello: 1350
Esposiz. salita: Ovest Esposiz. discesa: Nord
Difficoltà: Sci-alpinista ottimo Manto nevoso: Stupendo
Tipo di neve: Trasformata Valutazione gita: Stupendo
Bibliografia: Valle partenza: Prati di Tivo
Commento gita: Itinerario:Ovovia-Madonnina-Sella Due Corni-Discesa in V. dei Ginepri fino a q.2200-risalita del Canale Alessio alla Danesi (non ci risulta abbia un nome;l'abbiamo chiamato così in onore del figlio di Cristyano,nato 4 giorni orsono e perchè arriva ad intersecare il tracciato della Danesi)-Discesa del canale Alessio alla Danesi-Risalita nel canale fino ad intersecare la via normale da sud al Corno Piccolo-Via normale da sud al Corno Piccolo-Prima Spalla-Vetta Corno Piccolo-Discesa dalla vetta sci ai piedi per gli ampi pendii superiori-Via del Canalone-Arrivo a 10 min dal parcheggio con lunga lingua di neve. Fantastico-Superfantastico-Stratosferico!
Manto nevoso: Firn favoloso nel V. dei Ginepri. Firn buono nel canale Alessio alla Danesi (pendenza 45-50° in alto;poi 40-45° costanti) Neve molle-marcia nei pendii superiori Nord del Corno Piccolo. Firn (anche ghiacciatello) nella via del Canalone. Neve marcia all'uscita sui Prati. Neve trasformata,un pò sporca nella lingua di neve finale. Pericolo Valanghe 1

mercoledì 18 maggio 2011

Pio XI in due puntate

Non è un telefilm sul Pontefice che pontificò negli anni ‘20 e ’30 del secolo scorso. Anche perché se così fosse il nostro Pontifex pretenderebbe uno sceneggiato di almeno 4 puntate. Anzi c’è da dire che la recente beatificazione di altro pontefice suo competitor non lo ha messo di buon umore…

No, si tratta del raggiungimento della cima del Picco Pio XI che ha richiesto ben due tentativi.
Il primo tentativo nel giorno settimo del mese di Maria (7/5/2011).
Nella formazione d’attacco il Mascherone, Esmeralda, Massimo, ed il sottoscritto.

Arrivati al piazzale di Prati di Tivo un alpinista già perfettamente allestito si stacca dalla sua autovettura e comincia a fissarci il lunotto posteriore. E subito ci affronta: “Ma siete i Cavalieri della Polvere?” . Non sappiamo se negare o prepararci al peggio ( che avremo combinato?). Ma l’adesivo sul lunotto oramai non possiamo negarlo. Ma tutto va per il meglio. Vuole dirci che ci conosce via web, è del CAI di Frascati e sembra lieto dell’incontro. E lieti pure noi ( e sempre stupiti dei tanti che ci riconoscono) lo salutiamo e imbocchiamo il sentiero per la Val Maone.

La nostra guida per quest’uscita è “Gran Sasso d’Italia” , CAI/TCI, edizione 1992. Ci dice che a quota 1600 del sentiero si trova la Grotta dell’Oro. Ed in effetti a 3 km circa dai Prati, ed a quella quota, troviamo la grotta.


Ci dice che a destra della grotta c’è un canale (via classificata F) che ci porta ai margini della Conca del Sambuco, sulla cresta che può portarci al Picco. Con la santa pazienza risaliamo la morena ripida che immette nel canale (qualche passo avanti e vari passi indietro) e saliamo seguendo tracce di sentiero molto aleatorie e intermittenti, ma che presto spariscono del tutto.
La via è facile. Se il terreno fosse stabile sarebbe facilissima. Ma è tutta pietraie, roccia marcia, terra e prati ripidi. Ad ogni passo stacchiamo pietre.
Ad un certo punto attentiamo anche alla vita del Mascherone provocando il distacco di parecchi grossi massi che cominciano a rimbalzare all’impazzata. Dall’alto lo avvertiamo, ma non sappiamo dirgli altro. Invece Esmeralda dà al Mascherone il suggerimento giusto : di spostarsi a destra. Il Mascherone in effetti lo fa prontamente ed evita conseguenze.
Però se ne torna a casa ( se ne va proprio ! E torna a casa trovando un passaggio in auto. Ha un impegno e non può aspettare i Cavalieri impigliati nei meandri di Pio XI).



Si continua a salire superando qualche salto di roccia friabile e terra, qualche prato ripido, e qualche chiazza di neve sul pendio terminale. Si arriva quindi in cresta, e lì la vista si apre su un selvaggio Intermesoli e sulla solitaria Conca del Sambuco. Alle spalle erba gialla, pietre e roccia, davanti un mare di neve. Decidiamo che raggiungere la cima per la cresta non è proprio banale, e considerando che non vogliamo rifare in discesa la via di salita, e dobbiamo quindi raggiungere Pietracamela, tagliamo a mezza costa la Conca del Sambuco piegando verso nord, per risalire la cresta dalla sua estremità nord verso la cima. Tutto bene, senonchè invece di imboccare il facilissimo pendio che dall’estremità nord della Conca del Sambuco porta alla cima, imbocchiamo un vicino pendio, poi tramutatosi in canalino. Molto divertente, ma rinunciamo dopo 15 minuti!
Poi è una lunga camminata per arrivare a Pietracamela. A 50 metri dal paese ci prende un colpo: una spaventosa frana ha spazzato via la sterrata che stiamo percorrendo. Per fortuna è facile aggirarla. Ma poi di nuovo un colpo: il paese è proprio chiuso. Ma a ben guardare la chiusura è scavalcabile. Infine un passaggio in autostop ci riporta ai Prati.

Il secondo tentativo, 7 giorni dopo, è illuminato dalla presenza del Pontifex. Ma fra i bagliori ho riconosciuto anche i cavalieri Massimo, Nicola, Polveronzola e Marco. E mi sono riconosciuto anch'io.
Il Pontifex che aveva ascoltato i resoconti della precedente uscita ci assicura conoscere ben altra e più agevole via, su cui ci condurrà infallibilmente alla meta. Ci porta quindi fino alla Grotta dell’Oro e ci fa imboccare esattamente lo stesso canale del 7 maggio!
Vabbè, si sale per pietre, ghiaie, terre ed erbe. Il Cavalier Marco, che ci stupisce sempre con effetti speciali, repentini smarrimenti, scomparse e ricomparse, ci allieta con una deviazione dalla via maestra, anzi dalla via del Maestro, e si infila in una situazione , diciamo, incresciosa. Si ritrova su una inconsistente cengietta, fatta di terra e roccette sfatte, con 20 metri di vuoto sotto. Indietro non vuol tornare e affronta la cengietta.
Non si può dire che un Pontifex bestemmi…e non lo dico. Ma non è stato contento.
Si continua quindi come al primo tentativo. Guadagnamo la cresta, ci caliamo sulla Conca del Sambuco, tagliamo a mezza costa verso nord. Questa volta imbocchiamo il pendio giusto (che si trova proprio all’estremità nord della Conca) e risaliamo di 200 metri , direzione sud, fino alla cima.Quindi ci avviamo verso Pietracamela in direzione nord. Dopo una mezzora però, all’altezza di Prato Tondo(quota circa 1750), pieghiamo ad ovest scendendo verso il fondo della Val Maone. Seguiamo vaghi segnali rossi e nastri sbiaditi attaccati ai rami. Ma il Pontifex di nuovo conferma la Sua Infinita Previdenza e Preveggenza:
Arrivati al fondovalle alcuni, fra cui l’Esimio, hanno svoltano a nord verso Pietracamela (in discesa). Ed altri a sud risalendo circa 300 metri per raggiungere Prati di Tivo.

domenica 15 maggio 2011

Monte Aquila 2494 m

Redivivo! Così mi ha definito Annibale. 
Come ricorderete, quando la stagione scialpinistica stava volgendo nelle migliori condizioni,  ho preferito farmi qualche giorno di ospedale e 40 giorni di stop, ma oggi finalmente sono tornato in montagna con una bella gita che, peraltro, non avevo mai effettuato. 
Ringrazio Annibale che, con la sua telefonata di ieri sera, quando mi ero già preparato ad un giretto con la MTB, ha risvegliato in me la voglia di mettere gli sci ai piedi; io non avevo osato chiamarlo, visto la consistenza degli itinerari che "loro" (Annibale & co.) stavano inanellando uno dietro l'altro: le mie condizioni psico-fisiche non mi avrebbero permesso di fare quelle gite. 
Al contrario, la proposta del Monte Aquila mi è sembrata appropriata ad un rientro senza correre il rischio di una caduta che certamente non avrebbe giovato ad una completa guarigione. 

Così che individuato il punto migliore per la partenza con gli sci ai piedi praticamente dall'auto, presso il tornante a quota 2008 m circa sulla strada statale di Campo Imperatore, siamo saliti in direzione N-Nw per la sella di Monte Aquila fino in vetta. Effettuata una prima discesa nella Valle dell'Inferno lungo il "Sentiero Geologico" fin poco prima della ferratina, per poi risalire a piedi (le pelli non tenevano) fino in cima al Monte Aquila. Calzati nuovamente gli sci, abbiamo effettuato la seconda discesa per il versante Sud, per un ripido, ma breve canalino sotto la vetta,  e poi per i vasti nevai residui, con una sola interruzione in basso. 

Scopro più tardi che nei paraggi, nella Valle dell'Inferno, c'era pure "Polveronzola" con un gruppo di amici teramani. Brava la damigella, il sabato con i Cavalieri sul Picco Pio XI e la domenica con gli sci alpinisti "all'inferno"!! 

Per le altre foto clicca qui, oppure sul titolo del post

Archivio blog