venerdì 16 marzo 2012

Polvere Rosa 4 (Valle Perduta)


salita al forcellino

Mauro


I° calata


Mauro in sosta


arriva Raf


II° calata


io ed il ghiacciaio del Lys


scende Raf


sciata libera nella V. Perduta


tratti ripidi


polverone


polverone


polverone


panorami fantastici sulla dorsale Gressoney-Ayas

Valle del Lys o Valle perduta
Traversare il ghiacciaio Indren in direzione di un'evidente fascia rocciosa. Costeggiarla fino a un breve pendio di neve che si risale in breve tempo (5 minuti). Prendere ancora a est verso un evidente colle sul crinale di fronte. Risalire al colle (10 minuti) da dove parte lo stretto e ripido canale che conduce ai pendii sottostanti (corda utile). Scendere liberamente verso sud fino a intravedere l'inizio della morena che costeggia il ghiacciaio (2943 m). Superare la morena nel punto più facile ed entrare direttamente nel ghiacciaio (crepacci). Tenersi a monte per evitare un salto di roccia e traversare l'ampio Plateau in direzione del versante Bettaforca. Scendere il bosco fino a un blocco in cemento (acquedotto), da cui parte un'evidente traccia, fino a un pianoro prospicente nei pressi di una baita. Proseguire a destra nel bosco e in breve raggiungere la pista di rientro della Bettaforca fino al Wunder Bar (Stafal).

ACCESSO GENERALE
Valle di Gressoney: A5 uscita di Pont-St-Martin, Gressoney-la-Trinitè, fino al borgo di Stàval.
Valle d'Ayas: A5 uscita di Verres, Champoluc, Franchey, St-Jacques
Valsesia: A26 uscita Romagnano Sesia, risalire la valle per la SS 299 fino a Varallo, e Alagna Valsesia.

ACCESSO
Skilift Roccette, Indren, Alagna. Individuazione: complessa. Utili carta topografica e bussola.

DISCESA
Il canale di accesso alla Valle del Lys è ripido e stretto (corda utile); molto impegnativo. Discesa che presenta quasi tutte le difficoltà di una lunga discesa fuoripista in alta montagna.
La discesa della Valle Perduta è sicuramente, assieme alla Malfatta, uno degli itinerari che hanno fatto nascere il mito della Polvere Rosa.
L'itinerario necessita di una notevole esperienza di alta montagna e di orientamento su ghiacciaio. La discesa è eccezionale per gli snowboarder, mentre il rientro è molto faticoso. Sono consigliate le racchette telescopiche.
Assicurarsi di una stabile situazione meteorologica.

MATERIALE
Attrezzatura da sci su ghiacciaio (imbrago, corda, viti da ghiaccio, picca, ecc.)

NOTE
Gli itinerari si svolgono in territorio d'alta montagna, e lo sci fuoripista è un'attività che si svolge a proprio rischio e pericolo, con l'obbligo di sapersi autosoccorre.


CARTOGRAFIA/BIBLIOGRAFIA
Cervino Matterhorn, Breuil Cervinia, Champoluc; Foglio n. 108, IGC, 1:25.000
Monte Rosa, Alagna Valsesia, Macugnaga, Gressoney; Foglio n. 109, IGC, 1:25.000

giovedì 15 marzo 2012

INVASIONE BARBARICA

Per chi fosse interessato,segnalo che Sabato,Domenica e Lunedì ci sarà la rituale INVASIONE BARBARICA (Over The Top correlata).
30-40 Veneto-Trentini raggiungeranno l'Abruzzo per un meeting scialpinistico.
Il programma di mssima sarà:
1) Sabato Cima della Laghetta
2)Domenica Corno Grande e Ginepri da Prati di Tivo
3)Lunedì Intermesoli da Intermesoli

Per aggiornamenti consultare il sito OVER THE TOP / Forum / Raduni,Incontri,Serate/Calata barbarica nelle Terre di Mezzo.

Abruzzesi,finora latitanti,sono ben accetti.

Fabrizio

Polvere Rosa 3 (Canale Grande,Valle Salza,Bettolina)

CANALE GRANDE


Pupetta e Piramide Vincent


Canale Grande


Vallone SALZA


il vallone Salza dall'alto






nella valle del Lys

BETTOLINA


verso la Bettolina (panorama di piramide Vincent,BalmenHorn ecc.)


firn


panorama del vallone Salza


polvere


firn

martedì 13 marzo 2012

UNA "BANALE" RAVA CUPA AL PESCOFALCONE 11.03.12




Certo che leggendo post di livello altissimo come quelli di Annibale.... paragonare un pò di polvere nostrana a quella pubblicizzata del M.Rosa...non può che sembrare banale !

Eppure "chi si contenta gode" e nell'esibizione di trofei ed imprese cavalleresche, in un momento di profonde divisioni sociali ed anche di cavalieri scoppiati (nel senso di molteplici coppie !) due di questi, Claudio e il sottoscritto, narrano la loro uscita, seguendo un etica che li porta a : "salir per cime e sopportar montani disagi per lo puro gusto atletico/sportivo, e non di men con speranza viva di discese ancor gratificanti, ma senza importanti altri valor trascurar !"


La prefazione in licenza poetica è relativa ad ogni modo, ad una splendida uscita scialpinistica, che coniuga buon dislivello (1.600 mt.) in bell'ambiente aereo nella sua parte terminale e "profondamente immerso" nella sua componente di discesa.

Partiti dal parcheggio alle 08:00 , splendida giornata di sole, anche se un leggero alito di vento da nord ha tenuta sempre bassa la temperatura, passati per il rif.Barrasso e transitati in cima al M.Rapina verso le 10:00, si è proseguiti per il crinale di Pescofalcone con condizioni nelle quali i "rampant" mordevano degnamente lo strato superficiale.

Arrivati a 2.500 mt. attorno alle 11:45, nel punto in cui, chi da valenza scialpinistica all'uscita, leva le pelli e si appresta alla discesa.

Ripercorsa parte della cresta, ci siamo poi "buttati" nel "Cucchiaio" propriamente detto Rava Cupa.
Le condizioni della neve sono apparse subito discrete e di stampo invernale, dura sotto, con un recente strato superficiale sopra, che però nella parte alta a volte sfondava un pò... certo se io sciassi meglio...!
Poi però, man mano che guadagnavamo il canale, la neve si è uniformata e teneva bene con le condizioni già descritte...c'è stato addirittura qualche "gridolino di gioia" !


L'ambiente è subblime e da parecchia soddisfazione, fino al punto in cui è necessario (poco prima di una strozzatura a destra, attorno ai 1500 mt.) tagliare a sinistra per il bosco, in leggera salita, tanto da dove portare gli sci in spalla per pochi minuti.
Calzati nuovamente gli sci in prossimità del bosco a destra del Barrasso.
Da qui splendida discesa conclusiva su "pista spolverata" fino in prossimità dell'auto raggiunta verso le 14:15 (ultimi 100 metri sci in spalla, come per la salita).

Risultato finale: OTTIMO....NON SIAMO AL M.ROSA...MA OTTIMO LO STESSO !

POLVERE ROSA 2 (Balma e Vallone d'Olen)

BALMA


nel vallone della Balma


nel Vallone delle Pisse



Raf


al Rifugio Pastore



Vallone D'Olen


Col d'Olen


ai Rifugi Guglielmina e Vigevano


Tutta polvere



Raf sotto il Canale Ischechette o Canyon Foric


Tutta polvere


Tutta polvere


Tutta polvere


al ponticello presso l'Alpe Weng


Tutto il Vallone d'Olen

POLVERE ROSA (Canale dell'Aquila e Canyon Leisch)

4 giorni magnifici ad Im Land (Alagna Valsesia) in compagnia di Pupetta,Mauro e Raf Toro.

Raf Toro è una Guida Alpina superlativa:bravo,preparato,scrupoloso,simpatico.
Eccezionalmente versato per lo sci ed il Free-Ride in particolare.
Chi volesse divertirsi nel Free Ride in questo autentico Paradiso (M.Rosa Paradise),non può far altro che interpellarlo.
Parola di Annibale!


CANALE DELL'AQUILA

Il canale dell’Aquila (che ha una pendenza di 35° nel tratto più ripido) non è un itinerario per tutti. Solitamente suggestivo, può essere molto impegnativo e divenire un incubo con neve ghiacciata.


Dall’arrivo del Funifour a Punta Indren scendere subito a sx l’ampio pendio che costeggia il ghiacciaio di Indren tenendosi sulla sx fino al suo termine nei pressi di un caratteristico masso tondeggiante.
Continuare per la linea naturale della valletta fino all’inizio del canale dell’Aquila. Percorrerlo nei suoi punti migliori fino al pendio che si apre nuovamente.
Costeggiare il versante opposto e giungere all’Alpe Endre.
Attraversare il pianoro,seguire la linea del torrente Moos fino ad un ponticello da dove un ultimo tratto costeggiante verso sx porta all’Alpe Gabiet .


Pupetta ed il canale dell'Aquila





CANYON LEISCH

Itinerario molto difficile,poco frequentato,lontano dalle piste.
Il Canyon è stretto e ripido.Solo per esperti.
È uno degli itinerarii più scenografici della zona;percorre un profondo canyon incassato tra alte pareti.
Ambiente da favola. Eccezionale nelle ore del tramonto quando il sole entra di taglio nel canyon.
Necessita di buon innevamento ed è da affrontare con neve fortemente assestata.
Va assolutamente evitato dopo le nevicate per il rischio di valanghe provenienti dai pendii di M.Telcio.
La sciata di questo park naturale solitamente si compie tra grandi gobbe e curve in contropendenza spesso obbligate, data la scarsa larghezza del canyon..

Dall’arrivo del Funifour a Punta Indren scendere subito a sx l’ampio pendio che costeggia il ghiacciaio di Indren tenendosi sulla sx fino al suo termine nei pressi di un caratteristico masso tondeggiante.
Continuare per la linea naturale della valletta fino all’inizio del canale dell’Aquila o al Canale Grande.
Percorrere uno dei due canali e giungere all’Alpe Endre.
Dall’Alpe Endre percorrere la traccia di rientro verso l’Alpe Gabiet.
Di fronte alle baite dell’Alpe Lavetz scendere i pendii a sx di un’evidente cascata di ghiaccio.Seguire la valletta fino all’ingresso del canyon.Percorrerlo nei punti migliori fino al bosco che in breve si ricollega alla pista di rientro del vallone Mos




il canyon dall'alto


Pupetta e la cascata di ghiaccio


trappole nel Canyon


Mauro e Pupetta


il Canyon Leisch dal basso

lunedì 12 marzo 2012

10 marzo 2012 Monte Sirente per Canale Maiori


Sabato scorso bellissima classica: il Canale Maiori del Sirente.

Partiamo un pò mesti perchè il Cavalier Fausto ci ha bocciato la meta “perché tipicamente si fa in tarda primavera”.


Alla partenza, secondo orario standard ISO ben noto, si adunano i Cavalieri Marco da Teramo, Velluto, Massimo ed il sottoscritto. Poco discosto dai Cavalieri Semplici s’aduna invece da Solo, ed in Tutta la sua Beltà s’erge, il Pontifex.


A Raiano facciamo esperienza del ben noto fenomeno dell’ “Upgrade erotico dell’alba e dell’alta quota”, per il quale ogni barista all’alba e ogni donna sopra quota 1500 (in qualsiasi orario) diventa una Beatrice, e l’uomo che la incontra il suo Dante.
Al bar della piazza di Raiano la barista era per tutti noi una Madonna: il Pontifex si è messo in agitazione, noi Cavalieri sospirando abbiamo distrattamente consumato croissant e cappuccini...
Io non so se questo fenomeno è simmetrico per le donne. Non so se, ad esempio, una donna trasformerebbe in visione celestiale quei villici che incontriamo all’alba (ieri ne abbiamo incontrato uno), alti fino al volante delle loro Uno grigio-metallizzate, con cappellini agricoli stinto-azzurrini con visiera e paraorecchie, che occupano la carreggiata opposta a quella giusta, seguendo pecore nei vicini prati.


Superato Secinaro i Cavalieri Massimo e Velluto hanno cominciato a rievocare flash di una loro oscura giornata in zona Sirente. Non sanno per quale canale sono saliti, non sanno dove sono scesi, non sanno su quale cima sono arrivati e se sono arrivati su una cima. Riferiscono che, giunti su una non meglio definita cresta, hanno interrogato un conoscitori dei luoghi che passeggiava da quelle parti, e costui li avrebbe ingannati sulla posizione del Canale Maiori. Sabato scorso il Cavalier Velluto ha esordito sull'episodio chiedendo al Cavalier Massimo: “Ricordi quando abbiamo provato a salire sul Sirente?” . “Si, certo” ha risposto Massimo, “quella volta partimmo da Castel del Monte!”. Gli storici non troveranno facili risposte alla domanda che li sta arrovellando : “Cosa fecero quel giorno, ammesso che fecero qualcosa, i Cavalieri Velluto e Massimo?”


Appena dopo la partenza dall’ex-chalet bruciato (ora grande rifugio in stile alpino, benché inutilizzato!) incrociamo due ski-alp. E se se la cavano con un semplice “Ciao” di tutti noi, non scampano invece all’ Alto Interrogatorio Pontificale: “ CHI SIETE, COME VI CHIAMATE, DA DOVE VENITE, DOVE ANDATE, PERCHE’ ANDATE, E’LA PRIMA VOLTA, LA SECONDA, LA TERZA…?”. Gli ski-alp si fanno piccoli piccoli mentre il Pontifex giganteggia. Mormorano qualcosa, e fra i mormorii si distingue “…Padova…”. Il Pontifex è entusiasta e infligge l’affondo finale: “AH...ORA IL VOSTRO VICEQUESTORE E' DI PESCARA! SALUTATEMI MASTROMATTEI”. Gli ski-alp ora sono in grave stato confusionale. Si guardano, guardano il vuoto, si capisce che si sono dati l’istintiva consegna di non guardare il Pontifex, e per precauzione di non guardare neanche noi…e muti tirano avanti.


All’attacco del Maiori il Cavalier Velluto fa un errore. Chiede al Pontifex: “Ehi Pontifex che facciamo , ci teniamo sulla sinistra?”. E il Pontifex : “SALI PIEGANDO DI 45°, FAI 5 METRI, POI CAMBIA DIREZIONE, 45° E DI NUOVO 5 METRI”. Velluto comincia a salire. Piega di 47°, poi avanza di 6 o 7 metri, poi di nuovo meno di 40°…Insomma Velluto comincia a fare le prime cose che gli passano per la testa. Ed io non ho potuto fare a meno di redarguirlo… come avrei potuto tollerare tanta impertinente imprecisione dinanzi ad un comando così inequivocabile del Pontifex?


Io e Marco, unici con gli sci, decidiamo di salire sci in spalla, ma si poteva decisamente farlo anche sci ai piedi.
Ora però faccio un passo indietro e relaziono diligentemente:
Dal nuovo rifugio (1180) nei pressi della fonte , si prende il sentiero che sale subito a destra del rifugio. Dopo un primo tratto in lieve salita si giunge ad primo un bivio (1228 ) segnato da paletti segnaletici di legno. Lì si svolta a destra arrivando dopo poco ad un secondo incrocio segnato dallo stesso tipo di paletti segnaletici. Si svolta a destra, per poi deviare dopo pochi metri a sinistra, sul sentiero segnato bianco/rosso che piega decisamente in salita. Da qui si sale regolarmente dentro il bosco di faggi, di tanto in tanto scorgendo segnali di sentiero ed “M” segnate sugli alberi.Quando già si giunge in vista del Canale fra i faggi si può cercare di traversare verso sinistra, scendendo per uscire dal bosco e raggiungere il fondo del canale. Gli ski-alper che salivano vicini a noi l’hanno fatto. Ma ci siamo ritrovati insieme alla base del Maiori, noi avendo proseguito sul sentiero che senza perdere quota e da destra si immette alla base del Maiori.
Il Canale è poi una via obbligata salvo nel tratto finale.Si risale il canale che, verso la fine obliqua verso sinistra e termina su una sella che divide la valle Inserrata con la valle Lupara (2300 circa). Da qui la cima (2348)si raggiunge seguendo il crinale che sale verso destra.
Noi ci siamo fermati sulla sella, per il gran vento a raffiche e il freddo. In alternativa la cima si può raggiungere piegando a destra circa 100 metri più in basso: salendo prima un ramo di canale e poi per roccette si svalica più prossimi alla cima.



Il Canale ci si è presentato sicuro, senza grandi accumuli di neve, e comunque anche “congelato” dalla temperatura rigida. Insomma in condizioni molto più fauste rispetto agli infausti ammonimenti del Cavalier Fausto. La neve era a tratti un po’ gessosa, nella parte bassa molto dura e ghiacciata. Ma per buona parte del canale c’era qualche centimetro di neve morbida su un fondo duro.
A fine escursione il Pontifex si è diligentemente apparecchiato per la sua vestizione e rivestizione rituale, le abluzioni, le complesse manovre fra vari borsoni e zaini. E’ stato allora che abbiamo deciso che il Pontifex verrà trasportato in futuro con apposita Roulotte. Essa disporrà di ogni Comfort , di Trono, di Spogliatoio Pontificale e sarà rivestita di paramenti pontificali. A beneficio dei lettori più distratti ricordo che i paramenti sono questi: E la Sacra Roulotte recherà un apposito avviso:

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