sabato 9 ottobre 2010

2 ottobre 2010 Cima Forcone

Oh Signore dei Monti, Oh Cavaliere dei Cavalieri
Se solo cavalieri homini alle rocche salivan fino a ieri
Oggi surgon a le montagne Cavaliere e Donzelle
E il debol sesso è forte, e ne fan delle belle.
Tutto bene fin qui, oh signore, siam lieti e pur ci divertiam
Si gioca si scherza si chiacchiera e nel mentre puranco saliam.
Però , benedetto Signur, una prece dal petto d’ogni Cavalier s’ode elevar
Che Sassolino su li monti vegna, ma li allenamenti non farglieli far!

Beh, spiegherò più in là questa supplica.
Sabato 2 ottobre (sono un pò in ritardo col post!) salita a Cima Forcone (quota 2220). Partecipanti: Polveronzola, Sassolino e Cavalieri Paolo, Marco (Il Vicentino) e Silvio.

Arrivare all’ inizio del sentiero richiede qualche attenzione (se si vuole avere qualche probabilità di fare la strada giusta si consiglia comunque un conducente diverso dal sottoscritto). Si supera Guardiagrele verso Pennapiedimonte. Si prosegue dopo Pennapiedimonte in direzione Palombaro. Dopo pochi chilometri si arriva in una contrada abbastanza popolata, al principio della quale si diparte a sinistra una stradina asfaltata in salita (c’è una tabella segnaletica che indica “V. Confini”). Si imbocca la stradina e la si percorre per 2-3 chilometri, facendo attenzione ad un bivio a non andare a sinistra, verso Grotta S. Angelo bensì a destra verso Vallone Palombara. All’asfalto si sostituisce un fondo in cemento, e si arriva infine ad un parcheggio, con tabella segnaletica del Parco. Si prosegue a piedi sulla stradina (partendo da una quota di poco più di 700 metri), fino all’imbocco del sentiero vero e proprio (n. 6A sulla cartina “Majella” , Edizioni Il Lupo, ma sul terreno segnata P1 con i colori della Forestale). Si deve far attenzione a non deviare a destra sulla sterrata che pure sale a Monte D’Ugni, ma facendo un giro molto più ampio.
Il sentiero si snoda sul fondo di un suggestivo canyon, per poi “aprirsi” a quota 1700.



A quota 2030 si arriva al Rifugio Il Martellese.

Di lì si prosegue per un primo tratto verso sud, seguendo il sentiero tagliato fra i pini mughi, per approdare ad una nuova sella a quota 2200 circa. Infine si piega a sud-est per raggiungere in breve Cima Forcone.

L’uscita ha segnato il rientro del nostro Cavaliere Paolo, subito in gran forma.

Novità assoluta la presenza di ben due donzelle. Certamente un clima generale ingentilito…tanto ingentilito che già nella prima parte del cammino i tre storici Cavalieri partecipanti all’uscita si ritrovavano con nomignoli tipo Silvy, Mary, Pola. Ecco, per Cavalieri che fino ad allora avevano pensato di praticare un’attività dura e maschia…beh…uno shock. Ma non è l’unico shock.
Di Polveronzola sappiamo tutti: è allenata ed è un trattore!

Dell’altra donzella (provvisoriamente autobattezzatasi Sassolino) non sapevamo: non è allenata, ma è un trattore lo stesso! Ha condotto la salita a passo veloce, chiacchierando e ridendo. E se s’allena che figura ci facciamo noi? Di qui la preghiera in premessa!

Sassolino deve migliorare solo due-tre cosette:

-convincersi che le bacchette hanno un’utilità notevole (per ora non siamo riusciti a convincerla);

-allenarsi nel metti-togli maglia in pile:

-frequentare un corso regionale da paletto segnaletico, visto che ha deciso di contribuire di persona a migliorare la segnaletica del parco ma deve perfezionare la tecnica:

domenica 3 ottobre 2010

VALLE DELL'INFERNO con APPROCCIO PROFESSIONALE !



Dopo sole 4 ore di sonno, quando suona la sveglia .....l'inferno l'ho visto subito !!!
Ma era tale e tanta la voglia di percorrere questo itinerario per me (e non solo) nuovo, in un ambiente il cui nome già di per se è tutto un programma : Vallone dell'Inferno !

Lasciate le auto in prossimità del Vado di Corno (all'inizio della sterrata) verso le 08:30 è iniziata l'escursione, condotta dal nostro Pontifex nell'ambito di una uscita del Gruppo Gran Sasso del CAI Pescara.

Di questo gruppo promiscuo Cai e Cavalieri facevano parte oltre al succitato noto condottiero, anche Claudio "il contadino", il sottoscritto, Mimmo (in ambiti himalayani meglio conosciuto come "Lu metic"), Maria, Vittorio e Alessandro.


Dal vado quindi, tante volte punto di partenza per percorrere "il centenario", abbiamo invece preso la traccia di sentiero "geologico" (presenti ancora vecchi segnali CAI giallorossi, ma ormai dismesso) che repentinamente porta giù verso la valle, non trascurando di dare un'occhiata verso il più basso Rif.D'Arcangelo al Vaduccio.


Lo spettacolo che man mano si è aperto davanti ai nostro occhi è stato davvero IMPRESSIONANTE ! Le foto (cliccate sul titolo) non possono rendere l'idea della vastità dell'ambiente e dell'imponenza della bastionata meridionale del C.no Grande.
Praticamente per chi frequenta il Gran Sasso è come dire che c'è "una montagna nuova, nella montagna", tipicamente da noi "trascurata", percorrendo sempre sentieri e vie che partono dai 2000 mt e vanno su....

C'è anche da dire che ad ogni modo qui dentro c'è "poco da fare..." e la via della quale si parla di più è il famoso canale Hass-Acitelli, che si identifica benissimo e che è un itinerario tipicamente invernale di "notevole spessore" !



Scendendo e guadagnando sempre più il fondo del vallone si identifica la parte bassa dello stesso perdersi verso Casale San Nicola.... nel frattempo di fronte a noi si identificano dei canaloni ghiaiosi che si dipartono dalla zona in prossimità del Sassone e teoricamente sciabili da esperti... tenendo presente che l'ambito nel quale si "opera" è a fortissimo rischio valanghe !

Per quanto riguarda noi, raggiunto una quota minima (attorno ai mt. 1600) abbiamo dovuto iniziare la risalita per riguadagnare la sella di C.no Grande e questo con un primo tratto di roccia, dove la catena che era posta di ausilio originariamente, non c'è più ...!!!

Questo ha dato un'impronta leggermente alpinistica all'uscita in quanto è stata attrezzata una risalita di una trentina di metri, con l'ausilio di Mimmo, corda e Gabriele... il quale una volta che tutto il gruppo aveva passato l'ostacolo, arrampichicchiando in ottima sicurezza si è lasciato andare ad una di quelle frasi che ormai lo rendono celebre : "ma io mi trovo a mio agio qui, perchè HO UN APPROCCIO PROFESSIONALE !"....




Faticosamente per pratoni e ghiaie abbiamo riguadagnato il costone sommitale verso la Sella attorno ai mt.2300 , sul sentiero che porta alla direttissima di C.no Grande. In condizioni meteo peggiorate rispetto alla tranquilla mattinata e non prima di esserci salutati, assolutamente appagati della bella "impresa" le nostre strade si sono divise perchè mentre io e Claudio guadagnavamo M.Aquila e ne percorrevamo la cresta fino a scendere a Vado di Corno, raggiunto alle 15:00 (chiudendo quindi un anello), gli altri hanno proseguito per Campo Imperatore dove Bruno li avrebbe ricondotti alle auto.

E adesso..... si beveeeee !!!

Archivio blog