giovedì 31 agosto 2017

Monte Prado da Civago e rientro da Passo Forbici

Se non fosse per l'unicità , la bellezza , il senso di eterno immutabile  , se non  fosse per quel profilo sornione di gigante  buono, se non fosse perchè sono i veri posti che amo,  non avrei portato la bicicletta nel nostro blog , i cavalieri della Polvere aspettano la neve , la powder immacolata , ma sotto , ciò che c'è sotto lo vediamo d'estate, e con le due ruote si corre veloci, liberi .. l'Appennino Reggiano è il Grande Protagonista, io e cavaliere giambroz umili comparse in tanta grandiosità.
in foto si staglia la cresta appenninica che abbiamo percorso , dal M Prado m2054 in terra toscana, al passo delle Forbici che sta poco sopra a dove è stata scattata questa foto.
i dati di questa gita sono... circa 30 km per 1200 m di dislivello , di cui 15 km di salita pedalata e 250 metri di dislivello con bici a spinta o sollevata. tempo in movimento h5,30... la discesa richiede una buona capacità di controllo ma non presenta tratti difficili, alcuni tratti esposti nella discesa terminale nel  bosco.
 ma ora vorrei tornare alla vera essenza della gita, le rocce ,i prati bruciati dal sole di una estate torrida, i silenzi di questi monti ,turbati da pochi viandanti di fine estate e da due biker che forse sono i primi a compiere questa fantastica cavalcata.
 il lago della Bargetana con il crinale che conduce alla vetta del monte Prado                        
 in salita dalla Bargetana verso il crinale ,sullo sfondo il monte Cusna ,con il suo versante sud, teatro di scorribande sciistiche invernali
                      il m Cusna a sx e il crinale che scende verso desra con le sue elevazioni crea il profilo del Gigante che dorme, al suo fianco il lago della Bargetana , il Parco del Gigante prende proprio nome dalla fisionomia di questo gruppo,

i Cavalieri della Polvere emiliani ;)  (un saluto agli amici abruzzesi)
 inizia la lunga discesa, qua attraversiamo la testata della valle dei Porci ,(per alcuni la Clessidra) nota e bellissima discesa scialpinistica.
 ci dirigiamo ora verso il monte Vecchio, che con il suo vallone ovest che sprofonda verso la toscana sarà una delle nostre prossime mete scialpinistiche
ormai il m Prado è lontano , con la bici tutto scorre in armonia ..velocemente . e così ci fermiamo e dedichiamo il tempo che i nostri occhi e il nostro cuore faccia il pieno di questi spazi ,





da quassù la vista è unica , dalle Alpi Apuane alla pianura Emiliana , nella foschia si scorge anche la piramide del m.Cimone... ma sono i colori delle praterie i grandi protagonisti della giornata


                                armonia e sfumature di colori nella lunga discesa verso "le Forbici"
                     dove il crinale sparirà nel bosco inizierà una discesa che resterà indimenticabile
                      uno slalom gigante tra faggi , un sentiero che pennella il terreno con una linea  rara.

 sul nostro viaggio di crinale abbiamo anche avuto un incontro con un bel cane maremmano che custodiva il suo gregge... beh io avevo già preparato una barretta, che gli avrei ceduto al posto del mio polpaccio, ma per fortuna si è accontentato di abbaiarci e basta.. abbiamo lasciato le praterie con un po di nostalgia , poi ci siamo preparati per il gran finale, una discesa freeride tra i boschi che ci ha riportati a valle , a Civago.. dove è partito questo indimenticabile viaggio.
Fabri e Gianluca

lunedì 3 luglio 2017

IL PRIMO ED UNICO CAVALIERE SULLA CIMA DELLE MANDRELLE

SE NON FOSSE PER LA COLLEZIONE DEI 2000 DELL'APPENNINO LA "MAIELLA MADRE" MI VEDREBBE RARAMENTE PERCHE' OGNI VOLTA CHE CI VADO HO UN RIGETTO ALLA CAMMINATA PER DUE O TRE SETTIMANE. CHI SAREBBE MAI ANDATO A CIMA DELLE MANDRELLE SITUATA NEL CUORE DELLA MAIELLA SE NON CI FOSSE STATA UNA MOTIVAZIONE BEN PRECISA?  ANZI, DIRO' DI PIU', E' ANCHE DIFFICILE TROVARE LA COMPAGNIA PERCHE' SOLO PRONUNCIARE 1800 MT. DI DISLIVELLO CON 24 KM. DI DISTANZA CREA MALESSERE. DUE ESCURSIONI IN UNA!! SOLO UN GRANDE MAIELLISTA CHE E' FRANCO CAMPANELLA RISPONDE CON PIACERE ED ENTUSIASMO ALLE CONVOCAZIONI PERCHE' HA LA MAIELLA NEL CUORE SIN DA GIOVANE. CI SONO DUE TIPI DI MAIELLISTI: " L'INNAMMORATO" ED IL "MASOCHISTA". SICURAMENTE FRANCO RIENTRA NELLA PRIMA TIPOLOGIA, MENTRE NELLA SECONDA FANNO PARTE QUELLI CHE IN UNA USCITA DEVONO FARE MINIMO 2000 MT. DI DISLIVELLO E TRENTA CHILOMETRI DI DISTANZA. DURANTE LA NOSTRA ESCURSIONE, SULLA VIA DEL RITORNO, ABBIAMO INCROCIATO DUE TIPI CHE ERANO SALITI A MONTE AMARO DA FARA SAN MARTINO, DOPO SONO ANDATI AL MONTE ACQUAVIVA PER SCENDERE DAL PIZZONE E LA VALLE DELLE MANDRELLE. LASCIO A VOI QUANTIFICARE L'ENTITA' DELLA ESCURSIONE!!! I DUE TIPI SI VANTAVANO DI AVER FATTO UN SIMILE GIRO!!!  MI COMPLIMENTO CON LORO PER AVER FATTO UNA  ESCURSIONE DI TALE PORTATA E CHIEDO QUALE MOTIVAZIONE LI MUOVESSE PER INTRAPRENDERE INIZIATIVE DEL GENERE. MI HANNO DATO DIVERSE RISPOSTE, MA LA MIA COMCLUSIONE E' CHE E' SOLO UN FATTO "PER FARSI I FREGNI" CON GLI ALTRI. ANCHE NELL'ORDINE DEI CAVALIERI DELLA POLVERE FINO A POCO TEMPO FA AVEVAMO DEI "MASOCHISTI" CHE CON IL PASSARE DEL TEMPO SONO "SCOPPIATI" E SONO DIVENTATI DEI RAMMOLLITI. IL PONTIFEX, NELLA SUA SAGGEZZA, HA SEMPRE EVITATO SIMILI COMPETIZIONI ED ANCORA OGGI SI DILETTA IN ESCURSIONI FACENDO LA PARTE "DELL'INNAMMORATO" E DEL "MASOCHISTA" AL PUNTO CHE CON IL SUO MAIELLISTA DI FIDUCIA (FRANCO CAMPANELLA) GIA' HA IN PROGRAMMA UN'ALTRA USCITA SULLA "MAIELLA MADRE". AMPIO SERVIZIO FOTOGRAFICO CLICCANDO SUL LINK:https://goo.gl/photos/JwKuRjtNWzJyvRXw8



FRANCO E LA CIMA DELLE MANDRELLE

LA CIMA DELLE MANDRELLE DA PIANO LA CASA

IL PRIMO ED UNICO CAVALIERE SULLA CIMA DELLE MANDRELLE

IL PONTIFEX CON IL SUO MAIELLISTA DI FIDUCIA (FRANCO CAMPANELLA)

venerdì 21 aprile 2017

Emiliani d'Abruzzo - seconda parte: Bissolati e Scrimone

Dopo una prima parte non può mancare un seguito: che nasce proprio  nella giornata di ieri, quando salendo all'Intermesoli guardavamo il Corno Grande


Sotto la vetta si vedono la Conca degli Invalidi e poco a destra la Sella del Brecciaio: sotto l'intaglio dello Scrimone che scende in val Maone.
Roberta mi ha fatto notare più volte che c'era gente che stava scendendo: io ci ho messo un po' a vederli...sì daccordo: non ci vedo granchè ma forse anche perché non ci credevo, perché a vederlo di fronte sembra una parete verticale, perché sembrava ci fosse una strettoia insuperabile e infine perché lo Scrimone, nelle guide che ho letto, viene descritto come una discesa impegnativa e difficile....ma poi ho visto le persone che Roberta indicava. Ho visto che era una bella discesa...mi sembrava si stessero divertendo....ho iniziato a immaginare che era possibile.....

Mario ci ha dato qualche dritta: meglio scendere prima il Bissolati dalla vetta, esposto più a sud e quindi con probabile neve migliore, per poi risalire alla Sella del Brecciaio e di qui imboccare lo Scrimone....



Il giorno dopo siamo partiti con calma solo in 3: purtroppo Roberta è dovuta rientrare e la sua mancanza si sente.




Ma la montagna prende velocemente il sopravvento: la severità delle pareti del Corno Piccolo, il bianco della neve e l'azzurro del cielo (che in realtà sarebbe anche un po' velato...) occupano i miei pensieri mentre saliamo verso il Franchetti, chiuso e, prima di affrontare la morena, metto i rampant.







Non ho nemmeno voglia di fare tante foto: forse perchè sono stato qui anche la scorsa settimana, forse perchè mi rendo conto che con le mie foto non riuscirò mai a catturare le emozioni che mi sta donando questo posto.










Giungiamo in cima sci ai piedi (la scorsa settimana abbiamo dovuto affrontare l'uscita dal Calderone con i ramponi).
Getto subito l'occhio al di là e saggio la neve del pendio che conduce all Scrimone con la racchetta: dura! acc...
Ramponi, sci nello zaino e via verso le cima, con idee ancora piuttosto confuse: Bissolati? Scrimone? sarò capace di affrontare queste discese? e se la neve è troppo dura... e se..?
Ma Emil e Dario mi rincuorano: la loro presenza mi da fiducia. Nemmeno loro hanno le idee chiare ma forse da tante idee confuse ne uscirà una buona....




proprio al centro della foto si vede un puntino rosso: è il piccolo Bivacco Bafile


                                                        In questa invece si vede la   piana di Campo Imperatore




Troviamo la cima non tanto affollata: cordate che salgono dalla Direttissima e che poi scenderranno dal Bissolati. Ci facciamo fare una foto da una ragazza con il solito gesto scaramantico da mandare agli amici. Inizio a chiacchierare con lei, chiedendole qualche dritta sulle discese più appropriate. E lei mi racconta che lo Scrimone, a dispetto del nome, è femmina. Che come con una donna occorre avere pazienza, dedicarle del tempo e  non bisogna correre. Occorre fare tutti i  preliminari, la neve mollerà un pochino e, se si coglierà l'attimo,  lei ti ripagherà concedendosi..... Non ho parole: mai avevo sentito descrivere in modo così bello una montagna!
Attendiamo un po' riparandoci dal vento fastidioso alla bell'e meglio, ma il desiderio della discesa è sempre più prepotente....
 





All'attacco del Bissolati non riesco ad aspettare i miei amici: se rimanessi ancora qui ad attendere ho paura che il timore prenda il sopravvento e, questa deve essere una discesa sì rispettosa,  ma bella e gioiosa. Aver paura della paura non serve a niente: le punte degli sci si girano verso il basso, assaggiano la neve. Trattengo un attimo il respiro e faccio la prima curva: sono già parecchi metri sotto di loro e mi giro  guardarli :-)





Qui a destra una cordata che sta scendendo: con molta gentilezza mi chiedono se si devono spostare per farci passare: non sarà necessario, abbiamo linee di discesa diverse. Li ringrazio.












Emil in azione....







Anch'io mentre  tento di preservare le solette degli sci...c'è qualche tratto un po' scoperto





Al termine del canale effettuiamo un lungo traverso verso destra, cercando di perdere meno quota possibile. Quando gli sci cessano di scorrere ripelliamo: qui è sud pieno e la neve è un po' sfondosa. Dario ha un po' di problemi nel riattaccare le pelli: noi, senza accorgercene, lo abbiamo già abbandonato, ma fortunatamente un gentilissimo ragazzo di Ostia (ma della sez. cai di Pietracamela) gli fornisce il nastro per riattaccarle. Con lui condivideremo la risalita alla Sella del Brecciaio e la discesa dello Scrimone


 
Siamo sulla Sella, spelliamo e riagganciamo gli attacchi. Siamo di fronte all'Intermesoli: ieri da là guardavamo il posto in cui siamo ora. Quasi non ci credo...è uno spettacolo unico. Il canale qui non è un canale: è un pendio enorme, splendido, dove ognuno di noi va a cercare le sue linee di discesa sempre sotto l'occhio severo dei Pilastri dell'Intermesoli. Solo essendoci "dentro" adesso mi rendo conto della grandiosità e della bellezza di questo posto.







Scendiamo col  nostro nuovo compagno (qui in azione col casco giallo): ho il rammarico di non esserci presentati, non so il suo nome...ma forse chissà anche lui forse capiterà su questo blog...








Stiamo per affrontare il tratto "chiave": la ripida strettoia. Dario ed Emil osservano il nostro compagno  là davanti.



Poi tocca  a noi :-)
L'adrenalina, curve saltate o derapare....o tutte e due? Si va e basta: la val Maone sembra lì a portata di mano, in realtà occorre scendere ancora per raggiungerla. E la neve qui dopo la strettoia ha preso sole ed è molto più morbida rispetto a sopra. Fatico un po' ad adattarmi a queste nuove condizioni: mi rendo conto di non essere più concentrato come prima, ritenendo presuntuosamente  di aver già superato le difficoltà.





In val Maone ci distanziamo e ci raggruppiamo; a tratti siamo solo piccoli insignificanti  puntini a cui queste montagne si sono concesse per un giorno, regalando emozioni impagabili.

mercoledì 19 aprile 2017

Emiliani d'Abruzzo - parte prima: Intermesoli

Siamo un gruppetto di amici,  emiliani innamorati dell'Abruzzo, della sua gente, dei suoi monti che ci regalano ogni volta splendide sorprese.
Nemmeno questa volta l'Abruzzo ci delude: ritorno su sentieri di neve già percorsi ma sempre nuovi, con amici che non conoscono ancora queste montagne.





L'Intermesoli, (qui visto dalla Sella del Breccaio) grandioso, severo, imponente e accogliente allo stesso tempo: regala discese infinite e incredibili sul suo versante Ovest.







Ripercorro ancora una volta  la val Maone  per dirigermi alla Sella dei Grilli: questa volta c'è copertura di  neve continua e sono in compagnia di amici che per la prima volta percorrono questi luoghi.
Il ricordo torna alla prima volta che venni qui: eravamo un po' avanti con la stagione, temevamo facesse caldo per cui partimmo prestissimo con gli sci sullo zaino. Albeggiava, ero poco più avanti rispetto ai miei amici e camminavo silenziosamente sull'erba e, all'improvviso, pochi metri di fronte a me sbucò un lupo da dietro un masso: mi fissò un istante e poi fuggì. Io rimasi senza fiato: credo che fu in quell'istante che mi "innamorai" di questi luoghi.





Ci avviciniamo alla Sella: qui il caldo si fa sentire ma Roberta parte con il suo ritmo inarrestabile, anche se il suo modo di fare la traccia mi lascia un po' perplesso....



...sembra una inarrestabile e velocissima "microscaletta"...
:-))








Salgo lentamente godendomi il panorama e lasciando liberi pensieri ed emozioni: ciò mi aiuta a non sentire la fatica della salita. Ogni tanto scambio qualche parola con i miei amici e mi sembra di scorgere nei loro occhi un lampo della stessa felicità che mi pervade. In realtà è proprio solo una sensazione perchè primo io sono "cecato" secondo abbiamo tutti gli occhiali da sole.....
In ogni caso è un piacere far conoscere questi luoghi a persone con le quali condivido le stesse passioni. Intanto ci avviciniamo a un gruppo che ci precede







Dario e Roberta in azione sull'ultimo erto pendio dell'Intermesoli.





...e anche Emil...a modo suo...

Lungo la salita ci si conosce si fanno chiacchiere e si scattano foto






...ed è giusto che in foto ci siano tutti!








E intanto che con la scusa delle foto approfitto per rifiatare, ecco che Roberta è la prima a giungere in vetta!





              ... e poco dopo la raggiungeremo.
In cima si fanno chiacchiere ci si racconta un po'. Scambio il n° di telefono con Emidio: grazie a whatsapp ci scambieremo le foto quasi in tempo reale. Conosco Mario ed il suo amico Enrico: li avevamo notati mentre mettevano le pelli questa mattina alla partenza. Fino ad oggi avevo sempre letto solo  le sue relazioni su OTT  a firma MarDio. Fuma in vetta, come anch'io facevo fino a qualche anno fa....io sono un ex fumatore tollerante e anche un po' invidioso perchè la sigaretta di vetta ha un sapore unico...  Ma ora è già il tempo di avvisare Mario del Venacquaro che entro un paio d'ore saremo giù, alla sbarra, dove ci verrà a prendere col fuoristrada. Ci separiamo: Emidio ed il suo gruppo scenderanno per il Sambuco e andranno verso Pietracamela, mentre Mario ed Enrico si aggregano a noi che scenderemo per la Ovest.


  ... l'infinito enorme pendio....ripido ma non severo: Mario decanta la neve d'Abruzzo, il mitico firn che più che sciare ti fa volare. La neve, l'ora, la temperatura  la compagnia è perfetta....la sciata è puro godimento e libertà. Una volta, sempre su OTT, lessi una relazione in cui la valutazione del manto nevoso (abruzzese) era "er mejo firn da quando er padreterno s'è inventato la neve"....bè era proprio così...

Affrontiamo l'ultimo canale incontrando altri ragazzi che salgono con la tavola in spalla. Ancora chiacchiere: ma quando mai sulle alpi succede di parlare con così tanta gente?...e nessuna tutina in giro...questo per me è lo scialpinismo: la scoperta, l'esplorazione, la conoscenza di luoghi anche interiori....posti che non sono mai gli stessi anche se ci sono già stato, perche cambiano loro e cambio io...


Affrontiamo l'ultima discesa del Brecciarone: in fondo appare la devastazione causata dalle valanghe che ci ricorda che questi posti possono essere terribili in certe condizioni. Qui la neve comincia a mollare ma  si scia ancora bene, senza sfondare.








il gruppo: da sx Roberta Mario Emil Enrico Dario









Ma non è finita: la gita si conclude con un divertentissimo  "ravaning" nel bosco di faggi distrutti e piegati dalla neve e per lingue di neve ci porta fino a quota 1200 circa in una luce magica.






Al Venacquaro birre, un ottimo piatto di pasta e tante chiacchiere e una frase di Mario che mi fa riflettere e si rivelerà incredibilmente veritiera l'indomani: "la sciata più bella è quella ancora da fare".

Archivio blog