mercoledì 19 aprile 2017

Emiliani d'Abruzzo - parte prima: Intermesoli

Siamo un gruppetto di amici,  emiliani innamorati dell'Abruzzo, della sua gente, dei suoi monti che ci regalano ogni volta splendide sorprese.
Nemmeno questa volta l'Abruzzo ci delude: ritorno su sentieri di neve già percorsi ma sempre nuovi, con amici che non conoscono ancora queste montagne.





L'Intermesoli, (qui visto dalla Sella del Breccaio) grandioso, severo, imponente e accogliente allo stesso tempo: regala discese infinite e incredibili sul suo versante Ovest.







Ripercorro ancora una volta  la val Maone  per dirigermi alla Sella dei Grilli: questa volta c'è copertura di  neve continua e sono in compagnia di amici che per la prima volta percorrono questi luoghi.
Il ricordo torna alla prima volta che venni qui: eravamo un po' avanti con la stagione, temevamo facesse caldo per cui partimmo prestissimo con gli sci sullo zaino. Albeggiava, ero poco più avanti rispetto ai miei amici e camminavo silenziosamente sull'erba e, all'improvviso, pochi metri di fronte a me sbucò un lupo da dietro un masso: mi fissò un istante e poi fuggì. Io rimasi senza fiato: credo che fu in quell'istante che mi "innamorai" di questi luoghi.





Ci avviciniamo alla Sella: qui il caldo si fa sentire ma Roberta parte con il suo ritmo inarrestabile, anche se il suo modo di fare la traccia mi lascia un po' perplesso....



...sembra una inarrestabile e velocissima "microscaletta"...
:-))








Salgo lentamente godendomi il panorama e lasciando liberi pensieri ed emozioni: ciò mi aiuta a non sentire la fatica della salita. Ogni tanto scambio qualche parola con i miei amici e mi sembra di scorgere nei loro occhi un lampo della stessa felicità che mi pervade. In realtà è proprio solo una sensazione perchè primo io sono "cecato" secondo abbiamo tutti gli occhiali da sole.....
In ogni caso è un piacere far conoscere questi luoghi a persone con le quali condivido le stesse passioni. Intanto ci avviciniamo a un gruppo che ci precede







Dario e Roberta in azione sull'ultimo erto pendio dell'Intermesoli.





...e anche Emil...a modo suo...

Lungo la salita ci si conosce si fanno chiacchiere e si scattano foto






...ed è giusto che in foto ci siano tutti!








E intanto che con la scusa delle foto approfitto per rifiatare, ecco che Roberta è la prima a giungere in vetta!





              ... e poco dopo la raggiungeremo.
In cima si fanno chiacchiere ci si racconta un po'. Scambio il n° di telefono con Emidio: grazie a whatsapp ci scambieremo le foto quasi in tempo reale. Conosco Mario ed il suo amico Enrico: li avevamo notati mentre mettevano le pelli questa mattina alla partenza. Fino ad oggi avevo sempre letto solo  le sue relazioni su OTT  a firma MarDio. Fuma in vetta, come anch'io facevo fino a qualche anno fa....io sono un ex fumatore tollerante e anche un po' invidioso perchè la sigaretta di vetta ha un sapore unico...  Ma ora è già il tempo di avvisare Mario del Venacquaro che entro un paio d'ore saremo giù, alla sbarra, dove ci verrà a prendere col fuoristrada. Ci separiamo: Emidio ed il suo gruppo scenderanno per il Sambuco e andranno verso Pietracamela, mentre Mario ed Enrico si aggregano a noi che scenderemo per la Ovest.


  ... l'infinito enorme pendio....ripido ma non severo: Mario decanta la neve d'Abruzzo, il mitico firn che più che sciare ti fa volare. La neve, l'ora, la temperatura  la compagnia è perfetta....la sciata è puro godimento e libertà. Una volta, sempre su OTT, lessi una relazione in cui la valutazione del manto nevoso (abruzzese) era "er mejo firn da quando er padreterno s'è inventato la neve"....bè era proprio così...

Affrontiamo l'ultimo canale incontrando altri ragazzi che salgono con la tavola in spalla. Ancora chiacchiere: ma quando mai sulle alpi succede di parlare con così tanta gente?...e nessuna tutina in giro...questo per me è lo scialpinismo: la scoperta, l'esplorazione, la conoscenza di luoghi anche interiori....posti che non sono mai gli stessi anche se ci sono già stato, perche cambiano loro e cambio io...


Affrontiamo l'ultima discesa del Brecciarone: in fondo appare la devastazione causata dalle valanghe che ci ricorda che questi posti possono essere terribili in certe condizioni. Qui la neve comincia a mollare ma  si scia ancora bene, senza sfondare.








il gruppo: da sx Roberta Mario Emil Enrico Dario









Ma non è finita: la gita si conclude con un divertentissimo  "ravaning" nel bosco di faggi distrutti e piegati dalla neve e per lingue di neve ci porta fino a quota 1200 circa in una luce magica.






Al Venacquaro birre, un ottimo piatto di pasta e tante chiacchiere e una frase di Mario che mi fa riflettere e si rivelerà incredibilmente veritiera l'indomani: "la sciata più bella è quella ancora da fare".

6 commenti:

pastarella ha detto...

Grazie per aver postato la gita ...
Grazie a te io ero li con voi ... Ps: il lupo da te descritto ero io nella mia precedente vita (almeno cosi sogno... )

Unknown ha detto...

È sempre un piacere leggere i vostr racconti, cari Cavalier emiliani. Grazie per le belle parole per la nostra Terra, ormai anche Vostra. A presto.

Il Mascherone Vince Odoardi ha detto...

Mi complimento per la gita e per la sua bellissima descrizione.
Suggerisco vivamente di inviare il tutto alla redazione della rivista del CAI perché lo merita.

Emidio ha detto...

È con immenso piacere che leggo a conferma del piacere nell'incontrarvi lassù ramponando e lasciandovi la traccia a metà percorso perché ormai sfiniti. Bello incontrarvi e saper che il nostro gran sasso è tanto amato!!!!
Sono sicuro di ritrovarvi presto su qualche altra via scialpinistica.
A presto

Emidio

Lupaghiottone ha detto...

caro compagno di tante avventure leggere i tuoi racconti ,e avendo la fortuna di conoscere quei posti mi commuove un po, la tua sensibilità e il tuo amore , condiviso per altro ,per quelle montagne per quella terra e le sue genti. ti porta oltre la cima. sento che presto torneremo... come dice Angelo ,ormai in Abruzzo siamo un po a casa.

Fabrizio D'Angelo ha detto...

Complimenti Gianluca!
Un bel racconto che a chi conosce quei luoghi fa riemergere piacevoli emozioni.

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