mercoledì 31 agosto 2011

27 agosto 2011 Monte La Cipollara e Monte Gorzano

Tour sulla Laga per espugnare una montagna celebre, dal nome nobile: La Cipollara.
Autori dell’impresa: Velluto e sottoscritto.
Il momento più eccitante dell’impresa è arrivato prima di arrivare, al bar di Acquasanta Terme.

Cotanta era la beltà del servizio che ‘l desìo ci colse d’ordinare ancora e ognora caffè e mezzelune lievitate ( cornetti). Non so cosa salvò li due Cavalieri dalla Sirena di Media Montagna.

Dopo questo episodio che spero non riaccenda la rivalità pastarelliana (anche se assicuro che ci sarebbe, più che a Castel del Monte, di che rivaleggiare) abbiamo proseguito : direzione Arquata, si procede per una ventina di chilometri sulla SS 4 (Salaria) quindi bivio per Amatrice, il paese si trova a pochi chilometri. Si attraversa la via centrale dell' abitato, si evita la strada a destra per Montereale, e si prosegue dritto per 4.5 km fino ad arrivare ad un quadrivio: si imbocca la strada a sinistra per Capricchia.
Dalla piazzetta di Capricchia si individuano subito le indicazioni per il Monte Gorzano. Si percorre per un paio di chilometri una stradina, che oltrepassa un evidente fosso (presa d’acqua Enel a destra) e si arriva al pianoro del Sacro Cuore, dove si può parcheggiare (quota 1381, punto 1 sulla cartina).

Molti parcheggiano subito dopo in uno slargo attrezzato per picnic. Si comincia a camminare sulla sterrata, e si incontra subito sulla destra un sentiero segnato bianco-rosso. Si proseguirà sempre su questo sentiero, ben segnato. Da evitare un paio di deviazioni a sinistra: una subito dopo l’inizio del sentiero e l’altra dopo circa un chilometro e mezzo. Il sentiero corre in direzione est con poco dislivello per poco più di un chilometro. Quindi piega decisamente verso sud e salendo per tornanti e zig zag, in un paio di chilometri arriva a quota 2041, all’attacco ovest della cresta del Gorzano .
E’ su questa faticosa rampa che ho fatto uno scatto per la nuova linea tecnica di abbigliamento del Cavalier Velluto (pantaloni, maglie, ghette, rinvii, gri-gri…tutto in velluto):


A quota 1850 ed a quota 1880 si incontrano due stazzi (il secondo più grande è segnato sulla carta col nome “Stazzo di Gorzano”).
Qui (punto 2 sulla cartina) si è posto un doloroso dilemma: seguire la via indicata sulla relazione di Giuseppe Albrizio o no.
Così scrive Albrizio:
Da qui c’è una mulattiera riportata sulla cartina IGM che scende nel Fosso di Ortanza, sul terreno però è poco evidente, si scende a mezza costa cercando di utilizzare le tracce di sentiero che si individuano sul terreno, dopo aver superato numerosi fossi secondari, si giunge presso i ruderi dello Stazzo della Cipollara 1995 m. Sempre in diagonale si scende ancora abbastanza ripidamente fino a quota 1958 m dove si attraversa il Fosso di Ortanza.
L’attraversamento del fosso è abbastanza delicato in quanto il passaggio è obbligato e prima di toccare il fondo si passa sotto una parete quasi verticale formata da sfasciumi di rocce e sassi instabili (si rischia di prendersi una scarica di pietre), una volta attraversato diventa tutto più facile. Si sale il costone Nord della Cipollara utilizzando un evidente tratturo e in fine si esce sulla cresta poco più in basso della quota 2125 m.



A noi la via suggerita non è parsa per nulla invitante: sentiero non evidente, sfasciumi dappertutto, pericolo di caduta pietre, il tutto in una “depressione” chiusa su tre lati in una giornata già calda.
E abbiamo optato per salire sul Gorzano, e poi sul Cipollara .
Due chilometri di salita costante e siamo giunti sulla cima del Gorzano (2458).



Sulla sommità del Gorzano ci aspettava una terribile sorpresa:







Gli escursionisti non davano più alcun segno di vita, avremmo voluto allertare i soccorsi, ma il Cipollara ci aspettava…
Il Cavalier Velluto, per nulla rattristato, ed evidentemente suggestionato dai recenti avvenimenti sacri e pontificali, non sapendo cosa venerare, ha reso omaggio alla prima cosa che gli è capitata a tiro: una piastra metallica cementata a terra



Dalla cima abbiamo seguito il filo di cresta verso Cima della Laghetta per un chilometro, ed a quota 2372 (punto 3 sulla cartina) abbiamo piegato verso ovest sulla cresta che termina con la cima del Cipollara:


La cresta è agevolissima. Dalla partenza abbiamo impiegato due ore per raggiungere il Gorzano, e dal Gorzano 35 minuti per la cima del Cipollara (2191): sebbene il passo sia stato veloce direi che come via “normale” al Cipollara non è niente male.

Ripassando per la cima, abbiamo visto che nessuno aveva ancora rimosso le salme degli escursionisti.
Scendendo sulla cresta del Gorzano ci siamo imbattuti in un baldo escursionista (cicciottello ma baldo). A qualche centinaio di metri abbiamo incontrato la moglie che arrancava, ormai quasi esanime. Evidentemente il baldo camminatore sapeva del cimitero di escursionisti sulla cima…

Correndo in discesa per non perdere il nostro “appuntamento birra” ad Acquasanta abbiamo riammirato le bellezze della Laga: le ampie “brughiere” dal sapore un po’ irlandese, gli squarci bellissimi sul lago di Campotosto, le pareti verticali dove una storia di milioni di anni è a nudo.



Ad Acquasanta le nostre speranze si sono dissolte in attimo…questione di turni: la “beltà del servizio” aveva staccato, c’era la mamma. E la birra era pure calda.

Tre Sorelle (Gruppo Sorapiss)



nel canalone del Giou Scuro



Suffi

Ste

paretina finale

Titti ed il Lago del Sorapiss

vetta





la nebbia ci toglie un pò di esposizione (perlomeno dal punto di vista psicologico)





Formate da tre Cime con minime differenze di quota tra esse,giacciono al centro della dorsale del Sorapìs.
Precipitano con imponenti pareti di oltre 600 m. verso N-E,mentre il versante S-E scende ad enormi gradoni sulla val di San Vito.Sono vette meritevoli,ma recondite,frequentate pochissimo poiché queste cime sono oscurate dalle vicine e molto più famose Pònta del Sorapìss e Croda Martora,che oltre ad essere le vette più alte del gruppo,richiedono un minor tempo di percorrenza.
Le Tre Sorelle infatti,pur offrendo scenari giganteschi ed appaganti,si trovano in un luogo alquanto recondito e separato dal resto del gruppo da un lungo attraversamento.

descrizione:
Itinerario:
Da San Vito si risale la pista sterrata di servizio agli impianti di risalita (divieto tre le ore 7,30 e le 18) fino al Rif. Scottèr-Palatini m.1580.
Si continua ancora lungo la sterrata con due lunghi tornanti (piccolo parcheggio a q.1685).
Si attraversano le ghiaie di un canale discendente dall’estrema sx della Cima Bel Prà.
Il sentiero si inoltra in un’incantevole pineta e raggiunge il Rif. San Marco alla quota 1883 m.
Si abbandona il rifugio in direzione N-E e si risale il pendio tra i pini raggiungendo il crinale del Giou Scuro che delimita l’omonimo canale discendente dalla forcella.
Il sentiero risale a tornanti fino a raggiungere la Forcella Grande m.2255.
Già da Forc. Grande, guardando l’enorme versante S del gruppo del Sorapiss, si nota l’inizio della cengia che si dovrà percorrere,situata sulla destra della colata di ghiaia rossastra che scende da Forc. della Caccia Grande, ed è lì che bisogna puntare.

Si abbandona la forcella e ci si sposta sul suo limite N-O.
Si imbocca il sentiero che taglia pianeggiante per circa 1 Km.il versante ghiaioso discendente dalla cresta che unisce la Punta Taiola a quella dei Ross fino al Fond de Ruseco,ovvero fino all’ingresso del grande catino ghiaioso a cui fanno da anfiteatro la Croda Martora e la Punta del Sorapis (c. 2515 m.).
Dal sentiero di attacco alla normale del Sorapiss ci si porta verso il lato più orientale della conca dove origina un'evidente larga banca ghiaiosa ed erbosa che si prolunga verso destra oltre il ripido canalone rossastro calante da Forc. Caccia Grande.
Si seguono pertanto le indicazioni per il Biv. Minanzio scendendo un po’.
Si abbandonano le tracce di sentiero ,che continuano a scendere,per attraversare in quota le ghiaie verso la sunnominata prima evidente cengia sotto le pareti della Caccia Grande.

Si percorre la banca in orizzontale evitando di alzarsi troppo in alto: oltrepassato il canalone che scende dalla Forc. della Caccia Grande (c.2490 m.) si imbocca sull'altro versante una cengetta ascendente un pò esposta (qualche metro di 1°).
La banca riprende, larghissima e scoscesa: occorre salirla obliquamente per innalzarsi fino ai piedi delle verticali pareti della Prima Sorella (c.2640 m.).
Si costeggia alla fine un gigantesco appicco giallo che sovrasta in modo imponente la cengia, e si guadagna la base dell’anfiteatro roccioso, solcato da tre canali.
Il punto di attacco si trova sul canale centrale che ,originatosi dalla forcella che separa la prima dalla seconda sorella,precipita con un salto sulla cengia (c.2700 m.).
Si attaccano le frastagliate rocce sulla sx del salto (1°) per alzarsi una ventina di metri e poi entrare nel canale.
Lo si risale tutto sulle rocce di dx senza via obbligata (passaggi di 1°) fino alla forcella (c.2910 m.).
Circa 10-20 m. più in basso della forcella,sul versante di salita,si segue una facile cengia aggirando uno spigolo.
Si sale un po’ (passaggi di 1°) e si continua traversando nella stessa direzione su di un’altra cengetta superiore fino ad un canale che la interrompe,sopra un salto roccioso di un paio di metri con una sottostante lingua terrosa (c.2920 m.).
Si risalgono le facili rocce (1°,roccia buona) sulla dx del canale fin poco sotto la forcellina da cui prende origine detto canale.
Si traversa facilmente il canale e si continua a salire per buone rocce di 1°-2° inclinando a sx fino a raggiungere la cresta (2950 m.).
Si percorre la facile cresta raggiungendo agevolmente la vetta (Prima Sorella 3005 m.).

martedì 30 agosto 2011

AUGURI!!!!

Mi inserisco tra relazioni di bellissime ascensioni per fare tanti, tanti auguri al Cavaliere Silvio. Oggi è il suo compleanno e non possiamo nascondere l'evidenza. Parliamo tanto di altri Cavalieri e sgomitiamo imperterriti, ma Silvio è il Primo Cavaliere. Costante, forte, impareggiabile nelle relazioni, ironico, poliedrico. Cuore e cervello. 50 anni portati alla grandissima.....AUGURI!!!!!

domenica 28 agosto 2011

Vetta Orientale e Vetta Centrale del Corno Grande

Polverenzola sulla Ricci

Alice e Marco esaminano nuovi itinerarii

sempre sulla Ricci (parte superiore)

Vetta Orientale del Corno Grande

Obbligatorio Lato B per Alice,in discesa dalla V.Orientale

Un passaggio impegnativo ed esposto

Vetta Centrale

Alice cavalca la roccia

Corda doppia

alla Gualerzi

Polveronzola da sola al torrione Cambi

Alice ed il Corno Piccolo

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