sabato 3 maggio 2008

Direttissima M.Amaro 3 maggio 2008

Salute a Voi.

Quando tornando con la macchina da f.te Romana, il 1 maggio, avevo visto che le rave stavano "bene" ...e dopo che Claudio, amico di lunghissima data e di numerose uscite insieme (un altro di quelli che va....) , mi ha chiesto cosa facevo sabato mattina...com' è andata a finire ??!!

Ore 08:00 , sci in spalla e via verso la Direttissima di M.Amaro. La neve inizia con una delle 2 lingue un centinaio di metri sopra l'uscita dal bosco, attorno ai 1850 mt. E' abbastanza dura e saliamo con sci, pelli e rampant fino ai 2200, poi decidiamo sia più remunerativo procedere con i ramponi.... "molla" molto poco e alla classica "deviazione a destra" e ancora più dura (è il classico "muretto" !)

Siamo in cima alle 11:30, troviamo al Pelino altri 5 Ski-alp, che sono saliti dalla "Vespa" ed anche loro hanno trovato la neve dura ! forse scendono dal "Ferro" per evitare il "muretto" iniziale che evidentemente ritengono impegnativo per le condizioni della neve. Bisogna dire che fa "freschetto" nonostante sia anche oggi una splendida giornata di sole.

Noi scendiamo dopo una ventina di minuti, non prima di aver sorseggiato un'ottima tazza di thè alla cannella (specialità del Fausto, che alcuni cavalieri hanno già avuto modo di apprezzare) e sicuramente privo di "additivi particolari" (ogni riferimento al fallito attentato al Pontifex Maximus, in quel del M.Cafornia....).
La prima parte della discesa, appena sotto la cima è in neve abbondantemente trasformata, e già ce n'eravamo accorti salendo; il muretto invece è ancora "bello tosto" e me ne accorgo subito... decido di scendere, allungando le diagonali fino a raggiungere la parte sommitale del canale principale, dove mi fermo e mi accingo a riprendere la discesa di Claudio, con la mia digitale.

Claudio scende benissimo, e poi si invertono i ruoli ed anticipatomi giù, sarà lui a riprendermi, anche perchè adesso la neve è migliore e più adatta a me ed ai miei sci ( o forse ...il contrario ! )

La soddisfazione della discesa aumenta, man mano che vado giù, anche se un di stanchezza nelle gambe inizia a farsi sentire !

Una volta giù, alle 13:30, mi accorgo che l'amico Claudio è meglio come sciatore che come "cameramen" infatti ha ripreso solo la parte terminale della mia discesa... è quindi è stato un un "impiastro" come spesso lo definisco !

Considerazioni finali: sono soddisfatto di questa settimana remunerativa che mi ha visto, con la "scusa" di queste festività intermedie, effettuare 3 "Maiellate" dal "discreto valore..."

Ma come disse il buon Silvester Stallone, alla fine del noto ( e stracazzuto) film "Cliffangher"...."ADESSO BASTA PERO' !" mi associo e credo che accetterò di partecipare al pranzo di Comunione di Leonardo (figlio di Paolo, con il quale tanto per rimanere in tema, sono stato sul M.Bianco nel '95) come un giusto premio....e mangerò e berrò...avendo ampiamente compiuto il "mio dovere" !

Di nuovo e...alle prossime.

Fausto


venerdì 2 maggio 2008

Monte Infornace per il Vallone di Fossaceca

Finalmente! Dopo averlo "sognato" per un paio di stagioni, oggi abbiamo percorso il Vallone di Fossaceca partendo dalla strada del lago di Pagliara, fino a giungere sul Monte Infornace.
La pattuglia ski alp di oggi: Marco D'Er., Fabio ed Angelo.

Certo, fino a quando non scorgi il vallone dal Colle di Malanotte, si rimane nel dubbio di dove e come si possa riuscire a passare sui quei prati ripidissimi, di tanto in tanto interrotti da placche rocciose, alte pareti di roccia friabile e forre impressionanti. Ma quando davanti alla nostra vista si apre la panoramica del Vallone, i nostri occhi si riempiono di gioia e grande sorpresa.
Con lo sguardo sempre verso le pareti di roccia che ci circondano ed il sole che fa sentire tutto il suo "calore", iniziamo a risalire il vallone fino a giungere a quota 2130 circa in prossimità delle pareti che sbarrano la testata della valle. Ora bisogna effettuare un lungo e delicato traverso verso sinistra per poter accedere alla comba glaciale adagiata sotto il Monte Prena ed Infornace, ma accade l'imprevedibile; ricevo una telefonata da parte dell'amico Guido (Fabio mi aveva pregato di non rispondere) il quale, una volta appreso che mi trovavo in Montagna, lancia una gufata micidiale: se puzz' squaia sa neve!
Immediatamente dopo cala un nebbione che rende complicata la progressione, già delicata per l'esposizione su imponenti salti di roccia e facendoci brancolare nel buio una volta entrati nella comba glaciale. Grazie alla nebbia fatta apparire da "chi l'ha visto?", ci siamo letteralmente persi. Solo dopo una telefonata "disinteressata" di Antonio C. (alias pastarella) si è aperto un ampio squarcio nel cielo, grazie al quale abbiamo potuto identificare il luogo dove eravamo finiti (un pinnacolo roccioso sopra ai Piani d'Abruna a quota 2500 circa) ed abbiamo potuto scorgere la croce posta sulla cima del Prena e la rampa attraverso la quale si accede alla sella tra il Monte Prena e Infornace. Senza perdere tempo calziamo gli sci e facciamo un altro traverso in discesa fino a raggiungere la base della rampa, che abbiamo risalito velocemente per poi percorrere il tratto di cresta fino alla cima dell'Infornace.
Temendo il ritorno della nebbia, ci affrettiamo a scendere direttamente nella comba sottostante attraverso il ripido canalino a nord della cima del Monte Infornace per poi ripercorrere l'intinerario di salita con una buona visibilità.
In conclusione una gita grandiosa, anche se ci siamo persi ed abbiamo percorso un dislivello maggiore di quello previsto.


Relazione

Monte Infornace (2469 m) per il vallone di Fossaceca

Località di partenza strada del lago di Pagliara a quota 809 m; dislivello 1660 m; tempo di salita 4/5 ore; difficoltà BSA; esposizione nord.

Il Vallone di Fossaceca è uno dei luoghi più belli ed impressionati del Gran Sasso. L'intinerario attraversa boschi antichi, taglia ripidissimi pendii sospesi nel vuoto di forre che incidono profondamente la montagna; risale il vallone aggirando i temibili salti di roccia che ne sbarrano la testata. In sintesi una gita magnifica, in ambiente straordinariamente bello.

Accesso: dal casello autostradale di "San Gabriele - Colledara" si raggiunge Isola del Gran Sasso e di qui Pretara. Da quest'ultimo pase seguire la strada asfaltata del lago di Pagliara (indicazioni turistiche per l'omonimo castello). Poco prima di raggiungere il lago in secca, prendere a destra una strada asfaltata a quota 809 m (all'inizio della strada c'è una sbarra metallica appoggiata tra erba ed arbusti, che si percorre per circa 500 metri, lasciando l'auto in corrispondenza di una carrareccia che sale verso la nostra sinistra (segnale CAI bianco rosso all'imbocco, poi segnali rettangolari giallo/rossi).

Salita: Si imbocca la carrareccia e la si percorre interamente fino a giungere a Fonte del Peschio a quota 1378 m, facendo attenzione a non imboccare il sentiero dei "quattro vadi", per un tratto in comune con la carrareccia. Un primo incrocio con il citato sentiero lo troviamo alla nostra destra, in corrispondenza di un ampio slargo, segnalato CAI con bolli tondi giallo/rossi (noi proseguiamo a sinistra), mentre il secondo incrocio con il "quattro vadi" lo troviamo alla nostra sinistra, in corrispondenza di un tornante verso destra, sempre segnalato con bolli tondi giallo rossi (noi proseguiamo a destra).

Una volta raggiunta la Fonte del Peschio (due vasche in cemento e la scultura di un aquila), proseguiamo alle spalle della stessa fontana (non prendere i sentieri a sinistra che risalgono il pendio) per una mulattiera fino a giungere al colle di Malanotte a quota 1415 m. Questo tratto di sentiero, in parte in discesa, può essere piuttosto pericoloso a causa delle numerose risorgenza di acqua che potrebbero gelare, rendendo molto complicata la progressione. Dal Colle di Malanotte si apre una vista magnifica sul vallone di Fossaceca e le pareti rocciose del Monte Infornace e Prena, oltre che il Cimone di Santa Colomba e le Torri di Casanova. Proseguire sul sentiero leggermente in discesa fino a giungere in corripondenza di un grande faggio isolato dal bosco, nei pressi del quale ci si immette nel vallone di Fossaceca (tenere presente questo punto anche in discesa, dove bisogna necessariamente uscire dal vallone) che si risale per via intuitiva fino a giungere fin quasi sotto le pareti rocciose che ora ci sbarrano la strada. A quota 2130 m circa, iniziare una lunga e delicata diagonale verso sinistra (est) fino ad immettersi nella grande comba graciale distesa sotto le vette del Monte Infornace e Prena, iniziando a risalire verso destra (sud) in corrispondenza di uno zoccolo roccioso che si protende verso il centro della comba. Ora con ultimo sforzo raggiungere la sella tra il Monte Prena e Infornace, alla quale si perviene attraverso una rampa obligua da sinistra verso destra. Dalla sella, percorrendo la cresta verso destra, in breve si perviene alla vetta del Monte Infornace a 2469 m.

Discesa: per l'intinerario di salita. Oppure dalla cima del Monte Infornace scendere verso nord direttamente nella comba per un canalino ripido, ma non difficile.

Fare attenzione a seguire l'intineraio di salita quando, alla fine della comba glaciale, bisogna nuovamente traversare verso sinistra per evitare un formidabile salto roccioso, non dimenticando il grande faggio nei pressi del quale bisona uscire verso destra dal vallone di Fossaceca.


giovedì 1 maggio 2008

M.Macellaro da F.te Romana 1 maggio 2008

Salute a Voi, interpreti di momenti vissuti diversamente dal "tran-tran" quotidiano e cavalieri erranti alla ricerca di sempre nuovi itinerari ! la nostra uscita è di quelle "classiche e tranquille" ma non per questo di minor valore in termini di soddisfazione e di impegno.... la montagna "da e prende" sempre... e sta a noi stabilire cosa, ed in quale misura,con attenzione e con rispetto, per Lei e per Noi !
...mbeh, dopo queste dissertazioni filosofiche veniamo ad enunciare l'uscita che mi ha portato fin sulla cima dell'ennesimo 2000: M.Macellaro (2.636 mt.)....uno di meno !

Giovedì 1 maggio, avevo deciso di provare ad effettuare l'ascensione, tramite la salita di fondo Maiella e forchetta Maiella da F.te Romana. Ha voluto accompagnarmi in questa escursione, un
amico di lunga data ed al quale devo molto in termini di "crescita" in montagna: Gabriele !

Lo stesso era già stato sulla cima in questione, ma per lui ha rappresentato un'occasione di allenamento e ad ogni modo una piacevole escursione, dato il bel tempo e l'ambiente perfetto !

Partiti da F.te Romana (1.250 mt.) e non da F.te di Nunzio che è poco prima sulla strada che va da P.sso S.Leonardo a Campo di Giove, alle 07:45, siamo arrivati nei pressi dello stazzo a quota 1.800 dove si incrociano i sentieri che provengo da F.te Nunzio e campo di Giove. da lì inizia la neve, e la nostra progressione è continuata con diverse modalità: sci, pelli di foca e rampant per me, ramponi per il nostro Gabriel.

Neve abbastanza dura ed arrivati nei pressi di Forchetta Maiella, anch'io mi sono sentito più sicuro con i ramponi. arrivati al rimpiano di Fondo di Femmina Morta, nei pressi della forchetta (2.400 mt circa) si è alzato un leggero vento da ovest. Ho continuato la progressione, ricalzando sci e pelli in direzione del vallone di Femmina Morta, prima, e poi puntando decisamente il costone che si innalzava di fronte che ho risalito percorrendolo poi in direzione Nord fino alla cima di M.Macellaro (2.636) evidenziata da un ometto di pietre e da una scritta (già presente !!!) con nome e quota. Era ben visibile M.Amaro, raggiungibile da lì (con ottima visuale) in circa un ora.

Il Gabriel, nel frattempo ha visto bene di dare maggior risalto al suo impegno concludendo la salita del fondo Maiella tramite un canalino di ulteriore pendenza che lo portato in cresta nei pressi di f.ta Maiella. Di lì ha poi proseguito fino alla croce di legno di M.Tavola Rotonda (cima ben nota ultimamente per le "difficoltà" (di stampo metereologico) che si sono avute per la sua "conquista" e che in un "goliardico clima" di veleni... si era messa in discussione !!!

Il resto della gita si può sintetizzare in una discesa a dir poco "favolosa" ! Non tanto per il nostro Gabriel, ma quanto per me (e non tanto per le mie non eccelse qualità di sciatore !) ma per la splendida condizione della neve, trasformatissima, ma con un buon fondo, e quindi facilmente sciabile con grossa soddisfazione ! posso solo aggiungere che l'iniziale "classico" caffè e cornetto a S.valentino ed il finale "altrettanto classico" birra e patatine a S.Eufemia hanno coronato un altra buona giornata di Amicizia, natura, e sport.

Io comunque a scanso di "equivoci" ho immortalato qualche momento (compresa la cima !).... sa con l'aria "sottile" che tira......


Salute a tutti,

Fausto ( e Gabriele )



oversize


Dopo un lungo periodo di inattività (per svariati motivi) mi sono regalato una uscita in soliraria sulla rava della vespa. Il riposo forzato si è fatto sentire sul corpo e sull'orologio, circa 3 ore e 40 (!). Il giudizio finale è comunque positivo. La rava era in condizioni ottimali e il tempo bello (a metà mattinata però si è alzato un fastidioso e intenso vento che all'uscita ha creato un po di problemi). Come potete vedere la rava era uno splendore. Data la notorietà della rava Sir Gabriele non me ne voglia se non relaziono sull'uscita.

Voglio invece dilungarmi su quello che mi è accaduto sulla strada del ritorno.
La strada per Campo di Giove era piena di centauri, tirate e pieghe. Ma la mia attenzione cade su una moto, o meglio sulle dimensioni del posteriore del passeggero, che mi sorpassa lentamente. Guardando la foto si intuisce perchè questo centauro vada piano (cliccate sulla foto per ingrandirla). I freni sono stati duramente sollecitati.
PS: Per fare la foto ho rischiato di fare un dritto, oltre a essere linciato dal "pilota" e "consorte oversize" qualora si fossero accorti del click.

mercoledì 30 aprile 2008

Pescofalcone per la Rava del Pisciarello

Semplicemente magnifica! Da un po' di tempo sentivo parlare di questa "Rava del Pisciarello" al Pescofalcone e più volte mi era capitato di leggere commenti di skialp che l'avevano percorsa rimanendo entusiasti. Così è scattata "l'invidia" dello sciatore!! Finalmente ieri sera l'ok del compagno di gita, Silvio (doveva esserci anche Paolo F. che ha dovuto rinunciare) e questa mattina incontro al solito posto.
A vederla dal basso, la Rava in questione non affascina più di tanto, ma poi iniziando a salire fino a raggiungere il canale vero e proprio, davanti a noi si delinea una magnifica sorpresa. Questo posto è fantastico!! Questa è stata la nostra esclamazione vedendo davanti a noi il canale sinuoso, che più in alto si allarga in un bellissimo e ripido pendio che conduce direttamente all'anticima del Pescofalcone a quota 2646 m (ometto di pietre con bastone di legno).
La neve era in condizioni ottimali, ben trasformata e compatta. Insomma una salita inaspettatamente bella ed una discesa magnifica, che consiglio a tutti gli amici skialp.

A scanso di equivoci, questa volta in vetta al Pescofalcone abbiamo scattato numerose fotografie, tenendo conto di ogni angolazione di ripresa che potesse dimostrare la nostra presenza in quel luogo. Devo dire, inoltre, che Silvio non ha tirato fuori neanche un ometto o croce gonfiabile, ma in compenso mi ha offerto una strana barretta di colore viola che ho prontamente rifiutato, temendo che potesse toccarmi la stessa sorte del Demonik.

Relazione

Monte Pescofalcone (2657 m) per la Rava del Pisciarello

Accesso: dalla SS 484 che collega Caramanico a S.Eufemia, in direzione passo S.Leonardo, appena superata la galleria ad archi ed appena raggiunto il centro abitato di S. Eufemia, svoltare a sx per Macere Piane (attenzione: il cartello indicatore è visibile solo dopo la svolta). Si prosegue per 1,5 km su strada asfaltata quindi si gira a dx imboccando una sterrata con fondo carrabile (sentiero CAI n.15A). Si percorre la sterrata per 2 km fino ad un incrocio con una pista per trattori, dove si lascia l'auto a quota cartografica 1150m. Possedendo un fuoristrada è ulteriormente possibile proseguire sul tracciato per trattori per ancora 7/800m giungendo a quota 1230.

Avvicinamento: dalla quota 1150 si continua a seguire il tracciato per trattori (prendere la traccia che devia verso destra nei pressi di muri di pietra a secco), comunque sempre segnato e ben evidente (freccie con vernice rossa su alberi e massi), raggiungendo una radura a quota 1330m. in questo punto la traccia non è evidentissima, almeno per un breve tratto, ma comunque non è difficile orientarsi: puntare alla base sinistra della bastionata rocciosa e proseguire sulla traccia segnata con vernice rossa, per poi raggiungere una seconda paretina rocciosa transitando alla sua base proseguendo verso destra, fino a raggiungere il cono di deiezione delle valanghe che scendono lungo la rava. Da questo punto in poi l'itinerario diventa intuitivo: la rava è quasi tutta visibile per il suo intero sviluppo (o perlomeno è intuibile) e non resta che salirla.
Il canale presenta una pendenza mai banale e la valutazione oggettiva varia tra un impegno BSA ed OSA. Data l'esposizione poco soleggiata durante la giornata (O-NO) e la natura del manto (duro al mattino) sono comunque consigliabili i rampant oppure i ramponi.

La discesa per l'intinerario di salita.

martedì 29 aprile 2008

QUESTO E' UN ORDINE !!!!!!!

QUESTO E'UN BLOG CULTURALE NON FOTOGRAFICO E, PERTANTO, PUBBLICATE POCHE FOTO!!!NON LO RIPETO PIU'!!!!!

MONTE CAFORNIA MT.2424.

DOPO AVER SMALTITO LA SBORNIA DI THE' ALLE ERBE (CHISSA' QUALI....) CHE SOLO CAVALIER SILVIO E POLO HANNO GRADITO MI ACCINGO A STILARE, CON GIUSTIFICATO RITARDO, LA RELAZIONE DELLA GITA EFFETTUATA IL 25 APRILE 2008 AL MONTE CAFORNIA NEL GRUPPO DEL VELINO.USCITI AL CASELLO AUTOSTRADALE DI MAGLIANO DEI MARSI SULLA A25 SEGUIRE LE INDICAZIONI PER OVINDOLI FINO A RAGGIUNGERE IL PAESINO DI FORME. AL CENTRO DEL PAESE PRENDERE LA STERRATA CHE CONDUCE ALL'IMBOCCO DELLA VALLE MAIELAMA E SI PARCHEGGIA L'AUTO IN CIMA AD UNA SALITELLA DOVE C'E' UN PRATO.PRENDERE UN SENTIERO SULLA DS BEN VISIBILE IGNORANDO IL PROSEGUIMENTO DELLA STERRATA CHE CONDUCE A FONTE CANALE.CONTINUARE PER IL SENTIERO COSTEGGIANDO UNA BELLA PINETINA E DOPO 0,45 MIN. SI INCROCIA IL SENTIERO N.7 PROVENIENTE DA FONTE CANALE. A QUESTO PUNTO CI SONO DUE POSSIBILITA'O SEGUIRE IL SENTIERE PRINCIPALE (SENTIERO ITALIA) O ARRIVATI AD UN MASSO CON L'INDICAZIONE MONTE CAFORNIA ANDARE DRITTO X DRITTO FINO ALLA SELLA. DALLA SELLA PRENDERE IL SENTIERO CHE SEGUENDO FEDELMENTE LA CRESTA CONDUCE IN VETTA.SICURAMENTE PRIMA DI ARRIVARE IN VETTA BISOGNA SUPERARE UN CORNICE DI NEVE IMPEGNATIVA STANDO A QUANDO HA DETTO IL CAVALIER FAUSTO 2OOO. PER NOI E' STATO NORMALE.LA DISCESA PER LA VIA DI SALITA.GITA IMPEGNATIVA SIA PER IL DISLIVELLO MT.1300 CHE PER LA PENDENZA.LA DISCESA CONVIENE FARLA DAL SENTIERO.

Stanotte ho avuto un incubo




lunedì 28 aprile 2008

Sardegna....!!!!!







Ciao A tutti
Vedo che le avventure al freddo e sulla neve non calano certo di intensità in questo inizio di primavera che stenta a decollare....
Beh!! io invece ho completamente dirottato il mio interesse al caldo e alle belle giornate...
Infatti sett.scorsa passata al cospetto delle guglie e scogliere della mitica Sardegna...terra dai mille volti e paesaggi veramente selvaggi...Settimana trascorsa all'insegna dell'arrampicata ma con un giorno di riposo in visita alle gole di Gorropu visto che il maestrale si era alzato all'ennesima potenza....!!!!A tutti coloro che vogliono affronatare un periodo di serenità e magnate come si deve la consiglio vivamente...in allegato alcune foto...!!!!
Un saluto cavalieri...

domenica 27 aprile 2008

Pizzo Intermesoli e la Conca del Sambuco

Avevamo ben tenuto conto delle prevesioni meteo (riprendendo il discorso di Fausto) e per questa ragione avevamo scelto di riposare sabato e tornare in attività domenica. Ma evidentemente non avevamo considerato il fattore gufaggio, che qualche nostro compare (che avevamo abbandonato in occasione della gita precedente) ha messo in atto per guastarci la festa, anzi la gita.
Così mentre eravamo in autostrada diretti ai Prati di Tivo, Fabio, Luca ed il sottoscritto, abbiamo iniziato a chiederci come mai il Gran Sasso era completamente ammantato da una nube fantozziana, assolutamente non prevista dal meteo. Naturalmente, essendo anche noi "cavalieri delle intemperie" e pur preferendo le giornate di sole che meglio lavorano il manto nevoso, non abbiamo rinunciato al nostro progetto e ci siamo avviati lungo la carrozzabile che dai Prati di Tivo conduce in Val Maone, con nubi nere che incombevano sulle nostre teste. Risalita la valle e raggiunta la vetta meridionale di Pizzo Intermesoli attraverso la Sella dei Grilli, abbiamo dovuto sperare in un miracolo affinché ci fosse la visibilità necessaria per la discesa. Con qualche difficoltà e altimetro e bussola (GPS) alla mano, raggiungiamo l'ampia sella senza nome alla testa della Conca del Sambuco a quota 2438 metri. Qui abbiamo dovuto un po' riflettere a causa della cornice che rende ancora più ostico l'inizio della discesa nella conca sottostante. Luca si butta (letteralmente) senza troppi complimenti, io lo seguo dopo qualche altro istante di esitazione, mentre Fabio decide che era meglio serrare un po' gli scarponi. Superato il muro iniziale, eravamo tutti e tre a curvare allegramente. Meno allegra è stata la discesa a piedi nel bosco, a tratti piuttosto intricato e ancora meno divertente (solo per il sottoscritto) la risalita per la Valle del Rio Arno ed il ritorno ai Prati di Tivo: agli amici suggerisco di continuare la discesa verso Pietracamela e poi, magari, farsi dare un passaggio (tecnica spesso utilizzata dal Pontifex Gabriele) per tornare a prati.
In conclusione una bellissima gita, a parte qualche problema di visibilità verosimilmente causata dai gufi (al nostro ritorno ai prati ha iniziato a splendere il sole su tutto il massiccio), varia ed articolata, fisicamente e tecnicamente impegnativa.


Relazione

Pizzo Intermesoli (2635 m) per la Sella dei Grilli e Conca del Sambuco

Località di partenza Prati di Tivo (1465 m); dislivello 1600 circa; difficoltà OSA; esposizione in salita sud/est, in discesa nord.

Salita: dal piazzale dei Prati di Tivo, nei pressi dell'albergo omonimo, si prende la carrozzabile (chiusa con sbarra metallica) che conduce in val Maone (segnaletica per "cascate Rio Arno" e "rif. Garibaldi). La strada attraversa un bosco ed una radura, dopo di che, in discesa e costeggiando le pendici del
Corno Piccolo, conduce in fondo alla Val Maone alle sorgenti del Rio Arno. Risalire la valle fino a quota 1900 m circa, dove si apre l'altopiano carsico di Campo Pericoli. Si piega decisamente a destra, entrando nella grande conca sottostante la Sella dei Grilli alla quale si risalre direttamente per l'ampio canalone. Dalla Sella dei Grilli (2220 m), in direzione nord, si rimonta la piramide sommitale del Pizzo Intermesoli, superando una barriera rocciosa attraverso un breve ma ripido canalino, per poi proseguire su pendio più aperto fino alla vetta meridionale dell'Intermesoli (2635 m).

Discesa per la Conca del Sambuco: dalla vetta si scende verso nord, costeggiando sul lato sinistro il filo di resta, fino ad una prima selletta (da qui si inizia la disecsa per il versante ovest), proseguendo nel canale che scende a sinistra (ovest), uscendone per tempo, tagliando una diagonale verso destra fino a raggiungere una larga sella a quota 2438 m tra la cima meriodanale e quella settentrionale. Dalla Sella ci si affaccia sulla ripida testata della Conca del Sambuco, spesso orlata da imponenti cornici da superare con decisione. Superato questo passaggio, piuttosto ostico, il pendio diviene più ampio ed agevole, mantenendo però una certa pendenza fino a giungere nell'ampia conca chiusa verso valle dal Picco dei Caprai. Aggirare il picco verso sinistra (versante settentrionale) e proseguire fino ad incontrare i primi alberi. Continuare la discesa lungo il canale di valanga tra gli alberi della faggeta, che in basso diventa più folto ed intricato, per poi tornare ancora sciabile fino a raggiungere il fondo della Valle del Rio Arno a quota 1260 circa. Da qui due possibilità: raggiungere Pietracamela (1050 m) percorrendo in discesa la Valla del Rio Arno per circa 30 minuti (scelta preferibile), oppure iniziare a risalire la valle lungo il sentiero estivo fino ad incrociare nuovamente il sentiero percorso all'andata nei pressi delle cascate del Rio Arno e rientrare nuovamente a Prati di Tivo.

Cavaliere delle intemperie (e chi se ne frega di M.Pizzone !)

25 e 26 aprile 2008

Salute a tutti e per iniziare un bel consiglio: (credo che non ce ne sia bisogno, ma su questi argomenti "melius abondare quam deficere") non sottovalutare mai le meteo , soprattutto quando un "pò di aria da nord" si trasforma in una bufera di neve, vento, e successiva nebbia !

Ma andiamo con ordine... tentativo di 2 giorni, con notturna al bivacco Fusco (mt.2.455) per raggiungere il giorno dopo M.Acquaviva (mt.2.737) e proseguire per cresta verso M.Pizzone (mt.2.214), quest'ultimo rappresenta un "problemino" nella "corsa ai 2000". Ed infatti per via delle mughete e della rete sentieristica "fatiscente" che spesso troviamo in Maiella, avevo deciso di provare a farlo in invernale con la neve e sci per passare eventualemente sopra la mugheta.

dopo aver provato a coinvolgere qualcuno in questa cavalcata di quota, ma invano, e considerata comunque la discreta conoscenza dei luoghi e ....le meteo... sono partito venerdì 25 aprile (la liberazione ! per qualcuno ?!!! ) alle 16:15 da poco sopra gli impianti di Mamma Rosa, + o - sui m.1.650 (strada chiusa ?! il Parco e le sue leggi ?!), sci ai piedi.

Splendida giornata di sole, buona progressione, incontro Roberto che aveva appena fatto un giro verso M.Cavallo e proseguo verso la Madonnina e poi a Dx della stessa e poi in cresta... c'è poco da fare in invernale, raggiungere solo la fontanina già "ti fa un pò penare" !

Proseguo cercendo di individuare il punto migliore per la progressione, tra la mugheta "benedetta" ed il crestone di rocce rotte, tenendo presente il peso dello zaino con l'occorrente minimo per un bivacco e con gli sci sopra. Ho scelto di non tagliare nel canalone sotto il Fusco, perchè sta facendo scuro e mi sento più sicuro così !

Arrivo sull'anticima del M.Focalone e riscendo sul costone verso il Bivacco, che sembra star lì...ma non arriva mai ! quando lo raggiungo ed apro la porta..... guardate la foto !

La notte arriva la buriana... tuoni, fulmini, neve a "cecetti" che quando sbatte sul bivacco fa un rumore, vento... la mattina sveglia alle 05:30 e fuori trovo il "polo nord" ! altro che giornate di sole, con probabili rovesci pomeridiani !!! quà parte uno "schifo" dall'alba !!! Dopo un thè caldo, e già ridimensionati abbondantemente gli obiettivi (forse solo l'Acquaviva ? solo la discesa all'anfiteatro delle Murelle ? ) decido di aspettare che si rimetta un pò (dentro il sacco a pelo).

Infatti si rimette...SI , si rimette a nevicare (oltre ai 10, 15 cm. già fatti !). Alle 10:00 si riparte, NON PRIMA di essermi accertato di avere chiuso BENE la porta del rifugio, e non come qualche "testa di quiz" ha fatto precedentemente !

Destinazione chiaramente orientata al ritorno, in un bel nebbione che mi ha creato non pochi problemi (Urlo liberatorio) alla vista della fontana, punto di riferimento sicuramente "topico" sulla via del ritorno .

A differenza dell'andata ho praticamente messo gli sci (ma tenedo le pelli, e poi sulla cresta dal fontanile anche i rampant) da quasi subito. Peccato solo che a voler e poter sciare, era una neve FAVOLOSA, fredda, invernale... ma non si vedeva a 2 mt. e non potevo certo perdere ulteriormente l'orientamento !

Qualche telefonata a casa per mantenere i contatti ed avvertire delle condizioni di visibilità non ottimali ( ...va a finì che faccio nu bivacco all'addiaccio, aspettando che si alzi la nebbia...), ma poi il ritorno alla Octavia alle 15:30 ha suggellato la fine di questa che comunque è stata un altra esperienza ! (si dice così,vero ?!)


Salute cavalieri.

Fausto


PS.: per gli amici del M.Prena da pagliare: se quel tizio che ha fatto lo spiritoso, capitava a me
dopo "na cosa simile" ...na picozzata n'gli le toiev nisciun !!!


qualche foto:


il sole....



qualche nuvoletta....all'orizzonte...



..si sta facendo notte



"Ma tu vedi sto stronzo che ha lasciato aperto......"



un buon bicchier di vino non ha mai fatto male a nessuno !



...la senti l'aria ?!

Alba tragica...

il bisognino...

da dove venivo....

comunque un "bell'ambiente !"

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