sabato 24 aprile 2010

... SIGNOR MAESTRO!

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Ormai è ufficale!


il nostro cavalier Gianluca (Fester) uno degli Hard Director del King Line ha brillantemente superto le selezioni per l'ambito titolo e da pochi giorni è ufficialmente

MAESTRO DI SCI ( purtroppo in pista)

congratulazioni!!!

ora più che mai potrai fregiarti del nome di
Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri della Polvere
.

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venerdì 23 aprile 2010

Declaratoria delle Assenze

Inoltre, per smentire la signorina Polveronzola sulla mia non pubblicazione di Post, con particolare riferimento all'uscita di sabato scorso, ma anche più in generale, vi elenco la declaratoria non esaustiva delle ASSENZE a vario titolo:

a) Assente ingiustificato:

pastarella? ultima uscita presunto maltempo/assenza di neve

Fausto vedi pastarella

Angelo vedi pastarella

b) Assente giustificato

Paolo certificato medico

Marco Cavaliere medievale-certificato medico

il Pier 650 km

bambi assenze per la scuola

c) Assente ciclico

Pontifex - sbalzi termici freddo/maltempo/pioggia/umore

Walter presente solo nelle occasioni celebrative/figli/moglie

Contadino da indagare

marco assenze per lavoro

il Mascherone assenze per impegni improcastinabili-ultima uscita presente

Silvio assenze per viaggi-ultima uscita presente

Polveronzola problemi di public relations-pessima fattura dolci per il sabato mattina - esami universitari-ultima uscita presente

d) Assente cronico

Dom1 assenze per tendiniti varie/donne e altro da indagare

eiger rodaggio vita coniugale (?)

mammut da indagare

guido doppia vita (?)-passione per la pesca subacquea

ufetto da indagare

Fester lavoro e neo paternità (?)

d) Il Grande Assente

detentore dello scettro, sovrano (al momento) indisturbato!

cause: ginocchia malmesse - impegni di lavoro - doppia vita - brutto tempo, troppo caldo, troppo freddo, senilità, incontinenza, pentimenti, amore smisurato per Alice quadrupede, tennis, corsa, missioni in Calabria, dismissione di tutta l'attrezzatura a vantaggio del cavalier medievale, lettura, poesia, misoginia, repulsione per il genere umano, sbalzi umorali.

giovedì 22 aprile 2010

Monte Amaro per la Rava della Vespa

Non aver ancora fatto il consueto "pellegrinaggio" presso il Monte Amaro nel corso della stagione della neve, mi faceva stare abbastanza male, ma poi, leggendo i report sul noto data base The Top, si è aperto uno spiraglio di luce: un gruppo di di ski-alper in data 18 u.s. erano saliti per la Rava del Ferro, aveno raggiunto Monte Amaro ed erano scesi per la Rava della Vespa.
Ma allora la neve c'è!!
Avevo pregato Pastarella? di unirsi a me ed avevo un mezzo accordo pure con Marco, ma alla fine per un disguido (colpa mia che non leggo gli SMS in tempo reale) ho suolato il predetto Marco, che comunque ho svegliato alle ore 06,10 circa, e sono andato da solo.
Così alle 7,20 ero già in cammino lungo il sentiero che, dal piazzale al termine della strada della riserva di Lama Bianca a 1400 m circa, conduce alla base della Rava della Vespa dove ho constatato le ottime condizioni di innevamento del canale fino a quota 1800 m circa. Da questo punto in poi e fino all'uscita della Rava, ho dovuto fare ricorso ai ramponi per poter affrontare la salita, vista la neve piuttosto dura che poi mi ha impegnato anche in discesa.
Lungo la salita solitaria, quando nella testa ti passano tanti pensieri inutili, appena superato la strettoia, mi è tornata in mente l'ordinanza n. 1/2010 circa l'obbligatorietà dell'uso degli sci sulla neve: qualcuno, due o tre sconsiderati (ricchioni), era sceso lungo la Rava senza sci ai piedi subito dopo l'ultima precipitazione di domenica 18, rovinando tutta la parte alta e centrale del canale che altrimenti sarebbe rimasto immacolato e pronto alle carezze delle lamine degli sci. Fortunatamente, guadando alla mia destra, posso constatare che buona parte della discesa l'avrei potuta effettuare sulla parte più ripida della rava dove i "vandali" non erano passati.
Arrivato in vetta a Monte Amaro alle ore 09,45 mi affretto a trovare un posto dove il mio cellulare riceve il segnale, così da poter inviare SMS agli amici "assenti" limitandomi ai "saluti di Monte Amaro. Che spettacolo!" . Evidentemente, però, qualcuno di loro l'ha presa male e deve aver gufato parecchio, al punto che dopo una ventina di minuti che ero lì a godermi il sole sono stato assalito da un violento mal di pancia con le conseguenze che non è opportuno specificare.
Anche se un po' debilitato, alle 10,40 riparto in discesa sulla bellissima ed abbondante neve che ancora ricopre tutti i pianori sommitali della Majella, fino a raggiungere la testata della Rava della Vespa, che ho imboccato sul suo margine sinistro, quello che avevo visto essere ancora "immacolato".
Beh, come ben sapete, la Rava della Vespa non delude mai: grande sciata fin dove, a quota 1800 m circa, due anni fa abbiamo celebrato la chiusura della stagione ski-alp 2007-2008.

Per questa ragione mi sembra opportuno richiamare il video che abbiamo girato in quella circostanza e che Mamma Majella ci protegga tutti:

La conquista del Costone della Cerasa

E' da un pò che lamentavo l'assenza di relazioni sul nostro blog. Beh...questa volta ne abbiamo due (troppa grazia di S.Gabriele!). Io e Polveronzola non ci siamo capiti tanto bene...

Ecco la relazione della donzella della Polvere:
Questa volta l’ingrato compito di scrivere la relazione dell’uscita di sabato è toccato a me perché Silvio è impegnato e Il Mascherone, come già sapete, non pubblica post, ma si diletta unicamente con i commenti. Dico ingrato per un paio di ragioni: perché sono a corto di idee e perché mi toccherà pubblicare le mie cazzate in montagna. Così, invece di avere l’onore di “alzare il livello del blog” (cito le parole di uno di voi e apro la caccia al colpevole), avrò quello di dargli il colpo di grazia, spedendolo definitivamente sottoterra. Buon pro ci faccia! La giornata di sabato è cominciata sotto il solito ponte alle 6.15 con un tempo a dir poco schifoso. I partecipanti fuori di testa: prima di tutti io, perché mi sono fatta minimo cinque ore di macchina tra andata e ritorno, Silvio, perché ha organizzato l’uscita, Il Mascherone, perché ha scelto una giornata con tempo impeccabile per non “suolarci” come al solito, Pastarella?, perché diversamente da come è solito fare, non si è scoraggiato vedendo il tempo, e Fausto, per essersi unito alla compagnia. Destinazione: Piani di Pezza. Dopo un certo numero di peripezie, tra cui Silvio (al volante) che dice “non so da che parte dobbiamo andare” e lo spostamento di un “cavo dell'alta tensione” da parte dell’intrepido Il Mascherone, arriviamo alla meta. Da quello che ho capito si arriva SEMPRE all’attacco, poi quello che succede succede, e infatti… Qui cominciano i primi tentennamenti. Pastarella? non è affatto convinto: chi glielo fa fare di mettersi gli sci in spalla e camminare sotto la pioggia per fare una sciatella su neve probabilmente crostosa? Domanda del tutto lecita e sensata, mi dà da pensare il fatto che io non me la sia posta. Pensa che ti ripensa (gli ci è voluto un quarto d’ora abbondante) Pastarella? decide di tornarsene a casa e Fausto va con lui. Sarà per spirito di lealtà, scoramento o un po’ più di sale in zucca? E così rimaniamo in tre a partiamo a piedi, senza sci. Risulta chiaro, dopo appena dieci minuti, che ho fatto un errore colossale a non portarmi gli sci. La pioggia smette di cadere e viene sostituita, prima da sprazzi di sole e poi da una piacevole e leggera nevicatina. E, cosa fondamentale, la neve c’è ed è anche molto buona. Sigh! Quanto ho risicato! La salita procede senza intoppi ed io, ad opera del Mascherone, vengo sottoposta ad un interrogatorio così pressante che potrebbe quasi fare concorrenza a quelli del Pontifex (caro Pontifex, non se la prenda per carità, ma ho saputo che i suoi interrogatori sono terribili). Riporto una delle domande che mi ha lasciata senza parole: “chi era ciclicamente assente a casa?”. Per la traduzione siete pregati di rivolgervi direttamente all’interessato oppure a Silvio perché io sto ancora cercando di capirci qualcosa. Assisto anche ad un momento di smarrimento di Silvio che ripete quattro o cinque volte (così riferisce Il Mascherone): “Boh, non lo so dove stiamo”. In qualche modo, grazie anche a delle vecchie tracce di sciatori (io sempre lì a rosicare), riusciamo ad arrivare sul Costone della Cerasa . Fatte le foto di rito, cominciamo la discesa e si può quasi vedere il fumo che esce dal mio cervello in ebollizione: mi sto maledicendo per non aver portato gli sci e sto pensando al modo di rimediare. Finalmente, ricordando una promessa fattami da Marco, arriva l’intuizione: lo “striscia culo”. Perché no? Allora prendo il copri zaino, lo uso come base d’appoggio e parto. Viaaaaaa, urlando a squarciagola!! Sono stata ripresa e sono sicura che Silvio non mancherà di mettere uno dei tre filmati sul blog. Silvio, abbi pietà di una gentil donzella e scegline uno dove scendo “con più dignità e stile”. Per dirla con le parole di mia madre: “Grazie ai cuscinetti che ho nelle chiappe sono riuscita a fare una meravigliosa sciata di culo”. Sfido voi, onorevoli cavalieri, a fare lo stesso! La giornata si è conclusa in un bar, dove ci siamo riempiti la pancia con pezzi di un profumatissimo pecorino (portato da Il Mascherone) accompagnato da focaccia con l’olio (ci ha pensato Silvio), una birra e tanti tarallucci (fatti con amore dalla sottoscritta). Una splendida giornata in montagna! Ah, quasi dimenticavo. Il Mascherone ha insegnato a Silvio un paio di frasi con cui mettere KO gli avversari durante le trattative: “Questa è un’uscita stocastica” e “la risposta è dentro di te, pensaci!”. Che classe! PS: ringrazio entrambi i cavalieri per la compagnia e Silvio per la supervisione al post.
Ed ecco la mia relazione.
Partiti in una mattina tempestosa, quel giorno il destino non ci risparmiò i cattivi auspici. Dovevamo essere in 8. L’Alpinista Medievale e Paolo vennero colti da malori nelle 24 ore precedenti la partenza. Angelo, preso da oscuri presagi, mandò un messaggio valutando non sensata l’impresa. Arrivati in 5 ai Piani di Pezza gli oscuri presagi, accompagnati da pioggia e nubi anch’esse oscure, attanagliarono improvvisamente anche Pastarella e Fausto, che decidevano di ritirarsi esattamente nel punto A riportato sulla cartina (per essere ancora più esatti il punto A è lo stesso in cui erano arrivate le auto).
Rimanemmo in tre: io, il Mascherone e Polveronzola. Considerato che non ci vedeva nessuno decidemmo di non osservare l’ordinanza sull’obbligo degli sci e partimmo a piedi a quota 1550, imboccando il sentiero 10A, che ben segnato si snoda nel bosco. La pioggia cessò e tutto filò liscio e su neve compatta fino al punto B, a quota circa 1900, salvo gli acuti rimorsi per non aver portato gli sci. Nel punto B ebbi un piccolo giramento di testa, e condussi la compagnia verso est invece che a seguire il sentiero (nascosto sotto la neve) a nord. Poco male, visto che dopo poco incrociammo il “cippo” di Vado di Roscia Grande, con tanto di segnale bianco-rosso. Lì ebbi un altro impercettibile giramento di testa, e la compagnia girò a sud (vedi punto C) invece che a nord. Ma poi mi ravvidi e tornammo sui nostri passi, fino al cippo, e poi verso nord avvistando i segnali del sentiero (che comunque si vedevano benissimo dal Vado!). Di lì attraversammo un tratto d’altopiano, quindi con uno strappo finale di poco più di 100 metri fummo sulla cresta e conquistammo fra lacrime di gioia il Costone, e pure la Cimata. Fortunatamente Polveronzola ci somministrò sostanze dopanti a base di tarallucci integrali al vino e the allo zenzero. Ma a poco valse il doping durante il ritorno… le forze erano allo stremo. Un primo episodio straziante avvenne nel punto D: Polveronzola voleva fermarsi e ci pregava di lasciarla lì: “E’ la fine , non pensate a me,ecc.". Ma il Mascherone fece di tutto per scuoterla, ed arrivò infine a trascinarla a forza…salvandola! Io, che più che al dramma in corso pensavo al blog, sono ora in grado di documentare la sfiorata tragedia:



Purtroppo subito dopo, nel punto E, complice forse l’anossia dei 2000 metri (avevamo deciso di salire senza ossigeno), Polveronzola riusciva a dare corso ai suoi istinti suicidi, e si lanciava sul ripido pendio: Sopravvivemmo tutti tuttavia. Ed io vorrei chiedervi se in memoria di questa gloriosa ascensione potrei ribattezzarmi Cavaliere della Cerasa.

martedì 20 aprile 2010

Costone di Pezza orientale (quasi)


Avendo "mancato" la gita di sabato scorso, mi sono sentito in dovere di rimettere a "posto le cose" organizzando una scampagnata proprio a Piani di Pezza, anche se la nostra destinazione è ricaduta sulla famossisima Punta Trento 2243 m.
Naturalmente noi, Antonio (pastarella?) ed io, abbiamo preferito organizzare la giornata in relazione alle previsioni meteo, che per la giornata di martedì erano piuttosto buone. Tuttavia le condizioni meteo non erano esattamente buone, ma abbiamo potuto comunque godere di un discreto sole che solo quando abbiamo iniziato la discesa, guarda caso, ha deciso di nascondersi dietro una grossa nube circolare limitando la visibilità e, quindi, anche la performance sciistica.
E' inutile dire che noi gli sci li abbiamo portati, potendoli calzare già a quota 1600 m circa su un ottimo manto nevoso.
Nonostante le nostre buone intenzioni, complice le nostre condizioni fisiche non proprio brillanti, una volta raggiunto il ripido pendio nord-est del Costone Orientale che quota 2271 m, a poche decine di metri dalla vetta abbiamo deciso di rinunciare alla nostra meta iniziale, decidendo di fare immediatamente dietro front. Effettivamente ci siamo trovati di fronte ad un pendio piuttosto carico di neve "collassata" (crosta superficiale e vuoto sotto i piedi), probabilmente causata dalle recenti precipitazioni, oltre che alle grosse cornici presenti su tutta la cresta, che ci hanno indotto a rinunciare anche alla cima del Costone Orientale senza correre inutili rischi, decidendo di scendere lungo il ramo principale (destra orografica) della valle Cerchiata.
Anche se la visibilità si era ridotta, abbiamo potuto godere di una bella e tranquilla sciata fino alla predetta quota di 1600 m.

Relazione: Da Capo Pezza, dove si arriva in auto, in direzione ovest si risale la Valle Cerchiata fino a raggiungere, a quota 1800 m alla fine del bosco, Iaccetto di Capo Pezza dove la valle si sdoppia: a sinistra (dx orografica) il ramo principlae della valle che sale al Colle dell'Orso (quello percorso in discesa), mentre a destra si segue una valletta che sale gradualmentesi al Colletto di Pezza e, quindi, al rifugio Sebastiani a 2102 m. Dal Rifugio, in direzione sud-ovest, si risale il versante nord-est del Costone Orientale a 2271 m.
Volendo proseguire per Punta Trento, dalla vetta del Costone Orientale si scende in direzione sud-ovest al Colle dell'Orso a 2175 m, per poi risalire lungo la cresta fino alla vetta di Punta Trento. Per la discesa, bisogna comunque tornare indietro al Colle dell'Orso dove occorre individuare il passaggio più agevole (attenzioni alle cornici) per affrontare il tratto iniziale piuttosto ripido che consente di scendere nell'anfiteatro a nord del Colle.
Nel nostro caso la discesa è iniziata direttamente dal pendio nord-est del Costone, piegando in direzione sud-est direttamente nella Valle Cerchiata che offre diverse possibilità di discesa fino a riprendere il sentiero nel bosco in località Iaccetto di Capo di Pezza.

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