sabato 9 febbraio 2008

lu vent (bis)

Ieri, consultando il meteo e confrontandoci tra cornoi, abbiamo capito che oggi non sarebbe stata una giornata di sole. Be!, ci siamo detti, andiamo poi si vede.
La speranzosa uscita di oggi ha avuto, come già detto da Angelo, il Monte Camicia come destinazione percorrendo la via per il vallone di Vradda (tanto caro a Angelo!).
Oggi, però, ci siamo imbattuti in un fenomeno naturale alquanto strano. Consisteva nel movimento, a tratti ordinato e quasi orizzontale e a tratti disordinato e vorticoso, di masse d'aria. Dopo un breve consulto con Angelo e Fabio abbiamo azzardato l'ipotesi che il tutto era dovuto alla differenza di pressione/temperatira tra due punti (...dell'appennino visto che al nord c'è l'alta pressione) e che, comunemente, viene chiamato VENTO (in realtà un ventaccio della malora).
Nella medesima circostanza abbiamo verificato empiricamente, senza temere smentite, che quando c'è la nebbia non ci si vede bene, anzi, oggi è capitato che non si vedeva un ..... nulla.
Questo è un modo altrernativo e positivo di dire che l'uscita di oggi non è stata una delle migliori, con vento forte e nebbia che ci ha costretto a battere in ritirata dopo soli 580 mt di dislivello.
Ma, come ha detto Fabio una volta alla macchina, tutto sommato ci siamo divertiti e la neve, nonostante tutto, era ben lavorata.
E poi la cortesia e la simpatia della barista (shrek) del bar di Castel del Monte che ci ha accolto con la solita indifferenza .........non ha eguali.

ciao a tutti, e a domani.....

lu vent

Per oggi il meteo non prometteva nulla di buono, ma noi abbiamo deciso di partire ugualmente senza decidere una meta precisa. Ci saremmo accordati una volta riuniti tutti sotto al solito ponte. Alle 8.15 Antonio e Fabio erano già lì ad aspettarmi e dopo una rapida consultazione e dopo aver rivolto lo sguardo prima verso la Majella e poi verso il Gran Sasso, decidiamo di andare sul Monte Camicia, con la speranza che il suo versante sud ci avrebbe tenuto al riparo dal vento da nord.
Una volta giunti a Fonte Vetica (1604 m) , ci accordiamo per salire sul classicissimo Vallone di Vradda, sempre con la speranza di trovare riparo dal vento. In effetti così è stato, fino a quando non siamo usciti allo scoperto dopo aver superato entrambe le strettoie, dove il vento ha iniziato persino a tirare le pietre. Non ci siamo scoraggiati subito, ma quando anche la visibilità è venuta a mancare, ci abbiamo messo pochi minuti per rinunciare alla salita.
In compenso la discesa è stata abbastanza divertente, sulla neve ben lavorata con pochi accumuli. Prima delle 12 eravamo già dentro l'auto in viaggio verso casa. In ogni caso domani ci riproviamo!

venerdì 8 febbraio 2008

aspettando l'alta pressione (stabile)

... che dire, sono solo una decina di giorno che il blog è attivo e l'interesse suscitato ha superato le aspettative ma! (... c'è sempre un fottutissimo ma!...) sarà un caso, sarà per il surriscaldamento del pianeta ed il relativo buco dell'ozono, sarà che il governo è caduto...booh!
... ma ultimamente stiamo beccando sempre giornate "particolari" con vento o, peggio, pioggia (sir Angelo può confermare).
Quindi se è pur vero che, come dice il Telli, "alla muntagn ci sa da ih, dapù si vede!" sarebbe auspicabile una "alta pressione stabile che centrasse il nostro amato appennino".

Quindi, prendendo in prestito le parole di una famosa canzone dei NAA (nuova agricola associazione, gruppo di Francavilla al Mare) "... l'estate sta arrivando..." e ora più che mai

puzza nengue e dapù lu sole

Cavalieri,
non disperate, la mala sorte che si sta prendendo gioco di noi scagliandoci contro vento, nebbia, neve crostosa non portante e le altre forze negative della natura sarà presto sconfitta e noi, cavalieri finalmente appagati nello spirito nobile che ci contraddistingue, scieremo su un firm polveroso!!! e finalmente portante anche per me!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

ciao a tutti

Fondo Maiella

Ieri Fondo Maiella con Angelo: una classica sci-alpinistica.La pioggerellina alla partenza non ci ha scoraggiato,e siamo partiti,sci ai piedi,da Fonte Di Nunzio (1230 metri),sulla strada da Passo S.Leonardo a Campo di Giove. Attraversata la piana si comincia a salire sul sentiero ben segnato (n.13) che ziz-zaga nella faggeta,quindi piega a destra e taglia il pendio a quota 1700.Superata sulla sinistra Fonte Dell’Orso (che però con la neve non si vede) ,dopo poco si imbocca una valletta che sale fino alla base dell’ampio anfiteatro glaciale di Fondo Maiella.

Poi si prosegue a vista.Ci sono varie uscite in cresta: noi siamo saliti a sinistra di Forchetta Maiella;la cresta corre intorno ai 2400 metri.Forchetta Maiella si trova a 2390 metri.
Ci siamo fermati un centinaio di metri sotto la cresta,per il vento forte.
La pendenza negli ultimi 200 metri è sui 30°/35°.
La neve era un po’ crostosa nella parte alta di Fondo Maiella,più assestata in basso; nel bosco ne è rimasta poca.
Scendendo a quota 2000 abbiamo incrociato una sorta di Sturm Truppen: una decina di sciatori allineati e inquadrati, salivano a passo veloce...e mi è parso di sentire un Guten Tag.Angelo notava “Questi so’ tosti”.Arrivati alla macchina però ci è sembrati di vederli ancora più o meno nella stessa zona…boh

giovedì 7 febbraio 2008

La Terra su cui viviamo

"Il Mondo non è roba nostra e noi non lo abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli" (Roberto Benigni lettura del V Canto della Divina Commedia, 29 novembre 2007)

Credo che sia una riflessione assolutamente condivisibile da tutti noi e coerente con lo spirito che ci spinge sulle Montagne, per questo ho voluto riportarla sul nostro blog.

mercoledì 6 febbraio 2008

un nuovo amico

Vedo con piacere che un altro cavaliere si è iscritto al nostro blog. Si tratta del nostro amico Gianluca, alias "Fester", che oltre ad essere un grande sciatore è pure un bravo ski - man: come può uno scialpinista non avvalersi della sua assistenza per avere, come dice un tale Fabio Meraldi, uno "sci sempre tirato al massimo".
Per cui se avete bisogno delle cure del nostro amico potete recarvi nel suo laboratorio "Ski & Snowboard Service" (e-mail skisnowboardservice@gmail.com) in via Lazio di Pescara. Mi raccomando andateci dopo le ore 16, perché prima di tale ora, solitamente, "Fester" va a sciare!!

lunedì 4 febbraio 2008

Proviamo la Rava del Ferro

E' questa la risposta che ho dato ad Antonio quando, una volta saliti entrambi sulla mia auto, mi ha chiesto dove eravamo diretti. "Che dici sarà in condizione?" ha continuato Antonio.
In verità già da una settimana, scendendo verso Sant'Eufemia a Majella, mi era venuta la voglia di salire per la Rava del Ferro che, guardandola, mi era sembrata in buone condizioni. Così visto la "gufata" di ieri che lo stesso Antonio mi avava tirato (magari inconsciamente) e che mi aveva trattenuto a casa contro la mia volontà, questa mattina ci siamo diretti verso Sant'Eufemia senza neanche fermarci per prendere il solito caffè.
Non sto qui a relazionare sulla salita, perché tutti voi conoscete perfettamente la Rava del Ferro, ma mi limito a dire che la neve nella parte alta del canalone era dura e ben lavorata, mentre in alcuni tratti della parte mediana (tra la prima e la seconda sella) la neve era un po' scarsa con alcuni cumuli di riporto che non rendevano la vita facile.
Anche oggi però, come spesso accade negli ultimi tempi, ci siamo beccati un vento atroce che sembrava spirare da ogni direzione, tanto è vero che abbiamo deciso di fermarci sulle ultime roccette prima di svalicare sulla sella sommitale per evitare il peggio.
L'unica nota tecnica che voglio aggiungere, a beneficio di chi non la conosce, riguarda la variante di avvicinamento alla Rava quando la strada di Lama Bianca è ancora innevata: una volta raggiunto l'abitato di Sant'Eufemia a Majella, svoltare a sx per la variante alla SS 487 in direzione Caramanico e dopo km 1,5 prendere a destra la seconda strada sterrata che prosegue in direzione sud, riconoscibile da una fonte che si incontra dopo circa cento metri sulla sinistra della strada. Percorrere la strada fino a raggiungere lo "stazzo di Sant'Eufemia" (all'incrocio prendere a sinistra). Una volta raggiunto lo stazzo, tenersi alla destra del fabbricato seguendo un tracciato di una carrozzabile (poco visibile con presenza di neve) per un centinaio di metri, per poi piegare a sinistre in un valloncello che conduce direttamente ad una radura sotto la Rava del Ferro a m 1498 (40 minuti circa).
Ah, dimenticavo! La nostra mattinata si è conclusa presso il bar (pub) di San Valentino dove al suo interno, quando siamo entrati, era in corso una discussione piuttosto animata tra "tifosi" delle varie squadre di calcio del nostro campionato. A queste persone, mentre ci accingevamo ad uscire dal locale dopo aver preso un caffè, abbiamo esclamato: "iet a scia!!"

relazione Vallone di Peschiomacello al Pizzo Deta mt. 2041

Come preannunciato da Silvio cerco di fornire informazioni tecniche sufficienti per fare una ripetizione dell'itinerario. Stilare una relazione tecnica nelle condizioni in cui l'abbiamo percorso noi non è attendibile considerato l'innevamento, la visibilità nonchè le varianti effettuate. Una cosa è certa: percorrere l'itinerario in pieno inverno comporta sicuramente, per quanto concerne l'uscita in cresta (cornici permettendo) il superamento di pendenze superiori a 60°. Per avere una conoscenza del percorso e dei luoghi sono riuscito a reperire una relazione tecnica di Stefano Ardito pubblicata sulla Rivista della Montagna - Momenti d'Alpinismo - 1985 nonchè un servizio fotografico e relazione pubblicato sul sito www.montegeologo.com. Riporto di seguito la parte tecnica della relazione di Stefano Ardito:Dislivello mt.1600; tempo di salita ore4,30 - difficoltà AD: Lunga salita in uno degli angoli più selvaggi degli Ernici. Pericolosa con neve instabile, il Vallone di Peschiomacello è una salita abbastanza frequentata.La variante di uscita che suggeriamo ne fa una salita più tecnica,spettacolare. Si arriva all'imbocco del canale percorrendo fino alla fine una strada sterrata e dopo un sentiero segnato (rosso e giallo). Si sale un primo salto a cui segue un'ampia conca.Segue il tratto più ripido del canale principale (45°) da cui si esce nella conca finaleAll'inizio di questa, si imbocca a sinistra un bel canalino ripido (mt.150 45°, 50°, qualche muretto) che porta alla cresta nord. Lungo questa, aerea ma non diffcile, in vetta (mt.2041; ore 4,30). Spero di aver fornito informazioni sufficienti per eventuali ripetitori. Gabriele

domenica 3 febbraio 2008

Simpatie

clicca sul titolo, guarda il video e poi leggi il post.

Non so perché ma mi sento molto vicino ai personaggi del video.
Angelo dovrebbe ricordare bene una uscita di qualche anno fa sul Monte Mileto con i Kong.
Difficilmente io la potrò dimenticare.

settimana bianca a Gastein (Austria)

A tutti i cavalieri da un cavaliere mancato ...............!!!!!!!. Nonostante il mio impegno non sono riuscito ad evitare il richiamo delle comode e confortevoli piste da sci evitando i vostri "perscorsi alternativi" che, a volte, mi hanno tanto stressato (sia per la fatica che per la paura della pendenza). Sono appena tornato da una settimana trascorsa sulle piste austriache nel comprensorio di Gastei nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri. Zona che comprende diverse località (Bad Gatein, Bad Hofgastein, Dorfgastein, Grobarl, Sportgastei, Graukogel) dove ho praticato quasi eslusivamente sci ma dove sono anche presenti numerose piste di sci nordico e numerose località dove praticare lo sci che a voi piace tanto. Comunque neve naturale e piste spettacolari ben battute. Bellissime baite alcune delle quali aperte fino a tarda notte dove sorseggiare buona birra ................ P.S. Sempre per voi alpinisti in località Sportgastei oltre a cime bellissime, assolutamente frequentabili dai cavalieri, ho ammirato una lunga valle (posta a circa 1600 - 1700 mt.) sormontata da due monti ed all'interno della quale si erano fornate numerose cascate di ghiaccio, alcune delle quali a dir poco spettacolari............

Il "gufaggio"

Tutti voi sapete benissimo cos'è il "gufaggio". Beh, questa mattina sono stato vittima di questo strano fenomeno, quando mi sono alzato dal letto alle 6,30, dopo circa due minuti, ha iniziato a sanguinarmi in naso in maniera irrefrenabile, al punto da essere costretto a chiamare (ormai erano quasi le sette) Luca e Fabio per avvertirli che dovevo rinunciare alla gita. Vi sembra giusto?
Naturalmente io scherzo sulla questione del "gufaggio", ma qualcuno dovrebbe riflettere .....
Speriamo in una giornata migliore domani.

Pizzo Deta

Splendida uscita ieri. Non l’avremmo detto ieri alle 8.00…chiusi in macchina a Balsorano sotto una pioggia a dirotto. Ma come sapete il brutto tempo non mi scoraggia…e non ha scoraggiato gli amici. C’erano Gabriele, Marco, Daniele Nardi e Vittorio Misiti. Compagnia simpatica, cammino iniziato intorno alle 9.00, nebbia e pioggia a tratti; la meta è Pizzo Deta (2064 m), per il Vallone di Peschiomacello. Si parte bassi, a circa 650 mt, dopo aver percorso una sterrata di 5 km che parte dalla piazza di Roccavivi. Lungo avvicinamento al canale su sentiero nel bosco, con fondo di pietre e sottobosco coperto da velo di neve bagnata e scivolosa. Il paesaggio cambia entrando nel vallone. Nella nebbia e nella neve abbiamo intravisto e intuito un ambiente selvaggio.
Pendenza sostenuta, ma niente di particolare, fino a quota, credo, 1700. Poi, come dice Marco da geologo, si presentano 3 “rotture di pendenza”. Su “I 2000 dell’Appenino” si dà una pendenza di 45°, ma a detta di tutti noi siamo arrivati a 60°, e nel passaggio finale per svalicare sulla cresta, anche oltre. Tre roccioni da aggirare nei punti di massima pendenza. Siamo saliti di conserva, con Daniele primo di cordata, e qualche protezione in più nei passaggi più delicati. In molti punti 30/40 cm di neve fresca (e sotto neve dura), qualche placca di ghiaccio o neve ghiacciata. Probabilmente 10 o 20 cm in più di neve fresca avrebbero sconsigliato l’uscita.

Arrivati in cresta, in 15 minuti siamo arrivati sulla cima di Pizzo Deta. Tutta la cresta orlata di enormi cornici (da una delle quali si è calato, meglio, ha saltato, Daniele, per iniziare la discesa).
Quindi ridiscesi per il versante sud (eccetto Daniele che da solo è tornato per la via d’andata).
Molto divertente,1400 metri abbondanti di dislivello.Da ripetere,anche per percorrere tutta la cresta che corona Prato di Campoli,e comprende varie cime.

Segue relazione tecnica dettagliata.

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