giovedì 11 ottobre 2012

"VITE (ANNIBALE) MANTE' CANN' (CAVALIER SILVIO) E CANN' MANTE' VITE"

IN RIFERIMENTO AL PENULTIMO POST.
E ' FINITA LA PACE CARI CAVALIERI!! CON IL RIENTRO TRA I RANGHI DEL CAVALIER SILVIO RIEMERGE L'ANNOSO FALSO PROBLEMA CHE, TRA L'ALTRO, E' LO SPACCATO DELLA NAZIONE: PONTIFEX SI , PONTIFEX NO. LE COSE CHE FUNZIONANO IN ITALIA NON VANNO BENE, LA MERITOCRAZIA IN ITALIA E' UN OPZIONAL ED E' PER QUESTO IL PONTIFEX, PERSONA CAPACE, RAPPRESENTATIVA, NON RACCOMANDATO PER RICOPRIRE LA CARICA IN UN PAESE DOVE SI RACCOMANDANO PURE PER UN CERTIFICATO ANAGRAFICO DEVE ESSERE IN QUALCHE MODO RIMOSSO.LO DICO UNA VOLTA PER TUTTE, PER L'ULTIMA VOLTA, NON INTENDO NE' DIMETTERMI (IN ITALIA NON SI E' DIMESSO MAI NESSUNO!!) NE' TANTOMENO ESSERE RIMOSSO (GLI INCIUCI SONO PASSATI DI MODA).IL MIO IPOTETICO SOSTITUTO CHE DOVREBBE ESSERE ? IL MITICO ANNIBALE!! LUI NEGA QUESTA POSSIBILITA' ED  IN CUOR SUO VORREBBE PRENDERE IL MIO POSTO. E' CONSAPEVOLE DEI PROPRI LIMITI E CREA SOLO MALUMORE NELL'ORDINE, CREANDO UN IPOTETICO FRONTE ANTIPONTIFEX. GLI ALTRI CAVALIERI NON ABBOCCANO ALLE PROVOCAZIONI  DEL CAVALIER SILVIO AL QUALE AUGURO DI FARE, PROSSIMAMENTE, AFFARI  IN QUALCHE PAESE TROPICALE IN MODO CHE IN ESTATE LAVORA IN ITALIA ED IN INVERNO VA A "SVERNARE" LONTANO  LASCIANDOCI UN ATTIMINO IN PACE,ANCHE SE I SUOI POST SONO SIMPATICI PERO' SOVVERSIVI PERCHE' ANTIPONTIFEX.

Quei maledetti rifiuti al rifugio Garibaldi

Cari Cavalieri vi riporto un post di una lettrice uscito sul blog "Il Pensiero" per sensibilizzare tutti al rispetto dei nostri monti e delle nostre misere e rare strutture presenti.
Conserviamo quel poco che abbiamo!!
 
Pensate ad una camminata in montagna, i verdi prati di Campo Pericoli, un panorama mozzafiato e il Corno Grande che svetta sul cielo d’Abruzzo. Pensate anche al rifugio Garibaldi, la più antica costruzione alpinistica degli Appennini, situato a quota 2230 mt in una zona denominata Conca dell’Oro. – Ci siete?- Ora pensate all’inciviltà dell’uomo, al suo disprezzo per la natura. – Cosa viene fuori?- Il totale di questa unione ci è stato fornito da alcuni lettori, alpinisti e semplici amanti della montagna. Partendo dalla cima più alta del Gran Sasso è possibile trovare rifiuti di ogni genere, lattine, tonno in scatola, fazzoletti e bottiglie di plastica. Scendendo più a valle si arriva al Rifugio Garibaldi, chiuso per una “fantomatica” ristrutturazione; mai finita! Nell’edificio ci sono due stanze,una chiusa ed una sempre aperta per eventuali emergenze. Lo spettacolo che si presenta agli occhi dei turisti non è dei migliori; sacchi di calce, bottiglie di vetro, bicchieri di carta, confezioni di biscotti, reti metalliche. Eppure quel posto ha un importante valore storico, costruito nel 1886, fu il primo rifugio degli Appennini ed uno dei lavoratori partecipò alla spedizione dei mille. Sulla porta c’è scritto – Chi apre serra- come per dire rispettate le regole e non sporcate l’ambiente- ma evidentemente la maggior parte delle persone non sa leggere o lo ignora totalmente. I vecchi gestori dicevano che questo era un luogo di memoria, un presidio per educare le persone al rispetto della natura, alla solidarietà e all’aiuto reciproco, un posto dove ci si immedesimava con la natura e tutte le sue risorse. Perché abbandonare una meraviglia del genere? Perché lasciare la montagna in balia di qualche grezzo e incivile escursionista? Perché non sensibilizzare le persone al rispetto della natura? Quel luogo potrebbe tornare ad essere un oasi di pace, relax, posto d’incontri e di vecchie storie di pastori.Come cantava Ivan Graziani – “Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle, le lacrime asciughi sono sempre quelle, Grande Sasso conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto li vivrò davvero”. I sogni ci sono, perché non farli avverare?
 
Mattia Di Valentino

lunedì 8 ottobre 2012

6 ottobre 2012, Via dei Laghetti

Sabato 6 ottobre 2012: prima gita sociale clandestina dei Cavalieri.

Alle ore 6.30 dieci Cavalieri giovani e forti si sono radunati all'insaputa del Pontifex, e sotto l'egida di Annibale, l'Antipontifex.
I Cavalieri, ma non Annibale, si sono assembrati nel luogo caro alla loro protettrice, Santa Filomena.
Evidentemente Annibale ha subodorato una complicità fra la Santa e il Santo, ed ha chiesto di essere prelevato, Lui solo, presso altro luogo fortemente simbolico: IKEA.
Un segno dei tempi: da Filomena, Santa Mediterranea a IKEA, Divinità Nordeuropea.
Annibale, ed i Cavalieri Paolo,Nicola, Vincenzo, Fausto, Marco da Teramo, Carlo, e sottoscritto, nonché le Cavaliere Polveronzola, e l'aspirante Catia hanno eletto la Via dei Laghetti a meta di questo Viaggio di rottura con la Tradizione (leggi: con il Pontifex).
Mentre noi rompevamo con la Tradizione, la Tradizione arrampicava su Cavallo Pazzo, via del Corno Piccolo.
Altro segno del Rovesciamento dei Tempi: il Sulfureo antagonista del Pontifex, il corrosivo Annibale, sceglie una soave "Via dei Laghetti" mentre l' ecumenico ed ex-saggio Pontifex cavalca un Cavallo Pazzo.
Condotti con mano sicura da Annibale arrampichiamo la Via dei Laghetti.
In vari passaggi assicuriamo Catia e i Cavalieri che chiedono assistenza.
Marco da Teramo continua a piegare allegramente e con sicurezza per varianti che fanno la sua Via dei Laghetti un grado più alto della Via degli altri; e come quando si tuffa con gli sci a serpeggiare per canalini ripidi,  gioiosamente dice che lui non sa sciare, non sa arrampicare, non sa fare...
Carlo Climber passeggia elegantemente dove gli altri Cavalieri si aggrappano disperati.
Annibale interrompe la sua vigile conduzione solo per fare foto. Ma fa foto solo a Cavalieri donne. Ma fra un tiro ed una sicura le donne passano ogni 5 minuti. Ergo: ogni 5 minuti Annibale lascia corde, moschettoni, mezzi barcaioli, li affida al primo Cavaliere che passa e si dedica all'ars fotoamatoria.
Il Mascherone Vincenzo si sacrifica, e fa un turno da tutor di Catia (e' tradizione che i Cavalieri proteggano le donzelle dalle attenzioni del Pontifex. Ma l'Antipontifex non è da meno e la prudenza non è mai troppa).
Catia alle prime prese con la roccia, è brava e avanza tenace, e si estasia mentre la Via si snoda nell'ambiente selvaggio dentro le visceri del Prena. E noi non possiamo che condividere il piacere di questa bellissima Via.
Il Cavalier Paolo manca da un semestre, ma ha la stessa forma fisica dell'ultima uscita.
Sul Cavalier Velluto mantengo il massimo riserbo, perché è rimasto silenziosissimo e assorto.
La Cavaliera Alice sale spedita perche' ha fatto scuola di roccia, ed ha frequentato anche un seminario "L'arrampicata con zaino carico fino a dieci kg di dolci, oltre a tutto il resto".
Il Cavalier Fausto di tanto in tanto, per motivi che gli studiosi tuttora indagano, urla: "Patroooclooo!".
A mezza via due bellissime aquile hanno volteggiato sui Cavalieri. A me e' parsa semplicemente una fortuna, un raro spettacolo della natura. Ma ho visto Cavalieri agitarsi, incupirsi e confabulare, il Condottiero toccarsi parti innominabili. Io non ne capisco nulla ma ho sentito parlare di calcio, presagi, 2 a zero... Doveva esserci da qualche parte una terza aquila...

Per gentile concessione del Cavalier-Condottier Annibale riporto la relazione tecnica:

Bella via caratterizzata dalla presenza di numerosi laghetti dalle limpide acque.
L'itinerario si svolge quasi sempre sul fondo di un canale dove numerose cascatelle formano delle pozze di acqua trasparente (i Laghetti), questi salti a volte possono essere aggirati sui lati, a volte vanno superati direttamente con passaggi alpinistici fino al III grado.
A parte la difficoltà alpinistica occorre fare molta attenzione alla roccia poiché a tratti è coperta di pietrisco e può essere scivolosa. Per questo la salita va affrontata con adeguata preparazione tecnica e materiale adeguato (imbraco, corda, ecc.).
"I Laghetti" sono alimentati da acqua di fusione o dalle piogge.
E' indispensabile sapersi muovere su roccia, ma nonostante la via presenti passaggi impegnativi, a differenza della via Brancadoro, non è mai esposta.
I tre passaggi di III° grado sono degli infidi salti di due-tre metri che impongono molta attenzione.
Difficoltà: PD (alpinistica con passaggi di II e III grado)

Accesso:
Raggiunta la piana di Campo Imperatore nei pressi del bivio per Santo Stefano di Sessanio, inizia una sterrata che si inoltra in direzione di Monte Prena e Monte Infornace.
Questa pista costeggia un piccolo casale per pastori e quindi passa nei pressi di un fontanile (Fonte S. Lorenzo, 1657 mt).

Salita:
Parcheggiata l'auto poco più avanti si segue verso sinistra il fiume di ghiaia (la Canala) incontrando in successione prima due casaletti vicini, quindi si oltrepassa l'inizio della via Cieri (altro itinerario che porta su Monte Prena) ed infine si raggiunge la presa dell'acquedotto (+/- 1810 mt) dove inizia la via.
Questa si svolge all'interno di un ampio canalone con paretine e numerosi passaggi di II e III grado, sempre allietati dalla presenza di numerose pozze d'acqua.
 La prima difficoltà (Cengetta ad S) si incontra subito e si estrinseca in comodi, brevissimi passaggi di 2° grado.
Subito all´inizio, dopo qualche roccetta, infatti si trova sulla sx il primo salto, bagnato da un rivolo di acqua.
Il primo salto bagnato finisce su di un terrazzino e poi riprende piegando a destra con una cengetta (Cengetta ad S).
Dopo il primo ramo della cengetta (obliquo da sx a dx),si svolta a sx con un saltino che obbliga ad un passaggetto scomodo.
Ora la rampetta (secondo ramo della cengetta) va da dx a sx per circa dieci metri.
Si svolta ancora facilmente verso dx e con un'altra rampetta (terzo ramo della cengetta) si raggiunge una zona rocciosa piana,comoda con le prime pozze d'acqua.

La via continua incassata nel canale, alternando roccette a passaggi di I°-II° grado.
La roccia è a tratti ottima, molto compatta e levigata dall´acqua.
In particolare dopo un po' si incontra un tratto in cui occorre traversare sulla parete di dx,alti sopra una pozza d'acqua in basso sulla sx.
Ancora una rampetta sulla dx con delle grosse clessidre al di sopra (spesso bagnata, 10m. II°).
Segue un muretto di meno di tre metri con buone prese e senza difficoltà particolari (III°).
Passaggi più facili portano ad una biforcazione dalla quale si prosegue verso dx superando una liscia placchetta appoggiata a uno spigolo, quasi a formare un diedro, che va superata forzando il passaggio in aderenza, senza appoggi per i piedi e con un solo buon appiglio per la mano destra, subito dietro lo spigolo (III+°).
Il terzo passaggio più impegnativo, anche questo non privo di qualche difficoltà, è uno stretto camino che precede un masso incastrato.
Uno dei lati del camino è completamente lisciato dall´acqua. E' possibile passare sia all'interno che all'esterno del  masso incastrato (III°).
Si perviene ad una zona più coricata.
Ancora un saltino facile (II°)
Poi un salto va superato sul diedrino di sx,con appoggi lisci a dx (II°+).
Si continua per roccette e passaggi di I-II grado anche divertenti, a volte su roccia compatta e abbastanza liscia.
 Il canale conduce, con ripide rampe ad una forcella della Cresta Sud-Est (2329 m.) dove ci si ricongiunge con la via Brancadoro proveniente da destra (bella vista sulla cresta Est e sul Monte Camicia ). Si sale ancora per roccette sul filo,poi per ghiaie si superano  noiosi e lunghi pendii, obliquando verso sinistra, e si raggiunge la vetta.

Per la discesa, dalla croce si continua sulla cresta, verso Sud-Ovest, incontrando varie strette insellature con ripidi panorami sulla Comba detritica Ovest del Prena e sull'alto Vallone di Fossaceca..
Si supera un'anticima a quota 2499 e si scende con due brevi tratti attrezzati fino a raggiungere la sella di q.2419 , interposta tra Infornace e Prena.
Si scende ora decisamente verso Sud nel vallone della Canala  per vaghe tracce,pendii ghiaiosi,roccette e dossi erbosi , piegando progressivamente verso dx fino a raggiungere una selletta erbosa (2179 m) posta alla base di un colossale monolito giallastro che costituisce l'anticima Sud dell'Infornace.
Seguendo ancora  vaghe tracce e sporadici ometti verso Sud, a zig-zag tra erba e ghiaie, si raggiunge infine una conca  lungo la via dei Laghetti,ricongiungendosi con l'itinerario di salita e ritrovando i bolli giallorossi della via.
La via segnalata però viene seguita in discesa solo per 50 metri circa, perchè la si  abbandona  poco più in basso risalendo ad una selletta della sx orografica,con un breve risalita di pochi metri (cerchio di vernice gialla su una roccia).
Traversando alla medesima quota o in lievissima discesa in direzione Est su pendii ripidi, si raggiunge infine una lunga dorsale morenica discendente dalla sella tra il Prena e M.Veticoso.
Seguendo la dorsale in direzione sud-Ovest si raggiunge nuovamente la presa dell'acquedotto (1810 m) ed in breve il punto di partenza.

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