sabato 23 ottobre 2010

1908 - Inaugurazione Rifugio Duca degli Abruzzi

Nuova rievocazione storica dell’inaugurazione di un altro importantissimo rifugio presente sul nostro Gran Sasso: il Duca degli Abruzzi.

Situato a m. 2388 sulla cresta del Monte Portella fu costruito nel 1908 dalla sezione del CAI di Roma. Fu il secondo rifugio edificato sul Gran Sasso e decretò l’inizio del declino del Rifugio Garibaldi, in quanto, soprattutto in inverno, era molto più facilmente raggiungibile ed utilizzabile in quanto non sommerso dalla neve. Infatti il Garibaldi, trovandosi in una conca, veniva sempre ricoperto da metri di neve a tal punto che parecchie volte non se ne riusciva a rintracciare neanche il tetto. Anche oggi, nonostante le nevicate siano sensibilmente diminuite rispetto all’inizio secolo scorso, capita di trovarlo ricoperto di neve come si può apprezzare dalle foto del nostro Cavalier Fausto.













Rifugio Duca degli Abruzzi da una cartolina del 1912















Vi riporto integralmente l’articolo uscito sulla Rivista del CAI del 1908 narrante l’inaugurazione del Duca degli Abruzzi.


In quella pittoresca regione, di cui S.A.R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia porta il nome, nell’Abruzzo “forte e gentile”, e proprio nel suo maggior gruppo di monti, è stato inaugurato, per cura della Sezione di Roma del C.A.I., il 28 giugno 1908, un nuovo Rifugio, che, col consenso dell’augusto Principe, fu appunto intitolato “Duca degli Abruzzi”. Da più di venti anni il Gran Sasso d’Italia aveva un rifugio situato nella così detta Conca d’Oro, a ridosso del Corno Grande, a 2200 metri di altezza, appena sufficiente per le escursioni estive e assolutamente inadatto per le invernali, rimanendo esso d’inverno completamente sepolto dalla neve e richiedendo, per accedervi, di affrontare il Passo della Portella, valico battuto dalle più fiere tormente e che già costò la vita a più di una persona. A rendere più facile l’ascensione alla maggior vetta dell’Appennino e alle altre del gruppo, fu decisa la costruzione di un nuovo rifugio, che sorge in posizione eminente a circa 2400 m., sul crestone che, partendo dal Monte Portella (m. 2388) in direzione Est, descrive un arco di cerchio e va a congiungersi con la parte meridionale del Corno Grande (m. 2914); e trovasi precisamente ad un terzo circa di questo crestone partendo dal Monte Portella, nel mezzo di un tratto pianeggiante quasi per 100 metri, limitato alle estremità da due preminenze aventi segnali di pietra. La sua posizione è tale che i venti, battendo da ogni lato, spazzano e sgombrano dalla neve la località ove sorge. Questa ubicazione richiese però un accurato studio sulla robustezza della sua costruzione. Si può raggiungerlo e tornare senza alcuna difficoltà, anche in cattive condizioni di tempo, evitando il Passo della Portella. L’ampio panorama che di lassù si gode, si estende dalle varie vette del Gruppo del Gran Sasso al vicino Gruppo del Prena, sul Campo Imperatore del Gran Sasso, sulla Maiella, sul Gruppo del Sirente e del Velino, col bellissimo altipiano di Rocca di Mezzo, sulla valle dell’Aterno con Aquila, ecc. Il sentiero di accesso abbandona a circa 2000 m. la mulattiera che dal vallone Portella va alla fonte delle Fondare, e con ampie svolte sale sino al Rifugio (ore da 3 e mezza a 4 da Assergi). In vicinanza rimane sempre della neve: acqua eccellente si può portare dalla fonte di Portella, oppure farla prendere alle Fondare, fonte distante mezz’ora circa in discesa. Il vecchio Rifugio è visibilissimo dal nuovo e ne dista in discesa mezz’ora circa. Alla cerimonia dell’inaugurazione intervennero una trentina di soci, tutti della Sezione di Roma. Partiti da Roma il giorno 27 in ferrovia, si riunirono tutti alla stazione di Paganica, donde in vettura, alle 6 del 28, proseguirono per Assergi (m. 847), ultimo paese della vallata alle falde del Gruppo del Gran Sasso: quivi giunti alle 7,30 furono festosamente accolti dalla popolazione e dalle autorità. Alle 8,30 la comitiva si incamminò per il sentiero che a zig-zag si inerpica pel ripido vallone Portella, sostando alquanto alle 10,50 alla fonte di Portella (m. 1870). Alle 11,35 lasciavano a sinistra il vecchio sentiero del Passo di Portella e alle 12,15 giungevano al nuovo rifugio, dove si era precedentemente recata la Commisione organizzatrice e con essa S.A.S.S. il Principe Carlo di Hohenzollern, cugino dell’Imperatore di Germania. Immediatamente ebbe luogo la inaugurazione. Il socio rev. Mons. Lupi benedisse la bandiera e il Rifugio.

L’on. Brunialti, Vice-Presidente, pronunciò un elevato discorso, dichiarando inaugurato il nuovo rifugio in nome di S.M. il Re, mentre la signora Maria Abbate rompeva la bottiglia di “champagne” e il tricolore veniva solennemente innalzato, salutato da 21 colpi di mortaio. Seguì il pranzo, durante il quale il Rifugio ebbe il battesimo dell’uragano e della folgore. Il Vice-Presidente comm. Cora brindò all’alpinismo e alla prosperità della nostra Sezione. Replicò il Principe di Hohenzollern, dichiarandosi onorato dell’appartenervi ed entusiasta delle nostre montagne. Alle 17, il gradito ospite tenente del Genio sig. Pedata, della Colombaia Militare di Roma, venuto espressamente, dopo genialissime parole effettuò una lanciata di piccioni viaggiatori recanti a Roma telegrammi a S.M. il Re, a S.M. la Regina Madre e a S.A.R. il Duca degli Abruzzi, telegramma quest’ultimo inoltrato a bordo della Regia Nave “Regina Elena” a mezzo della radiotelegrafia. Reduci da escursioni effettuate nei dintorni, i gitanti riunironsi alla sera nuovamente al Rifugio, ove nel frattempo era stato continuo l’arrivo di autorità e di comitive dai vicini paesi, e quivi, dopo lauta cena, assistettero a fuochi d’artificio e alla illuminazione a luce di bengala del Rifugio e delle adiacenze. Alle ore 22 riposavano nel nuovo Rifugio oltre 40 persone, mentre il rifugio vecchio rigurgitava di comitive che dovettero adattarsi anche all’aperto. Alle 12 del giorno seguente tutti i gitanti intervenuti all’inaugurazione del rifugio erano riuniti a un sontuoso pranzo di chiusura ad Assergi, al quale prese parte anche il senatore Malvano, Presidente della Sezione. Felicissimi i discorsi del dottor Giulio Giacobbe, sindaco di Camarda, di cui Assergi è frazione, e del notaio Tommaso Giacobbe, ai quali rispose il Presidente Malvano. Alle 14 fra i saluti entusiastici di quella popolazione, la comitiva lasciò l’ospitale paese, in carrozza, alla volta di Paganica, dove veniva cortesemente ricevuta dalla famiglia del marchese Alfonso Dragonetti, che offrì ai gitanti un rinfresco nella sua artistica ville. Alla stazione di Paganica si riprese il treno, che portò tutti a Roma dopo la mezzanotte.

10 commenti:

pastarella? ha detto...

Leggendo quest'articolo mi rendo conto di come sia scaduta l'attuale classe politica e di come in passato, spinti dalla sola voglia di fare, i nostri avi abbiano costruito un quacosa di duraturo. Certo, con questo non voglio dire che sia meglio la monarchia o la dittatua al posto della democrazia ma porcap.... se con tutte quelle limitazioni (tecnologiche e di controllo politico) sono riusciti a fare tante cose oggi noi dovremi rompere il c... ai passeri. Invece No! che delusione.

pastarella? ha detto...

dimenticavo....
oggi ho appreso che è vietato andare con la bici sull'arenile (in qualsiasi periodo, tanto d'inverno che d'estate).
Con la moto puoi sfrecciare a 200 km/h su di una strada di montagna (le c.d. pieghe) mentre con la MTB non puoi andare sui sentieri o portare un cane solo perchè l'ente parco ha deciso così.
Meno male che Berlusconi(sic!),sicuramente inconsapelvolmente, ha limitato i fondi agli enti parchi che mi auguro possano presto essere dichiarato disciolti.

mountain free!

Anonimo ha detto...

Bellissima narrazione di storia abruzzese. Caro Walter, ma dove trovi questi documenti storici?
Mi ha impressionato la solennità dell'inaugurazione di un rifugio in fin dei conti aperto nell'Appennino, quindi sicuramente di minor importanza. Eppure vi era la presenza di numerose personalità di spicco non solo locale. Penso che abbia ragione il Pastarella nel giudicare la sicura involuzione della classe politica odierna: 1 - sicuramente nessun politico di spicco nazionale parteciperebbe ad una inaugurazione di un rifugio; 2- se pur dovesse succedere, non ci andrebbe senz'altro a piedi, sudando e guadagnandosi con lo sforzo il meritato riposo per poter comprendere l'importanza di un rifugio.
Bravo il Pastarella.
Francesco

Il Mascherone - Vince Odoardi ha detto...

Bravo Walter, tieni alto il blog e il nostro Cognome!
La proposta già esternata questa mattina sul Vettore e dintorni è la seguente che rivolgo ai gestori:
crare un archivio storico di "spessore" richiamabile tramite link da porre a dx della pagina del blog (fermo restando i Post "al post loro")...scusate la cacofonia!!

Silvio ha detto...

Mi pare un'ottima idea quella del Mascherone, che già aveva fatto aleggiare ieri mattina sul Vettore. Intanto io aggiungo l'etichetta "archivio storico" a questi ultimi post in tema (che così sono richiamabili con questa chiave di ricerca). Poi magari possiamo rendere disponibile sul lato destro della pagina l'indice dell'archivio storico.

Fausto2000 ha detto...

Occhio...alla confusione di rifugi...le foto del rifugio in versione invernale (e notturna)e sicuramente scattale negli anni 2000...sono relative al Garibaldi e non al Duca Degli Abruzzi !

Walter ha detto...

Fausto ti ringrazio per la precisazione e soprattutto per l'utilizzo delle foto, ma le immagini sono relative al Garibaldi ed infatti stavo parlando del Garibaldi che viene sovente ricoperto di neve.
Leggi con più .... attenzione!!

Anonimo ha detto...

Caro Walter,
leggendo questa pagina di cronaca alpinistica di altri tempi mi sono quasi commosso al ricordo dei tanti giorni trascorsi sui vostri monti unici. Sono un amante della montagna ormai settantenne, con radici anche nel vostro Abruzzo “forte e gentile”. Certo, qui noi abbiamo le Dolomiti, ma ciò che rende superbo il Gran Sasso è proprio la sua posizione: isolato da tutto il resto, di fronte all’Adriatico. Non ci sono abeti, malghe, verde assoluto, boschi, ma tutto è rude. Dai pastori che lo occupano, alle pietre che sostituiscono i boschi ed il verde; se fosse trasportato sulle Dolomiti sarebbe un monte come tanti altri, ma lì da voi ha quel fascino di unicità che lo rende inequiparabile e che mi ha stregato per tanti anni. Ricordo quei rifugi descritti, veramente come ricoveri di altri tempi gestiti in maniera del tutto genuina, appassionata, e non come da noi ormai industrializzata. Mi hanno permesso di realizzare qualche bella salita su alcune pareti, dal Corno Piccolo alle tre Vette del Corno Grande. Bellissimi ricordi! Grazie ancora di avermi riportato alla luce le tante foto presenti nella mia memoria ormai un po’ appesantita.
Salute a tutti i Cavalieri della Polvere.
Ferruccio Tassin

pastarella? ha detto...

E' bello sapere che questo spazio, ideato ed usato eslusivamente per scopi ludici, possa di tanto in tanto avere scopi deversi.
A nome di tutti i Cavalieri invito il sig. Ferruccio a contattarci qualora facesse visita al suo amato Abruzzo.

Il Mascherone - Vince Odoardi ha detto...

Illustre Professor Ferruccio,
storico nonchè scrittore...se non sbaglio, grazie per i saluti che ricambio anche a nome dei Cavaieri più distratti o impegnati, hai rappresentato al meglio l'unicità del Gran Sasso che ti permette anche d'estate di calzare i ramponi sul ghiacciao del Calderone (pur se rimpicciolito), dalla vetta guardare il mare nel quale tuffarsi al ritorno dalle escursioni. Qui mare e montagna non sono in antitesi ma in connubio raro quanto bello. Ma non solo questo è possibile fare. Abbiamo 5 Parchi ed è la terza regione montuosa d'Italia che costituisce, per chi come noi vive questa passione anche da te condivisa,un luogo "ideale" dove vivere e scoprire paesaggi, sentieri e colori sempre nuovi e far diventare ogni fine settimana un momento di riposo, avventura e vacanza. Grazie per la "visita" virtuale che ci riempie di piacere.
Mi associo all'invito di Pastarella per una tua eventuale futura visita da queste parti.
Nel caso avessi preso una "cantonata" e si dovesse trattare di un caso di omonimia benvenuto e lo stesso invito vale ugualmente.

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