sabato 23 ottobre 2010

Monte Vettore - Sol invictus





































...e ieri ha parlato, con il suo Silenzio,

sul Vettore...

L'onere e l'onore di relazionare l'uscita odierna al Cavalier Silvio o al Pontifex, se vogliono proseguendo questo.


Sono Silvio. Accolgo con piacere l'invito del Cavalier Mascherone e relaziono l'uscita.

Uscita sul Vettore, iniziata all’alba, come ha rappresentato benissimo il Mascherone, sotto il segno del Sol Invictus.

Forca di Presta è una terrazza aperta verso est che regala sempre viste suggestive e un po’ metafisiche. Che siano al sorgere del sole, o successioni di rilievi che si abbassano gradatamente e affondano nella nebbia verso est, hanno sempre una profondità e una suggestione speciale.

Hanno partecipato oltre al sottoscritto il Mascherone, Il Pontifex, e un’aspirante Cavaliera, nonché sorella del sottoscritto.
La sorellina, come già era successo per un fratello, aveva l’aspetto di un’ alpinista… curda. Colbacco (un po’ pesantino per la circostanza), pantaloni da tuta (un po’ leggerini, poi rafforzati da altra tuta prestata al volo e indossata sopra, e sigillati in basso infilandoli nei calzini)… però ha marciato alla grande, e senza alcun segno di stanchezza!


Dalla terrazza metafisica di Forca di Presta (quota 1534) si imbocca il battutissimo sentiero 101 (tanto battuto che è in corso un progetto di “ridisegno” della traccia, per limitare il passaggio al sentiero “maestro” e vietarlo sulle 1000 diramazioni che si sono formate). Cammino agevolissimo verso nord, con pendenza regolare, e solo pochi “strappi”, passando per la Croce Zilioli (1920), di cui dirò di seguito, il Monte Vettoretto (2052) e infine arrivando a quota 2240 al Rifugio Zilioli.
Al Zilioli il Mascherone non ha trovato la porta:

Da lì si arriva rapidamente, in poco più di 200 metri di dislivello, sempre su sentiero comodo, alla cima del Vettore. Nostro obiettivo era la Cima di Pretare ( sulla carta “Il Pizzo”). Era solo una cimetta da collezione…invece ci ha piacevolmente sorpreso il bellissimo percorso per raggiungerla.
Dalla grande croce che si trova poco più in basso della cima del Vettore, si piega verso est. Noi abbiamo raggiunto a vista la cresta che termina con “Il Pizzo” (ma c’è il sentiero 131 che arriva sulla cresta). Il paesaggio è molto suggestivo e sprofonda verso il “Grande Imbuto del Vettore” , anfiteatro ampio e profondissimo, una classica sci-alpinistica. E poi i pendii erano infiocchettati in modo un po’ bizzarro da “rose” di ghiaccio:

Abbiamo fatto rilevazioni precise sulle ripercussioni che la presenza di Cavalieri di sesso femminile producono sulla fisiologia del Pontifex: in salita accelera di 50 mt/ora, in discesa di 100 mt/ora; inoltre taglia molti sentieri e aggredisce a vista i pendii. Quando gli è stato fatto notare il Pontifex ha osservato: “Che ci posso fare se piaccio alle donne!”
La cresta si snoda in tre balzi. Eravamo indecisi se il secondo fosse la cima. Consultata la carta abbiamo proseguito, avendo individuato come cima la sommità all’estremità est della cresta. La cresta si fa a tratti stretta e si proceda su roccia un po’ marcia e pietrisco.
Siamo tornati a valle felici per questo tour, con viste vertiginose nel cuore dei Sibillini, dopo aver percorso circa 12 chilometri e 1200 metri di dislivello.

Torno un attimo alla Croce Zilioli.
Si trova ad una quota relativamente bassa, 1900 metri, praticamente a vista di Forca di Presta. Eppure lì morì Tito Zilioli. Ho letto qualcosa su questa tragedia.
Il 30 marzo 1958 Tito compie con Pinetta Teodori, Claudio Perini e Francesco Saladini, la prima ripetizione invernale della via del canalino al Vettore. Procedono in due cordate in una giornata freddissima. Comincia a nevicare e tira vento forte. Vengono sfiorati da un paio di slavine. Tito ha qualche esitazione e “blocco” già in salita, ma nulla che faccia a pensare alla tragedia che seguirà. Alle diciassette sono in vetta. Ma già all’uscita della via sono sferzati da un vento furioso e ghiacciato. La discesa è un calvario. Tito risponde sempre meno alle sollecitazioni, è sempre meno presente. Infine deve essere portato a braccia. Ma non c’è nulla da fare. Tito Zilioli muore alle venti, il suo corpo sarà recuperato il giorno successivo. I compagni raggiungono Pretare alle 22.30.

4 commenti:

Walter ha detto...

Silvio ormai alleva Cavalieresse all'interno della famiglia. Bravo Silvio! E complimenti alla sorellina curda.

il Grande Assente ha detto...

Leggere il post e vedere le foto mi ha richiamato alla memoria un ambiente che era il terreno preferito di un grande alpinista che, lo ammetto, pur tra mille tensioni emotive, mi e ci (ricordi caro Silvio la Nord alla Cima di Lago.....?) ha fatto vivere avventure e messo alla prova duramente!! Tiziano non c'è più da 11 anni ma ricorre spesso nei miei pensieri e nei miei ricordi.

Il Mascherone - Vince Odoardi ha detto...

Assolutamente vero...il Pontifex in presenza di donne delle quali, evidentemnte subisce il fascino ed alle quali dispensa pericolosamente il suo, ingrana una marcia in più, si ringiovanisce di almeno 8/10 anni e preso dall'euforia, si lancia per pendii in modo inusuale e sale a velocità sostenuta in tutta allegria. Cara Simona, complimenti per la performance e per il bene nostro, del Pontifex e non so se anche tuo, sei invitata in tutte le prossime nostre uscite...
e poi, appena ci siamo distratti un attimo, sulla vetta ne ha subito approfittato per abbracciare la neo scalatrice Simona adducendo il pretesto che si tratterebbe di un usanza consolidata fra alpinisti una volta raggiunta insieme la vetta...!! Solo che con noi maschi non lo ha mai fatto...
Il Baffo d'oro...!!
Grande Silente...occorre che ci torniamo insieme una volta

Silvio ha detto...

Certo, il Vettore e' anche per me indelebilmente associato al ricordo di Tiziano. Era uno roccioso, me lo rivedo che aggrediva le cascate di ghiaccio di Sottoguda...non era di quelli leggiadri e quasi sospesi sulla parete...lui saliva di potenza, ed aveva una sua aggressiva eleganza. Certo...non ho dimenticato neanche le condizioni di rischio estremo delle sue "lezioni" di alpinismo. Allora non avevo paura, non particolarmente. Ho avuto paura negli anni successivi, ho paura ancora adesso, a ripensare a quelle ascensioni in cui eravamo soli ad affrontare pareti molto più grandi di noi...

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