giovedì 29 settembre 2011

PALA de MESDI' (Catinaccio-Dirupi di Larsec)

dal passo delle Pope:in rosso salita,in verde discesa

dalle Porte Neigre:rif Preuss e Pala de Mesdì


il canalone detritico

ingresso nel canalino dei Bepo de Medil

uscita dal canalino

il c.d. "anfiteatro"


verso la sella caratterizzata da tipiche rocce

lungo la cresta (con la freccia rossa è indicata l'uscita dal canalino di Bepo de Medil)

ultima difficoltà :una paretina sopra un forcellino con rocce vulcaniche


verso la vetta


pendii finali (a sx il Gran Cront)


vetta (Panorama da sx:Catinaccio,croda di Re Laurino,Torre Winkler,torri Nord,le Pope)

Pala de Mesdì

Sentiero bellissimo e panoramico, tracciato nel 1930 dalla guida alpina e gestore del Rifugio Gardeccia, Giuseppe Desilvestro, detto Bepo de Medil .
Itinerario molto bello, ma da non sottovalutare: la presenza di neve ghiacciata all'interno del canalino (passaggio chiave) può aumentare molto le difficoltà (necessari piccozza e ramponi).
Attenzione anche all'orientamento, anche se in genere la traccia è ovunque piuttosto evidente. Informarsi al Rifugio Gardeccia sullo stato delle corde fisse.

L’itinerario parte alle spalle del Rifugio Gardeccia e attraversando il Ruf de Soal, si inerpica tra i mughi per infilarsi in un canale molto accidentato, quindi si gira a destra per un canalino stretto e selvaggio dove esiste un tratto attrezzato. Sbucati al sole si procede per roccette , che alla fine presentano due passaggini un po' delicati; si risale infine per una cresta fino alla cima chiamata Pala de Mesdì (m 2.758), dove c'è una croce in legno benedetta da don Tita Soraruf in memoria dei Caduti di tutte le guerre.


Tempo di percorrenza: ore 5.30.
Periodo consigliato: luglio - fine settembre
Dislivello: 850mt in salita e discesa.
Punto di appoggio: Rifugio Gardeccia.


Nel 1930 la guida Giuseppe De Silvestro, per molti anni gestore del rifugio Gardeccia, aprì ed attrezzò questo bellissimo itinerario che consente di raggiungere il cuore del Larsec con un percorso alternativo al classico Sentiero delle Scalette.
Negli anni gli infissi sono stati gravemente danneggiati, soprattutto per la presenza di neve e ghiaccio fino a stagione inoltrata, e non ripristinati in quanto l’itinerario non costituiva una delle mete classiche del gruppo; fino a poco tempo fa gli infissi erano diventati praticamente inservibili e solo da qualche anno le attrezzature sono state rinnovate.
L’antico “Sentiero Gardeccia” e’ ora denominato, in ricordo del suo ideatore, “Sentiero Bepo de Medil” come indicato sul cartello, posto immediatamente sul retro del rifugio Gardeccia, che indica l’inizio del percorso.
Il rifugio Gardeccia (1948mt) è raggiungibile in circa 20' coi minibus che partono da Pera di Fassa in corrispondenza della stazione a valle delle seggiovie del Vaiolet (prima corsa in piena estate alle 7.30 circa, in agosto la frequenza delle corse è ottima, ma in alcuni momenti di punta fatica a smaltire rapidamente l'afflusso di escursionisti).
ITINERARIO
sul retro del rifugio si attraversa immediatamente il devastato letto del rio Soial,quasi sempre asciutto in estate;
salendo subito decisamente verso N (a destra si stacca il sentiero del Larsec che porta al passo delle Scalette),si risale la Val Vaiolet mantenendosi sotto i selvaggi dirupi di Larsec;zigzagando tra i prati il sentiero porta a montare su di una spalla erbosa dove,da sinistra,si innesta il sentiero che proviene dai rifugi Vaiolet e Preuss).
Si perviene alla base di un torrione squadrato,che si aggira sul retro.
Traversando in piano verso destra, il sentiero raggiunge la base di un grande canalone, racchiuso tra ardite quinte rocciose, dominato in alto a sx dalla bella e liscia parete SE della Palaccia (2602 m) e a destra dalla cresta O della Pala di Mesdì.
Si risale faticosamente, a causa della ripidezza e delle ghiaie mobili, su un fondo molto accidentato di massi,rocce rotte e ghiaie, il largo canalone per circa un centinaio di metri, finchè questo diventa una stretta gola e si divide in diversi rami: trascurati i due più evidenti, che si indirizzano verso sinistra, si raggiunge sulla destra un angusto, stretto e selvaggio canalino incassato tra altissime pareti (l'imbocco non è evidentissimo), il cui fondo può presentarsi, a seconda del periodo e della stagione, detritico o ghiacciato:qui inizia il tratto attrezzato dell’itinerario.

Si imbocca il canale incontrando quasi subito il cavo metallico; si sale mantenendosi prevalentemente al centro o sulle placche di destra, facendo attenzione alla roccia a tratti piuttosto friabile; non è infrequente,soprattutto ad inizio stagione,la presenza di neve e ghiaccio che potrebbero anche richiedere l’uso di piccozza e ramponi;alcuni passaggi richiedono inoltre qualche dote di arrampicata,soprattutto dove il cavo è un po’ lasco e potrebbe muoversi eccessivamente per effetto delle trazioni di braccia.
Si raggiunge alla fine del canalino, la base di un diedrino alto 5 metri; lo si risale con bella spaccata affrontando un passaggio un po' delicato (corda e pioli, ma è richiesta una certa forza) per uscire nuovamente alla luce del sole e guadagnare il filo della cresta (fine del tratto attrezzato) toccando l'orlo di una vasta conca detritica sospesa (c.d. "Anfiteatro") che scende ripida dalla Pala di Mesdì e che in basso si interrompe bruscamente con verticali risalti.
Da qui si prende la cresta verso sinistra e tagliando sempre sul versante di Gardeccia per ghiaie e roccette, si supera un umido canalino (passo leggermente esposto) e si sale per facili serpentine,si attraversa un primo passaggio delicato ed un secondo,in corrispondenza di una zona di scure rocce vulcaniche,per oltrepassare il quale occorre chinarsi per passare sotto un soffitto; da qui un tratto di facili (ma friabili) roccette conduce ad una caratteristica insellatura , un'ampia forcella ghiaiosa tra alcuni inconfondibili gendarmi , dalla quale si vede per la prima volta la Conca del Larsec,e da dove la traccia scende decisamente verso la medesima Valle del Larsec (crocevia di cartelli).
Proseguendo invece lungo la traccia che segue la cresta, si supera un'altra forcellina con affioramenti di roccia scura vulcanica e, risalendo dall'altra parte con un passo un po' delicato (I° grado), si prosegue lungo la dorsale,qui costituita da pendii ghiaiosi la cui ripidità si attenua gradualmente,si lascia sulla sinistra un caratteristico dente roccioso e si raggiunge la cima,caratterizzata da una croce di legno che fu installata il giorno dell’inaugurazione ufficiale del percorso e benedetta da Don Tita Soraruf,uno dei massimi esponenti di sempre dell’alpinismo nel gruppo del Larsec,in memoria dei caduti di tutte le guerre (2758mt).
Dalla cima e dalla parte terminale della cresta si possono godere meravigliose viste sulla conca del Gartl,sulle Torri del Vaiolet e sul Catinaccio,oltre che spaziare su gran parte delle Dolomiti Fassane.
DISCESA
Per la discesa,si torna indietro fino alla caratteristica insellatura descritta nella salita,e da qui si prende il pendio ghiaioso sulla destra (fianco nord) che,con stretti e ripidi tornanti,porta in pochi minuti alla erbosa Conca del Larsec (l'itinerario di discesa ripercorre la via Normann-Neruda-Wagner del 1885).
Da qui due soluzioni:
1) Raggiunto il fondo della valle ,proseguendo verso sx ,si risale alla vicina Forcella delle Pope e si continua poi per l'omonimo passo.Da lì in discesa lungo il Sentiero Don Guido (proveniente dalla vetta della Scalieret) si discende alla valle di S. Lorenzo ed al Rif Vaiolet.
2) Se al contrario si prosegue verso la destra, si scende nell'ampia e verdeggiante conca erbosa posta all'imbocco della Valle del Larsec. Seguendo gli ometti di pietre, si raggiunge il bacino che raccoglie le acque del fantomatico Lago Secco, dominato dall'arditissimo sperone del Cogolo del Larsec. Si incontra qui il sentiero segnato n° 583 proveniente dal Passo di Lausa e che, seguito verso destra, porta in breve al Passo delle Scalette (2400 m, h 1,00 dalla forcella di cresta). Da qui,per l'omonimo sentiero attrezzato si discende dapprima il severo canalone detritico (qualche facile roccetta ed un breve tratto di corde metalliche,preceduto da uno strapiombino ben attrezzato con qualche gradino metallico);si raggiunge la fascia dei mughi e ,con un lungo traverso a mezza costa lungo la Val Vaiolet, si aggira a meridione il Gruppo di Larsec per ritornare al Rifugio Gardeccia (1949) (h 1,30 dal Passo delle Scalette).

CONSIDERAZIONI
Non adatto a tutti, terreno selvaggio e poco frequentato. Da fare in salita e con tempo bello e stabile. Può presentare neve nel canalino ad inizio stagione. Chiedere informazioni sulle condizioni e sul tracciato prima di partire.
Un passaggio di primo grado superiore nella salita attrezzata lungo il canalone;altri passaggi di I°
Attenzione alle rocce friabili (è una caratteristica del Larsec);
Quest’anno totale assenza di neve e ghiaccio nel canalone; l'ultimo chiodo sull'intaglio che sbuca sulla cresta risulta staccato lasciando pertanto penzolare una parte della fune metallica.
Informarsi comunque al Gardeccia sullo stato degli infissi e sulle condizioni di innevamento.

CONSIDERAZIONE FINALE
A mio pare itinerario entusiasmante!

1 commento:

Unknown ha detto...

Itinerario davvero molto bello!

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