Per la prima volta, da quando pratico lo ski Alp, mi sono trovato in mezzo ad una comitiva con ben otto componenti e mi sono sentito come la "sturmtruppen" avvistata da Silvio qualche tempo addietro.
La salita, peraltro molto piacevole per me che non ho battuto traccia, ci ha fatto subito sospettare che la discesa non sarebbe stata molto divertente. Infatti fino a quota 1600 m circa sotto i nostri sci si rompeva una crosta piuttosto spessa, che ricopriva omogeneamente un manto di neve fresca di almeno 30 cm. Man mano che si guadagnava quota la neve diventava più asciutta e più polverosa, ma alla fine il vento ci ha costretto a sostare in vetta giusto il tempo di togliere le pelli, per iniziare subito la discesa.
Come dicevo fino a quota 1600 la neve era abbastanza bella da sciare, anche se non esattamente facile, ma poi continuare a scendere una vera odissea: neanche il migliore tra noi è riuscito a fare una curva, senza rischiare una visita ortopedica d'urgenza.
Insomma non si è salvato nessuno e, a turno, tutti abbiamo toccato la neve con la punta del naso. Io personalmente ero riuscito a resistere, rimanendo in piedi sugli sci fin quasi alla fine della discesa, ma poi una massiccia operazione di "gufaggio" (funziona sempre) posta in essere dagli altri compari di gita, ha avuto i suoi effetti e pure io ho sbattuto il naso sul manto nevoso. Qualcuno però, come potrete osservare dalla foto, ha cercato anche di imitare il "pupazzo di neve", mentre altri si sono prodigati in acrobatiche ed improbabili capriole, ma sono stati più fortunati a non essere ripresi dall'obiettivo di una macchina fotografica.
La conclusione: da quando Marco S. è membro effettivo del gruppo, la giornata si conclude sempre con un buon dolce sfornato dalla signora Fiorella. Questa volta a Rocca Pia abbiamo gustato delle ottime crostatine di ricotta e cioccolato, altro che barrette, torroni, galbusera, ecc...
La salita, peraltro molto piacevole per me che non ho battuto traccia, ci ha fatto subito sospettare che la discesa non sarebbe stata molto divertente. Infatti fino a quota 1600 m circa sotto i nostri sci si rompeva una crosta piuttosto spessa, che ricopriva omogeneamente un manto di neve fresca di almeno 30 cm. Man mano che si guadagnava quota la neve diventava più asciutta e più polverosa, ma alla fine il vento ci ha costretto a sostare in vetta giusto il tempo di togliere le pelli, per iniziare subito la discesa.
Come dicevo fino a quota 1600 la neve era abbastanza bella da sciare, anche se non esattamente facile, ma poi continuare a scendere una vera odissea: neanche il migliore tra noi è riuscito a fare una curva, senza rischiare una visita ortopedica d'urgenza.
Insomma non si è salvato nessuno e, a turno, tutti abbiamo toccato la neve con la punta del naso. Io personalmente ero riuscito a resistere, rimanendo in piedi sugli sci fin quasi alla fine della discesa, ma poi una massiccia operazione di "gufaggio" (funziona sempre) posta in essere dagli altri compari di gita, ha avuto i suoi effetti e pure io ho sbattuto il naso sul manto nevoso. Qualcuno però, come potrete osservare dalla foto, ha cercato anche di imitare il "pupazzo di neve", mentre altri si sono prodigati in acrobatiche ed improbabili capriole, ma sono stati più fortunati a non essere ripresi dall'obiettivo di una macchina fotografica.
La conclusione: da quando Marco S. è membro effettivo del gruppo, la giornata si conclude sempre con un buon dolce sfornato dalla signora Fiorella. Questa volta a Rocca Pia abbiamo gustato delle ottime crostatine di ricotta e cioccolato, altro che barrette, torroni, galbusera, ecc...
3 commenti:
Credo di interprepare il pensiero degli altri consociati immaginando che il paragone del Cavalier pastarella? con il pupazzo di neve sia riferito unicamente al biancore dovuto all'imbrattamento sugli abiti, Cavalier Angelo.
goliardicamente vi saluto
Finalmente "il mascherone" torna a dare testimonianza nel blog. Ben tornato.
Mi sento tirato in causa: tutti i Cavalieri hanno una abilità innata nello sfuggire dall'inquadratura della macchina fotografica allorquando sono presi "in castagna". Io forse vengo preso "in castagna" un po troppo speso, ma si fa quello che si può.
Alla prossima "castagnata"
Ovviamente, mi riferivo esclusivamente alla neve che si era attaccata addosso al pastarella durante una delle sue evoluzioni. Vi garantisco che anche illustri sciatori s sono prodigati in altrettante evoluzioni... se solo aveste visto Fabio ...
Per questa ragione Pastarella e io stavamo pensando di dotarci di una telecamera da tenere sempre accesa, in modo da non perdere nessuna di queste scene.
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