giovedì 22 luglio 2010

via Adelelmo Brancadoro.

"... i Cavalieri mi chiedono che fine hai fatto..." così mi sono rivolto al Cavalier Angelo nei giorni addietro e grazie ad una guarnizione difettosa della sua MTB il Cavalier Angelo mi ha convocato per una uscitina infrasettimanale. La Brancadoro.A pensarci bene l'ultima volta chè l'ho percorsa avevo qualche capello in più e la facemmo in discesa. Altri tempi! C'era, ed era in spledita forma, anche un certo cavalier Guido (prima che dovessimo ricorrere alla trasmissione rai "chi l'ha visto?", - per i nuovi del blog digitare nel campo cerca il nome della trasmissione rai).


"... facile via che si svolge a destra della classica via dei Laghetti..." così inizia la descrizione della via sulla guida del CAI Gran Sasso d'Italia (Grazzini/Abbate). Tutta questa facilità, in due punti ben precisi, a me personalmente mi è sfuggita!

Al contrario di quanto puntualmente riportato dal Pontifex per la via dei Laghetti (vedasi precedente post) la Brancadoro avrebbe bisogno di una rinfrescata nei bolli. Infatti, in diverse occasioni questi sono scoloriti e di difficile individuazione.
Abbiamo preferito lasciare l'auto nei pressi della vecchia miniera di lignite per incamminarci verso la selletta del Monte Vetìcole/Monte Prena e quindi all'attacco della nostra via . In pratica abbiamo seguito, in parte, le impronte dei "Pontifex Boys" (vedasi precedente post).

Dalla selletta, ove si trova una targa a ricordo di A. Brancadoro, dovrebbe avere inizio la segnaletica (scolorita, in giallo). Si prosegue sotto il crestone SudEst risalendo divertenti e stancanti balzi. Si percorre poi uno stretto canalino che si risale per accedere al sommitale crestone fino a raggiungere un passaggio che meriterebbe la posa di una piccola corda fissa. In realtà Angelo mi dice che in passato vi era un corrimano in acciaio di cui oggigiorno non si ha più traccia. Il passaggio è stato da me effettuato non proprio in stile alpinistico..... ma proseguiamo.
Si raggiunge ora un "gendarme" che, senza farsi tentare, deve essere superato a destra relativamente facilmente e con un po di esposizione!. Superato quest'ultimo divertente punto si accede ad un brecciaio e brevemente in vetta. Per la discesa abbiamo optato per la normale.
Bella uscita, paesaggio lunare, tanto caldo e un po di adrenalina nei due passaggi appena descritti.

Per visionare altre foto, click qui.

4 commenti:

gabriele ha detto...

CARO CAVALIER ANGELO, HAI VISTO CHE IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI!!SE PER FARTI TORNARE IN MONTAGNA BASTA UNA GUARNIZIONE DIFETTOSA DELLA TUA BICI, IL PONTIFEX ORGANIZZERA' UN FURTO SU COMMISSIONE PER FARLA FINITA, UNA VOLTA PER TUTTE, CON QUESTA CAVOLO DI MOUNTAIN-BIKE.CARI CAVALIERI OGNI OCCASIONE E' BUONA PER CAUSARE DANNI ALLA BICI DEL CAVALIER ANGELO O, A LIMITE, PER RUBARLA.VI ASSOLVO, SIN DA ORA, DALL'EVENTUALE PECCATO.

Walter ha detto...

Che piacere rivedere il nostro caro Cavaliere Angelo!! Ricordati che l'uso smodato della bici porta a diventare un po' ricchioni: si inizia con la depilazione, si prosegue con l'impotenza e si finisce col prenderlo ..... (una volta abituatisi alla sella!!)

Il Mascherone - Vince Odoardi ha detto...

Angelo..nostalgia della Brancadoro?

6 ore di salita con i ramponi ai piedi appena scesi dalla macchina, saliscendi, curve, canalini, alla ricerca del "segnale perduto"...indimenticabili

Uno dei passaggi ai quali alluderà pastarella? lo rinominammo, in uscite precedenti con il Grande Assente “Cavalcare la tigre”… non per un ossequio a Evola, ma perché arrivati sopra ci si metteva “in groppa” alla roccia!

Unknown ha detto...

Non facciamo scherzi!! Attentati alla mia MTB e/o furti saranno severemente puniti, altro che assoluzione preventiva.
E' vero che il primo amore non si scorda mai, ma come sapete mi piace "corteggiare" anche altri sport e in questo periodo la MTB è al primo posto, anche perché in assenza di polvere.....
Quanto alla nostalgia, devo dire che quella salita cui fa riferimento il Mascherone fù una impresa epica e non la potrò mai scordare. Grazie ai due alpinisti, Claudio e Vincenzo (a quell'epoca si chiamavano così), che mi fecero fare quella bellissima esperienza.

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