Via storica del Corno Piccolo, divertente, varia e panoramica. Discontinua nelle difficoltà ma consigliabile . Si svolge lungo l’articolata cresta Sud del Corno Piccolo dalla Sella dei Due Corni fino alle scalette della Ferrata Danesi, aggirando la Punta dei Due, il Torrione Aquila e la Torre Cicchetti prima sul versante est (la prima Punta), poi su quello ovest (le successive due).
ACCESSO GENERALE
Dalla SS. n°80 L’Aquila-Teramo al bivio di Ponte Arno si sale lungo la provinciale a Pietracamela ed ai Prati di Tivo. Dai Prati di Tivo per il rifugio Franchetti.
NOTE
Dislivello: circa 120 m
Sviluppo: oltre 500m
Tempo di salita: ore 2.00-3.30
descrizione:
ACCESSO
Dai Prati di Tivo si prende la nuova cabinovia per la Madonnina 2028m. Se non si vuole prendere l’impianto di risalita si può percorrere la strada che dal piazzale sale al campeggio e prosegue alla sella di Cima Alta, chiamata anche del Laghetto o Balcone e senza nome sulla carta. Qui una stradina sale verso sud, attraversa un prato e incrocia perpendicolarmente una strada sterrata più larga che va verso un grande crocifisso: questa va ignorata, la si attraversa e ci si porta sul vicino e visibile crinale dell’Arapietra, seguendolo integralmente. Dopo un breve tratto più ripido il sentiero si fa comodo e oltrepassa i ruderi dell’Albergo diruto 1896 m (costruito prima dell’ultima guerra mondiale e mai inaugurato). Si continua per il largo crinale dell’Arapietra e si arriva alla stazione superiore della cabinovia della Madonnina (ore 1.00).
Dall’impianto l’itinerario prosegue per la cresta verso le balze rocciose del Corno Piccolo: si evita in prossimità di un tornante un bivio a destra che va alla Ferrata Ventricini e si continua entrando nel grandioso Vallone delle Cornacchie attraverso il Passo delle Scalette. Superato il Passo si è nel Vallone delle Cornacchie, chiuso ai lati dalle incombenti pareti dei Due Corni e sospeso a valle sulle verdi colline dell’Abruzzo teramano. La mulattiera si snoda tra i giganteschi massi di antiche frane fino a un punto in cui la pista si fa più stretta: qui un cavo d’acciaio fa da mancorrente per aiutare i meno esperti. Oltre la Corda fissa il sentiero sale deciso a svolte rapide e fitte, prendendo rapidamente quota nel Vallone. Dopo innumerevoli tornanti ecco apparire prima la bandiera e subito poi il rifugio Franchetti 2433 m (ore 1.00 dalla Madonnina).
ITINERARIO
Dalla Sella dei Due Corni 2547 m scendere una ventina di metri nel Vallone dei Ginepri tenendosi sulla destra, lungo il sentiero che costeggia le pareti della Punta dei Due. L’attacco è alla base del primo canale-camino che si incontra, dove è ancora visibile la scritta Chiaraviglio-Berthelet e il primo degli stinti triangoli che segnano l’itinerario. Salire il canale-camino (2+°) e prima della paretina verticale che in alto lo chiude aggirare a sinistra lo spigolo (1 ch., 30 m). Seguire la rampa e con una breve prima Dulfer (3°, 2 ch.) ci si porta in un largo camino di cui si scala la paretina che lo chiude uscendone sulla destra (1 ch., 30 m, 3°-4°). Si è ora sull’ampia e solare cengia che taglia il versante est della Punta dei Due, con bella vista sul Vallone delle Cornacchie ed il rifugio Franchetti (dalla cengia due distinte catene consentono la calata in doppia (due corde da 50 m) o nell’ultimo camino della Chiaraviglio o sul versante est, verso il Vallone delle Cornacchie. Percorrere la cengia fino ad un forcellino e oltre per la cresta molto facile, sempre cercando la strada segnata da precari ometti e sbiaditi triangoli bordò.
Si arriva così sotto un impressionante blocco di roccia incastrato a ponte tre due pilastri: è la spettacolare “Finestra della Chiaraviglio” che si può aggirare o cavalcare da un lato all’altro, inquadratura perfetta per il fotografo. Si prosegue prima sul lato ovest, poi ad est della cresta, arrivando ad un altro forcellino proprio alla base della guglia del Torrione Aquila; da qui un vero pozzo consente la discesa (fettuccia su masso incastrato per una breve doppia di 8 m, altrimenti 3°-). Si scende leggermente su cenge e muretti fin sotto la compatta placca della Torre Cicchetti (fettuccia su masso incastrato). Ora via per la 2° Dulfer, appesi per le mani al netto scaglione detto “Cengia del Pendolo” (6 m, 3° esposto), in piena esposizione sui brecciai da cui sale la Ferrata Danesi. Proseguire per rocce più facili fino ad incontrare la Danesi all’altezza della seconda scaletta metallica. Per i più la Chiaraviglio-Berthelet termina qui, ma i puristi certamente porteranno a termine la scalata salendo non per la scaletta ma la fessura-diedro e destra (3°), che sempre alla Danesi porta, pochi metri sopra la scaletta snobbata. Non rimane che seguire la ferrata e guadagnare la cima del Corno Piccolo (ore 2.00-3.30).
DISCESA
Per la via Normale da Sud o per la stessa ferrata Danesi.
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canale iniziale |
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1° Dulfer |
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2° canale con paretina |
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cengia EST |
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sulla cengia |
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uscita dalla cengia |
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alla Finestra |
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panorama Corno Grande |
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i coniugi Toro alla Finestra |
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io sulla Finestra |
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si riparte |
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panorama Franchetti |
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strettoia |
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saltino |
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verso il Pozzo |
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Pozzo |
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quasi alla cengia |
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cengia del Pendolo |
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cengia del Pendolo |
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discesa per la Danesi |
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1° parte dell'itinerario |
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cengia Est e Finestra |
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cengia Est |
10 commenti:
Bella! Avevo programmato di farla pure io, ma la mtb mi ha tradito...
questo è proprio un periodo molto attivo per i cavalieri.
Per chi come mè è costretto alla sola visione delle vostre ascensioni.
PS.Angelo, quando sei a posto...si può andare
x Angelo:consideralo un periodo di riposo obbligatorio.Hai tutto il tempo per rifarti!
Bella via, complimenti Annibale!
Prevedo una prossima ripetizione della via da parte di Cavalieri...
io invece prevedo una mia ripetizione della Cresta NE Corno Piccolo.
Facciamo un pò di ripetizioni insieme!
Se sei d'accordo per le ripetizioni prenderei come insegnante Azucena...
Facciamo Azucena per me e Julia per te!
OK?
Guarda Annibale, la tua proposta è apprezzabile. Ma per il modo che ha di esporre le cose, e anche per le cose stesse che espone, io prediligo come insegnante Azucena
Caro Silvio,
vuoi scatenare un attrito franco-hispanico?
E poi..saper esporre è importante,ma bisogna anche saper applicare e praticare, ovvio!
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